A tutto D’Alessandro:”Felice, ma con un sogno. Totti? Patrimonio del calcio italiano!”

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Marco D’Alessandro ha riaperto la partita che sembrava chiusa, ha ridato speranza all’Atalanta accorciando le distanze. Un gol, ma anche tanta corsa e tanta qualità. Un passato giallorosso e presente nerazzurro. Ma per il futuro lui continua ancora sognare. Dopo il pareggio con la Roma è intervenuto alla Radio Centro Suono Sport durante la trasmissione Bar Forza Lupi, queste le sue parole:

Protagonista della sfida con il suo gol che ha riaperto il match quando era sul 2 a 0. Che sensazioni si prova a segnare alla squadra con la quale si nasce, per la quale si tifa?

Bella sensazione. In carriera non ho mai segnato tanto, quindi quando lo faccio è sempre una bella gioia. Farlo alla Roma, davanti ad amici e parenti che mi guardavano è una bella emozione. Ovviamente è una gioia un po strozzata perchè eravamo comunque in svantaggio.

La tua famiglia è romanista quindi? Tu che vieni dal settore giovanile giallorosso e proprio con Spalletti ha esordito in Serie A.

Si, tutta la famiglia. Ho esordito con il mister Spalletti in panchina. Oggi c’era un po di emozione anche perchè contro la Roma non avevo mai giocato titolare. Sapevamo che era difficile, ma è andata bene. Anche per come si era messa..

Però dì la verità, da tifoso della Roma, il gol di Totti ti ha reso un po contento?

Si, si. Il gol di Totti rende meno amaro il pareggio. Dispiace non aver vinto, ma il 3-3 fatto da lui è accettabile. Se lo merita.

Qui a Roma, prima di ogni partita si nominano gli ex della squadra avversaria, perchè si è convinti che poi giochino la partita con il dente avvelenato, è vero? Che si prova ad affrontare una squadra che ti ha ceduto?

No, io non credo. Almeno io mi sono lasciato abbastanza bene con la Roma, anche con Sabatini. Non ho nessun rancore, ma è bello perchè Roma è una grande squadra. Quindi si cerca di dare il massimo. Ti stimola la partita. Vuoi fare una bella prestazione.

Su Reja si dice che per lui sia un derby. Come vi ha caricato?

Lui cerca di prepararla sempre allo stesso modo. Anche se questa con la Roma la vive in maniera diversa. Lui ma anche il vice Bollini, che è stato tanti anni alla Lazio, avvertono dei sentori diversi. Sentono una carica un po diversa. Ci tengono a questa partita. Erano amareggiati, ma soddisfatti.

Durante la partita, si è notato che Reja avesse puntato molto sull’agonismo. Si notava una carica maggiore. Anche per questo ha puntato su Borriello e non Pinilla. E’ corretto?

Si, lui punta molto sulla motivazione. Quando vede qualcuno motivato in allenamento, lo mette in campo. Se Totti non si fosse inventato quel gol, probabilmente l’avremmo vinta.

A proposito di Totti, come puoi immaginare ora tutta l’attenzione è spostata sulla vicenda Totti-Spalletti. Che ne pensi? Inoltre essendo stato convocato per quasi una stagione intera, tra il 2008 e il 2009, pensi che questa vicenda abbia radici lontane? Sono vecchie ruggini?

Sinceramente non so se sia qualcosa di vecchio. Ma penso che Totti sia un patrimonio del calcio italiano e della Roma e penso debba giocare quanto sia giusto il suo allenatore. Però quando viene chiamato in causa dà sempre il suo apporto. Fa ancora la differenza. Parlano i fatti, se Totti va in campo e fa quelle cose deve ancora giocare.

A fine partita Borriello ha affermato che Totti dimostra ancora in campo di essere un giocatore, non capisco perchè debba smettere. Tu, nonostante sia ancora giovane, pensi sia giusto che il calciatore, l’atleta decida quando smettere o debba decidere qualcun altro?

Si, assolutamente. Credo sia anche difficile smettere. Un passo difficile da fare. Ma un calciatore sa quando deve smettere. Lo avverti fisicamente se ce la puoi fare ancora o no. Se Totti pensa ancora di poter giocare, lo deve fare. Anche oggi è entrato in un momento delicato e l’ha risolta. Più di questo non può fare.

Riguardo al tuo futuro, ti trovi bene a Bergamo? Se dovessi sognare dove vorresti giocare?

Sognando direi Roma. Ma a Bergamo sto benissimo. Ho firmato un contratto di 5 anni, si vive bene. La società è ottima, il presidente ti segue. Qui si può fare bene. C’è un’ottima programmazione.

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