Dopo la stagione del rilancio Kevin Strootman, si aspetta ora quella della conferma, ma soprattutto quella da coronare con un trofeo. Il centrocampista della Roma infatti, ha rilasciato un’intervista all’emittente televisiva statunitense, NBC, per in cui ha parlato degli obiettivi stagionali, del suo rapporto con il presidente Pallotta, del suo infortunio e dello sviluppo del calcio in America. Queste le parole del numero 6 romanista:
“Roma è Roma. Non è un posto da cui te ne vai facilmente. Abbiamo tutti l’ambizione di vincere qualcosa e festeggiare con i tifosi. Totti ci ha raccontato quando hanno vinto lo scudetto nel 2001, in città ci sono stati festeggiamenti per tre mesi. Se vinci qualcosa qui, diventa davvero speciale. Della città cosa posso dire, è così bella che è impossibile paragonarla con altro“.
La scorsa stagione?
“Il ritorno in campo è stato un sollievo, soprattutto all’inizio, quando sei felice perché ricominci a giocare. Tutti erano contenti quando vincevamo, io lo ero perché non mi infortunavo. Lo staff ha fatto un grande lavoro, ho giocato 50 partite, siamo arrivati in Champions e ho firmato un nuovo contratto. Ero contento di ripagarli sul campo. Mi sento davvero bene.“
Il presidente Pallotta?
“Mi ha portato alla Roma quando è iniziato questo progetto, mi ha sempre supportato anche durante l’infortunio. C’è sempre stato per me. E io gli ho sempre detto che lo avrei ripagato con il mio modo di giocare in campo. È proprio come un Presidente dovrebbe essere.”
Il futuro della Roma?
“Negli ultimi due anni abbiamo sempre parlato di vincere lo scudetto, vincere un trofeo ma dobbiamo dimostrare questa voglia sul campo. C’è bisogno di tempo, è normale, ma è sul rettangolo di gioco che dobbiamo far vedere che siamo affamati. Siamo una squadra giovane con alcuni giocatori di esperienza, è un buon mix. È una cosa da far mettere in mostra da subito e continuare partita dopo partita.”
Il calcio negli Stati Uniti…
“Si sta sviluppando e sempre più calciatori olandesi approdano in MLS. Non vedo molte partite perché in Italia non le trasmettono ma quando sei qui ti rendi conto che il livello sta crescendo.”