Vermaelen come Gerson con la Juve, calci piazzati sprecati e cali di tensione. La lista dei problemi mai risolti

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La Roma torna da Genoa con un doppio amaro in bocca; per aver perso punti dalla capolista Juventus e per non averne presi dall’incompleto Napoli.

Che la squadra giallorossa avesse l’impegno più difficile della giornata era previsto, ma che si complicasse la vita da sola, non era prevedibile. Infatti, già dalla lettura degli undici iniziali, balzava all’occhio l’esclusione del greco Manolas, perché diffidato e quindi meglio evitare di perderlo nel prossimo incontro di campionato contro la Fiorentina.

Come se i 3 punti di ieri fossero diversi dai potenziali 3 di martedì 7 febbraio.

La società capitolina dunque potrà schierare il numero 44 contro i viola, ma in compenso, torna a meno 4 dalla Vecchia Signora.

Fuori Manolas e dentro Vermaelen questo il cambio conservativo ma allo stesso tempo distruttivo. Il difensore belga infatti, non è stato autore di un’ottima prova, ma la colpa della sconfitta non è solo ed esclusivamente la sua. Perché come spesso si dice, quando si vince lo si fa in 11 e lo stesso discorso lo si deve fare, in caso di insuccesso. Lui avrà maggiori responsabilità di altri, ma, ad esempio, anche De Rossi in occasione del gol di Schick non è lucido e preciso o la marcatura di Strootman sul primo gol di Praet è alquanto larga.

Gli errori sono collettivi e quasi mai imputabili al singolo, anche perché la Sampdoria per molti tratti gioca meglio della squadra di Spalletti, che spesso sembra stanca. I 90′ sottotono di Nainggolan ne sono l’emblema.

In ordine dunque, abbiamo nominato alcuni autori di una prova insufficiente, ovvero coloro che sono scesi in campo, ma a capo della lista dovremmo citare anche colui che non ha preparato al meglio il match. Sia per il gioco, sia per la voglia e sia la formazione. Eppure il tecnico di Certaldo è stato criticato solo per aver schierato Vermaelen, non si può dare torto a chi lo ha fatto, ma l’errore maggiore è, anche un altro, ovvero non aver preparato i sostituti ad essere chiamati in causa.

Vermaelen oggi, come Gerson contro la Juventus.

I due infatti, sono sembrati due pesci fuor d’acqua, perché non abituati a dialogare con i compagni.

Che in ogni partita vengano schierati i migliori è cosa buona e giusta, ma in alcuni casi, con il risultato acquisito, come successo proprio contro la Sampdoria in Coppa Italia, sarebbe opportuno far prendere minuti nelle gambe a chi potrebbe essere utile e fondamentale in momenti delicati. Ad eempio in quell’occasione furono inseriti sul 3-0, Palmieri e Perotti, quando forse il campo avrebbe fatto bene ad altri, come Vermaelen appunto, l’appena ceduto, Gerson o il giovane Seck.

Oltre al livello fisico e tattico, il discorso si può allargare anche a quello mentale e psicologico. Facendo capire ad un’atleta di poter essere impiegato solo sporadicamente o solo in determinate occasioni, si corre il rischio di avere nuovi casi come quello di Iturbe o di El Sharaawy. Il bravo tecnico è quindi, quello capace di tenere tutti sulla corda, di far sentire tutti importanti, perché prima o poi tutti serviranno alla causa.

La Roma dunque predilige sempre gli stessi e quando qualcuno di questi è costretto a non giocare, o come in questo caso è messo a riposo per precauzione, il risultato è differente. Basti pensare che senza il greco sul terreno verde, la media di gol subiti passa da 0,88 ad 1,2. Numeri chiari e lampanti. Come i dati del calci piazzati non sfruttati. Possibile che non si riesca a battere delle punizioni o dei calci d’angolo decenti? Non si richiede per forza un gol a partita, ma che almeno la palla raggiunga il centro dell’area di rigore o che un giocatore giallorosso la colpisca ogni tanto, si.

I cambi ritardati nel tempo e sempre tra gli stessi giocatori, lo schierare i soliti noti, i cali di concentrazione e le palle inattive sprecate, dunque, sono costati molti punti alla Roma, perché nonostante l’evidenza lampante, non si è mai posto rimedio.

Rimedi che, uniti ad un arbitro e assistente attenti, eleverebbero la Roma e il suo bravo tecnico al livello della capolista Juventus.

 

Edoardo Albanese

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