Szczesny: “Per la Roma darò tutto, ma sono di proprietà dell’Arsenal”

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szczesny-sporting-roma1Il portiere attualmente in prestito ai giallorossi, il polacco Wojciech Szczesny ha rilasciato altre dichiarazioni in merito a quelle già proferite settimana scorsa sulla querelle Roma-Arsenal.

Nel tentativo di chiarire definitivamente la questione, mostrandosi con tutta sincerità verso i tifosi, nell’intervista rilasciata al portale polacco Futbolfejs.pl ha detto:

Sul suo ambientamento a Roma e su come si trovi finora nella Capitale: “Bene, è il luogo ideale per vivere. Il clima è perfetto, ora è novembre e qui fanno 24 gradi. Ho imparato a bere il caffè come gli italiani, ne prendo un paio al giorno. La mentalità dell’Europa Meridionale, completamente differente rispetto a quella londinese, mi è piaciuta perché sono un ragazzo impetuoso, gioco e vivo la vita in maniera emotiva. All’inizio è stato un po’ difficile, vedendo tutti i gesti che fanno gli italiani credevo che volessero discutere con me. Ma qui le persone sono veramente buone. Sono stato avvisato che qui sono tutti perennemente in ritardo, che c’è traffico ovunque. Forse l’unica cosa che mi dà fastidio di Roma è guidare l’auto. E’ una follia… ma è il folklore locale

A seguito di queste belle parole su Roma, il perchè delle dichiarazioni su un suo ritorno all’Arsenal che hanno creato malintesi: “Nessun malinteso, so quello che ho detto. Da quando ho 16 anni ho vissuto a Londra e ci sono cresciuto. L’Arsenal è casa mia. Inoltre ho ancora un contratto valido con il club, che sarà efficace anche dopo il periodo di prestito alla Roma. So che sarebbe più facile per me dire che amo la Roma. Ho sottolineato che qui sto vivendo un grande momento, che abbiamo una squadra forte e credo che potremo vincere qualcosa. Ma se l’Arsenal mi richiamerà, poi dovrò tornare a Londra. E né io, né la Roma, potrà opporsi. Se qualcuno non capisce non è un mio problema. Io per la Roma darò il mio 100% sia in allenamento sia in partita, non c’è dubbio“.

Quindi un malinteso: “Ma non è un malinteso!”, ribadisce l’estremo difensore.

Sul gioco della Roma, che può passare da sconfitte clamorose a fantastiche prestaizoni: “Dipende dal nostro stile di gioco che è spettacolare e offensivo. Pressiamo tanto, anche in maniera rischiosa. Forse a volte, da portiere, preferirei concludere la partita a porta inviolata e vincere con un noioso 1-0, ma mi piace questo nostro modo di giocare. Anche se i tifosi della Roma possono essere soggetto ad attacchi di cuore“.

Sul modo pazzesco di giocare in attacco con quella velocità data dagli attaccanti: “Lo stile di gioco è adatto ai giocatori che abbiamo. E’ evidente che con questo stile di gioco vada molto bene la fase offensiva, anche se a volte le gambe sono più veloci della testa“.

Se abbia mai sfidato Mohamed Salah in velocità: “No, e non voglio neanche provarci. Però devo dire che, a mio vedere, Theo Walcott dell’Arsenal è ancora più veloce. Salah è più veloce negli strappi e i cambi di direzione, ma Theo è più rapido negli spazi aperti“.

Sull’ultima stagione all’Arsenal condita do pochissime presenze: “Io non sono il tipo di giocatore che sta tranquillamente seduto in panchina. Poca umiltà? Non sono d’accordo con questo parere. Si può chiedere a qualsiasi allenatore con cui ho giocato e con cui non ho mai fatto prolmeni. Anche Arsene Wenger ha confermato che io non sono il tipo che fa problemi. Ho fatto degli errori giovanili e a volte forse mi è mancata la professionalità ma non ho mai mancato di rispetto ad allenatore e compagni“.

Su Boniek intervenuto nelle trattative per portarlo a Roma: “Lo vedo solo in Polonia, a Roma non l’ho mai incontrato. Non ha avuto alcun ruolo. Non ho consultato lui prima di prendere una decisione“.

Se non Boniek, chi: “Wenger, il mio manager e Marina, la mia ragazza. Questa decisione riguarda entrambi“.

Sui rapporti con Wenger: “Wenger mi ha formato non solo nel mio sport ma nella mia vita: come giocatore e come uomo“.

Se l’acquisto da parte dei londinesi di Peter Cech sia stata la chiave per chiedere il trasferimento: “Io non sono stupido e so cosa vuol dire giocarsi il posto con uno dei migliori portieri del mondo, non è detto che si debba rimanere tutta la stagione in panchina. Inizialmente ho anche voluto prendere in considerazione la possibilità di lottare per il posto da titolare ma dopo un colloquio con Wenger per me è stato chiaro che avrei dovuto cercare un’altra squadra“.

Infine sul perchè abbiano dovuto acquistare Cech, nonostante la sua presenza e quella di Ospina: “Era un affare, per così poco denaro doveva prenderlo! Se ti offrono un giocatore a un prezzo accessibile lo devi prendere. Se avessero offerto Cristiano Ronaldo a un prezzo accessibile, lo avrebbe dovuto prendere perché un manager deve pensare al bene del club. Wenger non deve fermarsi al fatto che Szczesny è stato ‘allevato’ dall’Arsenal, siamo seri! Deve guardare solo al bene del club nel suo complesso“.

 

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