Si è chiuso questa sera il primo quinquennio a stelle e strisce della Roma, il quarto con James Pallotta alla presidenza del club.
Da Luis Enrique allo Spalletti 2.0, passando per Zeman, Andreazzoli e Garcia sono 353 punti conquistati in 5 anni (media di 70 punti a stagione) che sono valsi due secondi posti e il terzo gradino del podio conquistato in questa stagione. Bicchiere mezzo vuoto, forse anche meno se si considerano le batoste subite in Europa, la coppa Italia persa nel 2013 contro la Lazio ma anche il rapporto con i tifosi, che negli ultimi anni ha visto diminuire sostanzialmente le presenze sugli spalti.
Ma come si sa l’estate è quella in cui i tifosi sognano, ma per farlo c’è sicuramente bisogno di uno sforzo economico da parte della società, perché se il gap con la Juventus evidenziato da Garcia esattamente 12 mesi fa è stato confermato dall’esito dell’ultimo torneo, è vero anche che senza un mercato adeguato la distanza dai campioni d’Italia potrebbe aumentare, così come diminuire la differenza con chi in questa stagione si è piazzato dietro a Totti e compagni.
Clausole a parte lo sforzo maggiore deve partire dal mantenere quello che già si possiede senza smantellare per l’ennesima estate l’ossatura della squadra, che è già destinata a perdere qualche pedina per un motivo o per un altro.
Tra tutti i calciatori in scadenza di contratto forse Keita è quello che lascerà più rimpianti negli occhi dei tifosi che in queste due stagioni lo hanno visto scendere in campo per ben 59 volte. Oltre al maliano sono in scadenza i contratti di Lobont, Maicon e De Sanctis, con i due estremi difensori che però sembrano destinati in un modo o nell’altro a rimanere nella capitale.
Oltre ai contratti in scadenza ci sono quelli di alcuni calciatori che dovranno essere riscattati o meno, tra i quali spiccano i nomi di Ruediger e Digne, quello di Salih Ucan, El Shaarawy e Emerson Palmieri. Poi ci saranno da discutere alcune situazioni legate a calciatori ancora sotto contratto ma dal futuro incerto come Iago Falque e Torosidis, Zukanovic e Castan. Sanabria, Paredes, Iturbe, Ljajic e Doumbia sono invece i nomi di spicco tra quelli che torneranno ma che saranno quasi sicuramente di passaggio nella città eterna.
Almeno una dozzina di incognite quindi sulla nuova Roma oltre a quelle che sembrano al momento più spinose come quelle di Dzeko e Totti.
Sul bosniaco, accolto da un bagno di folla per poi deludere almeno dal punto di vista realizzativo, l’ultima parola spetterà probabilmente a Spalletti: “mi piacerebbe che il prossimo anno la Roma giocasse senza un modulo preciso”, sembra quasi una sorta di commiato all’ex attaccante del City che in questa parte finale di stagione è stato utilizzato con il contagocce dal tecnico toscano.
Su Totti invece l’ultima parola spetterà direttamente a Pallotta. Quanti chiedevano chiarezza sul futuro del Capitano (lui in primis nell’intervista rilasciata prima della gara contro il Palermo), saranno rimasti delusi da questa incertezza che ancora oggi non ci può far affermare con sicurezza che a San Siro il n. 10 giallorosso non ha disputato la sua ultima gara con la maglia della Roma. A voler essere cattivi, ma forse realisti, l’ultima parola in realtà è spettata al popolo ribelle in primis e ai piedi divini di Francesco Totti poi, che quasi quando i suoi scarpini sembravano destinati a qualche tipo di chiodo o ad altre latitudini, hanno deciso di sfruttare tutti i secondi a disposizione per dimostrare che non è ancora arrivato il momento del definitivo gong.
Se qualcuno nei giorni passati aveva invitato Totti a fare il romanista lasciando la Roma, ora vogliamo chiedere al presidente di comportarsi come tale, confermando il più grande calciatore della nostra storia e permettendo a lui come a noi di passare dagli eterni incompiuti a quelli che oltre alle chiacchiere iniziano a mettere qualche chilo di metallo nella propria bacheca, comprando campioni veri e convincendo quelli che già abbiamo che questa città non è un trampolino di lancio ma un punto di arrivo.
Per continuare a crederci…
Domenico Rimedio
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