Szczesny: ” Giochiamo in modo offensivo e a volte lasciamo troppi spazi in difesa”

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szczesny-sporting-roma1Wojciech Szczesny, portiere polacco arrivato in prestito quest’estate dall’Arsenal ha rilasciato un’intervista per il programma in onda su Sky Sport “i Signori del Calcio”

Queste le sue parole:

Il suo passaggio all’Arsenal sin da ragazzino“E’ stato difficile trasferirmi da Varsavia a Londra a 16 anni. Ero un ragazzino, non parlavo inglese, dovevo lasciare casa, ma era una grande opportunità per costruirmi una carriera nel calcio. Valeva la pena rischiare, se non rischi non hai successo. Il primo anno all’Arsenal è stato molto difficile, ma ho imparato la lingua, ho conosciuto nuovi amici a Londra e la vita è diventata più semplice. Dieci anni dopo posso dire che è stata la scelta giusta”.

Rapporto con Arsene Wenger: “Non no mai odiato Wenger, gli devo molto. Non ci siamo mai odiati, mi sono sempre preso la responsabilità dei miei errori senza creargli problemi. Sarebbe troppo parlare d’amore, ma è stato molto importante per la mia carriera. La storia della sigaretta nello spogliatoio è vera, ma è falso che avevo litigato con Wenger. Non ci siamo mai mancati di rispetto, tutti sanno che ho commesso errori ma ho sempre accettato le conseguenze. Wenger è stato sempre chiaro con me, credo che chi è onesto debba essere trattato con onestà. Non abbiamo mai avuto problemi ma capisco che i giornali siano alla ricerca di storie”.

Commento sull’arrivo di Cech ai Gunners: “Non ero sorpreso per l’arrivo di Cech, è un portiere fantastico, ha vinto tutto. Credo che qualsiasi allenatore l’avrebbe preso a un prezzo così basso. Capisco la scelta, ho parlato con Wenger che mi ha spiegato questa decisione, questo è il calcio, posso essere primo portiere e poi il terzo, lo accetto, lui è stato chiaro. Mi dispiace perché dal mio punto di vista fa male, ma questo è il calcio”.

Miglior compagno di squadra: “Henry è il miglior compagno che abbia avuto. La sua qualità era incredibile, anche quando era tornato a 34 anni pensava il calcio in un modo diverso dagli altri. Ora all’Arsenal ci sono giocatori come Sanchez che è veloce e lavora sodo, oppure Ozil, molto intelligente. Non credo ce ne sia uno migliore degli altri, sono contento di aver giocato con loro”.

Dell’esperienza di Gervinho all’Arsenal: “Gervinho non ha fallito all’Arsenal, non ha lasciato il segno. Ha avuto momenti positivi, in un club così importante la competizione è enorme, ci sono sempre due-tre giocatori per ruolo. Bisogna accettare di finire in panchina, se non lo fai è difficile. Gervinho ha avuto l’opportunità di venire a Roma e ha pensato fosse giusto, è un grande giocatore, ha dimostrato di poter segnare. Quando giochiamo fuori casa è pericoloso in contropiede”.

Su Lehmann, portiere che l’ha cresciuto: “Quando giocavo con Lehmann era esperto, aveva 38 anni. Aveva vinto la Premier League edisputato la semifinale di un mondiale, mi piaceva parlare con lui. Avevo solo 16 anni e lui mi parlava spesso, pretendeva il massimo in allenamento altrimenti diventava aggressivo. Mi ha aiutato a leggere le partite, studiavo il suo modo di parlare in campo e allenarsi, era uno dei migliori al mondo, non potevo chiedere di meglio. Un centro di allenamento fantastico, ottimi allenatori e la possibilità di imparare dai miglior, era fantastico”.

Curiosità sul perchè abbia deciso di fare il portiere: Mio padre è stato portiere ma non mi ha influenzato. Da piccolo volevo diventare attaccante per segnare, ma crescendo sono diventato così alto che è diventato naturale cambiare ruolo. Mio padre mi ha insegnato tanto, ci allenavamo insieme. Da piccolo ballavo, ma non mi piaceva. Billy Elliot non è il mio film preferito, non vedo somiglianze, non so ballare. A 8 anni ballavo, credo fosse stato mio padre a iscrivermi, io non volevo. Mio fratello era più bravo e non era facile competere. Ora posso riderci sopra”.

Film preferito: “Le Ali della Libertà. Da bambino frequentavo una scuola sportiva, il primo sport imparato è stata la corsa campestre, lo odiavo. Poi sono passato al giavellotto, mi riusciva bene. Non ho mai pensato che fosse il mio sport, lo praticavo perché ognuno era obbligato a scegliere uno sport”.

Descrizione del ruolo del portiere: “Ci sono diversi tipi di portieri, Neuer ha creato un nuovo modo di interpretare il ruolo, lo ammiro perché è più facile stare sulla linea di porta, mentre lui ha creato un novo stile. E’ il più bravo del mondo, ma ne ammiro tanti come De Gea e Buffon”.

