E’ tempo di preparativi in casa Roma per la nuova stagione.
Con i preliminari di Champions League alle porte e una Juventus ogni giorno più forte, i dirigenti giallorossi sono costantemente alla ricerca di rinforzi per la prossima stagione.
Mentre la squadra arriva a Saint Louis per affrontare il Liverpool di Jürgen Klopp, il ds Sabatini continua a filare la sua delicata, e quanto mai intricata, tela, mantenendo contatti e lavorando su più fronti alla ricerca degli innesti richiesti.
Un difensore centrale, un terzino sinistro per sostituire Mario Rui e un centrocampista di qualità, con “quella capacità lì di anticipare il tocco di un metro o di ritardarlo di mezzo metro” che tanto fa impazzire il tecnico di Certaldo, tipica di Pjanic e del buon “Pek”, David Pizarro. Un centrocampista che allo stesso tempo riesca ad abbinare alla raffinata tecnica e alla rapidità di pensiero anche una grande abilità nello spezzare il gioco, sapendo arretrare davanti alla difesa per aiutare lo Strootman o il De Rossi di turno.
Un profilo ideale per una squadra che punti a lottare per il vertice. Talmente “ideale”, da risultare (quasi?) introvabile. A meno che non si guardi in casa propria, a quel belga, di origini indonesiane, che tanto ha brillato nella scorsa stagione.
Senza ombra di dubbio Radja Nainggolan è stato uno dei fautori della scalata della Roma “post-Garcia”, un giocatore box-to-box, ovunque sul campo, sempre pronto a sradicare palloni con la giusta cattiveria per far ripartire l’azione, per poi ritrovarsi poco dopo al limite dell’area di rigore per arrivare al tiro, e all’occorrenza, capace di sapersi inventare prima punta.
Infatti, tra i profili valutati dal direttore sportivo vi sono principalmente giovani da affiancare a centrocampisti di grande esperienza come Capitan Futuro, l’olandese, ma soprattutto lo stesso Radja. Da Amadou Diawara, a Youri Tielemans, passando per possibili sorprese, come Hakim Ziyech. Giocatori che, data l’età, possano crescere, ma anche garantire il giusto dinamismo, il filtrante vincente e che non manchino di “quella curiosità di vedere cosa c’è dietro la retroguardia avversaria”.
Una Roma sempre più “ninja”.
ANDREA SPASIANO