Al triplice fischio dell’arbitro Makkelie in molti si sono alzati dal proprio divano per controllare se fosse accesa la console, se per caso qualcuno si fosse divertito a simulare il match Villarreal-Roma e non avesse ancora riposto i joypad, tanta la magnificenza ammirata.
Gli uomini di Spalletti hanno vinto anzi stravinto in terra spagnola con quattro gol di scarto e hanno archiviato, o quasi, il passaggio del turno. Un successo, nel modo, nella quantità e nella qualità, insperato alla vigilia, ma quanto mai meritato.
Tutti i dubbi sulla forza del sottomarino giallo vengono mandati in frantumi in soli 90′, come un vaso di ceramica che cade in terra.
Dopo un mese di gennaio ricco di punti ma con poco gioco, i giallorossi sono tornati a mostrare il lato migliore della medaglia sia in Italia che in Europa con giochi pirotecnici degni del miglior capodanno. I 180 minuti contro Fiorentina e Villarreal sono qualcosa di sorprendete.
Una Roma dunque, bella, magnifica come il gol di Emerson, cattiva e tignosa come De Rossi, Strootman, Nainggolan, Rudiger e chi più ne ha, più ne metta, e infine precisa e risolutrice come lo “scarso” Dzeko.
Chi rimpiangeva Doumbia e Destro, è pregato di recarsi in Emilia e in Svizzera, e chiedere numi su i due desaparecidos. Il numero 9 ruba ancora una volta la scena, 35 match disputati e 28 gol realizzati in stagione, ma gli altri 10 non son da meno e come ricordato dallo stesso calciatore bosniaco qualche settimana fa:”Senza i miei compagni non c’è Dzeko..”
La Roma non è un solista, ma un coro di voci ugualmente importanti.
Tutti apportano qualità, abbinata ad un’intensa quantità. Sa usare la sciabola, ma anche il fioretto.
Non si poteva chiedere di più a questo match, una prova di grande maturità, di dimostrazione di forza e carattere.
In Europa la Roma ha difficilmente mostrato una faccia migliore di questa. L’avversario ora verrà ridimensionato, ma prima del fischio d’inizio il timore c’era ed era fondato. Per le italiane infatti l’Estadio de la Cèramica è sempre stato una trappola, con una sola vittoria in 9 precedenti.
Ma la squadra di Spalletti è stata troppo; straripante, dominante e perfetta in ogni suo aspetto per il povero sottomarino giallo che dall’inizio alla fine, tranne che per 15-20 minuti ad inizio secondo tempo, ha solo incassato colpi.
Come quelli che dovranno essere bravi a schivare nei prossimi giorni De Rossi e compagni. Il mese infernale, ricco di impegni importanti, infatti, è appena cominciato. Non si poteva chiedere inizio migliore, ma da qui a montarsi la testa il passo è breve. Nessuno quindi, festeggi troppo, nessuno faccia dichiarazioni azzardate, nessuno provi a tirare indietro la gamba o cambiar troppo la formazione. La sconfitta di Genova è lì a testimoniarlo, un successo seguito da una sconfitta non ha senso, una serie di vittorie, invece, può cambiare la storia di una stagione sia in Italia che in Europa.
Edoardo Albanese