Nazionale e la sfida coi tedeschi: “Polonia-Germania è sempre una partita speciale, per tanti anni non siamo riusciti a vincere, una volta pareggiammo 2-2 con un gol loro all’ultimo minuto, era solo un’amichevole. Nelle qualificazioni loro erano i favoriti, giocavamo in casa ed era un grande vantaggio, abbiamo giovano e giocatori affermati, dovevamo provarci ed è stata una partita fantastica, tutti hanno giocato la loro gara migliore della carriera. La partita perfetta. Un giorno fantastico, ricordo i festeggiamenti di tutta la nazione”.

Il perchè abbia perso il posto in Nazionale: “Dopo aver perso il posto all’Arsenal, il CT mi ha detto che se non giocavo lì non lo avrei fatto neanche in nazionale. Ho rispettato la scelta, per un portiere è fondamentale giocare ogni settimana, ho accettato la decisione perché al mio posto ha giocato un grande come Fabianski. Sono pronto a lottare per tornare, cerco di dare il massimo per vincere lo scudetto e spero che un titolo del genere mi possa ridare la nazionale. Fabianski è un amico e rivale, ci conosciamo da 10 anni, dai tempi del Legia, io avevo 15 anni, lui era il titolare e io il terzo. Abbiamo passato sei anni insieme all’Arsenal, è un ragazzo fantastico, abbiamo speso tanto tempo insieme. Lo rispetto, ma farò del mo meglio per essere sicuro del posto”.

L’ambientamento a Roma: “Morgan è stato fantastico con me dal primo giorno. Parla molto bene inglese e mi ha insegnato le parole per comunicare in italiano, cerco di imparare da lui. Lo osservo in allenamento, ha tanta esperienza, mi ha aiutato molto”.

Miglior parata in carriera:“La parata su Bonucci non è stata la migliore della carriera, la parata viene ricordata anche in base al momento. È stato un bel momento, ma spero di fare parate più importanti durante la stagione. Mi è comunque piaciuta molto”.

Mini bilancio sul suo periodo in giallorosso: “Mi prendo la responsabilità dei miei errori, contro il BATE Borisov ho commesso un brutto errore, ho parlato con Garcia e gli ho detto che non ha senso parlare della prestazione della squadra dopo un errore del genere. Non mi fa piacere ammetterlo ma succede, mi sono concentrato sul lavoro e sulla gara successiva. L’infortunio è passato, mi sto allenando. Spero che in Champions torneremo a vincere. Giochiamo in modo offensivo e a volte lasciamo troppi spazi in difesa, ai tezini piace attaccare e aiutare gli esterni, a volte la difesa è scoperta. E’ un rischio da correre se vogliamo gicoare in questo modo, è meglio vincere 5-2 che 1-0, possiamo migliorare, siamo in grado di attaccare molto bene e otteniamo risultati pur prendendo sempre gol, se miglioriamo in difesa possiamo diventare molto forti. Il calendario è ancora lungo, dobbiamo migliorare e se ci riusciamo sarà difficile batterci”.

Su Roma e Arsenal: “Spero che Roma e Arsenal vincano il titolo, tifo per loro. Per me è come casa. Gli auguro il meglio, vorrei aiutarli ma Cech sta giocando alla grande. A Roma farò di tutto per vincere, proverò a dare il massimo sperando che la nostra stagione sia fantastica. Il campionato italiano è competitivo, ci sono diverse squadre che possono vincere. La Juventus ha avuto un inizio difficile, anche l’Inter è molto forte, così come la Fiorentina. Sarà dura, anche il Napoli gioca bene ma cercherò di fare in modo che la Roma arrivi davanti”.

Il passaggio in giallorosso: “Se un anno fa mi avessero detto che sarei andato a Roma avrei pensato che fosse impossibile. Mi vedevo all’Arsenal per tutta la mia vita e, non mi nascondo, è ancora quello il mio sogno. Per me è una famiglia, devo così tanto a quelle persone che se mi dovessero dare un’occasione giocherei per loro. Qui i tifosi sono sempre stati fantastici, non so cosa accadrà, nove mesi nel calcio sono lunghi, le cose possono cambiare di settimana in settimana. Il numero? Non so perché ho scelto il 25, mi hanno detto che erano ilberi il 25 e il 14, non c’è un motivo preciso”.

Infine sulle sue passioni extra calcio:

Amo la musica, la mia fidanzata è una cantante: “Vivo circondato dalla musica, lei sta registrando il suo album. Ho imparato a suonare il piano e la mia fidanzata canta sempre. La musica deve piaceremi, è il mio hobby principale. Anche viaggiare è uno dei miei hobby, che mi piaccia o no. Mi piace l’R’n’B, anche un po’ di rock. La Thailandia mi piace molto. E’ stata divertente la mia prima visita a Roma, dissi che era la città più bella mai vista. Per una vacanza mi piacciono le Maldeive e Los Angeles. Andavo tutti i giorni in centro, è un posto meraviglioso dove vivere, la gente è sempre entusiasta. Sembra che tutti vivano felici.

Mi piace usare i social media, un modo perfetto per comunicare coi fan. E’ un modo per comunicare solo con loro, cerco di divertirmi usandoli, di mostrare che la nostra vita non riguarda solo il calcio. Credo che la cosa più importante sia essere felici, spero che a loro piaccia, se non è così non mi interessa”.

 

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