Spalletti:”Totti? Ha giocato poco.. O forse molto.. Fuori da Tim Cup ed EL? Ora traguardo più importante!”

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Dopo l’eliminazione dalla Coppa Italia, Luciano Spalletti torna a parlare in conferenza stampa per analizzare il prossimo match delle 15 contro il Bologna di Donadoni. Queste le parole dell’allenatore della Roma alla vigilia della trasferta in Emilia:

Dopo la delusione come si riparte?
Ogni volta che si gioca si fa sempre analisi, si fa un incontro dove ci parliamo e spesso ci parliamo in maniera professionale e corretta perché siamo una squadra in tutti i sensi. In questo caso c’è il dispiacere e l’insidia che poi possa diventare una sconfitta difficile quella del non aver passar e il turno. In questo caso ci siamo detti che bisogna essere ancora più professionali e bisogna rafforzare quello che è il concetto del sottopalla, il contrasto vinto. Si sono andate a prendere cose fondamentali per superare momenti così. Va ancora più di moda il ghigno, lavorare bene col sorriso ma col ghigno perché è stata una partita che può disturbare gli equilibri di squadra. Cerchiamo di metterlo in pratica e ieri già si è visto una squadra vogliosa, attenta e determinata. Si fa così, sempre.

Donadoni ha detto che ha chiesto di non adattarsi al gioco degli avversari. Che ne pensa?
C’è questo fatto di dire che Donadoni è una persona seria, professionista vero e esperto. Uno che ha sempre fatto giocare bene le squadre. Hanno questa qualità di essere anche imprevedibili, davanti hanno velocità e potenza con giocatori di qualità nel reparto offensivo. Il Bologna ha vinto se non sbaglio due delle ultime tre partite, perdendo a Firenze negli ultimi minuti. Ha vinto col Sassuolo e il Chievo. Può giocare a 3 o 4 in difesa, bisogna essere pronti e proprio per la classifica che hanno, per tante componenti, possono giocare senza essere in tensione per il risultato della partita e hanno giocatori, tipo il figlio di Eusebio, Destro, molti ex che vogliono mettersi in evidenza, viene dopo questa partita qui, per cui partita delicata e insidiosa e dovremo essere forti, fortissimi.

Senza coppe le gerarchie lasceranno la titolarità a Szczesny? De Rossi?
Sui portieri è sempre stato così, sono due che si confrontano e possono ambire a una maglia. Sono forti, la gerarchia del fatto che questa è la competizione di uno e questa dell’altro esiste se c’è qualità assoluta di grande livello e si possono mettere in confronto. Se c’è uno che cala di condizione quell’altro può prendergli il posto. Ragionando precedentemente in qualunque competizione poteva avvenire questo: in campionato e nelle coppe. Tutti e due si allenano bene e come si è visto nello svolgimento delle partite, che al di là di qualche episodio, sono grandissimi portieri e hanno fatto valere la loro qualità. Questo confronto continuerà e se uno, in questo caso qui si darebbe per scontato le giochi tutte Szczesny e cala di condizione, e Alisson fa vedere di essere quello che ha sempre fatto vedere, può prendergli il posto e non vedo perché no. Per Daniele la schiena è migliorata, ieri si è allenato e oggi diventa un allenamento importante perché se le risposte continuano a essere positive è chiaro si prende in considerazione di farlo giocare.

Gerson è scomparso?
Ci sono state partite dove avrebbero potuto metterlo in difficoltà, soprattutto quello che era la sua condizione fisico-mentale e di esperienza dentro la squadra. Avendolo fatto giocar poco non sai mai quella che può essere la risposta. Negli allenamenti quando le partite sono così ravvicinate non si fanno allenamenti che hanno valenza dove riesci a vedere che la condizione di uno che ha giocato poco è molto superiore all’altro proprio perché la sostanza degli allenamenti diminuisce e sono quasi tutti mirati per reparto o per singoli. Dentro il contesto reale non riesci a vederlo e fai difficoltà a renderti conto che possa essere utilizzato. Probabilmente ho sbagliato qualcosa perché è così quando uno gioca poco, dipende da una gestione collettiva e di squadra dove a qualcuno devi dare forze e a qualcuno togliere qualcosa. A lui ho tolto qualcosa non perché non lo meritasse ma perché gli altri in quel momento mi sembrava stessero meglio. Gerson a fine campionato andrà fatto un ragionamento approfondito perché va fatto così e la società lo sa.

Inzaghi ha detto che non doveva esserci confronto tra la Lazio e la Roma.
Non so quelle che sono le dinamiche e i conti dei nostri avversari, so quelle che sono le cose nostre. Sono stati bravi a qualificarsi, noi come ho detto prima si lavora meglio per i nostri obiettivi che sono ancora molti. Ci sono ancora 8 partite che possono determinare il futuro del nostro club e della nostra società, il lavoro futuro. Ci giochiamo moltissimo, la possibilità di un futuro importante o di andarci a giocare un futuro importante. La mia attenzione va lì non a quello che dice Inzaghi.

Si è detto che Totti non può giocare negli ultimi 10’. Le ha detto qualcosa Totti?
Purtroppo devo gestire quello che è lo spogliatoio, una squadra, il ruolo che ho. Nelle competenze che ho ci sono anche le possibilità di cambiare uno a 10’ dalla fine. Vado con coerenza come ho sempre detto, non voglio gestire la storia di Totti ma il calciatore. Forse l’ho fatto giocare poco, forse molto, dipende dai punti di vista. E’ chiaro che cerco di fare cose con coerenza senza essere disturbato da niente in quelle che sono le scelte. Totti rimane ugualmente un giocatore importante per la storia di questo club.

La Roma è la squadra che ha usato meno giocatori. Rosa corta?
Secondo me è dipeso soprattutto da scelte mie perché prima si diceva di Gerson che ha giocato poco per cui i giocatori probabilmente c’erano. Se poi vogliamo fare confronti tipo quello che da una partita di campionato alla coppa la Juve ha cambiato 8 giocatori e ha fatto benissimo in campionato e in coppa, a quei livelli probabilmente no. Avevamo una rosa per giocare le nostre competizioni, ci sono capitate partite di un certo livello tutte insieme e devi fare scelte. Non hai il tempo, la squadra ha fatto spesso bene, perché è vero ha sbagliato un paio di partite fondamentali e ce le ricordate correttamente perché ci disturbano ma sono partite singole. Nel lungo tratto è difficile trovare un periodo fatto male. Ha sbagliato episodi e partite, ci sono risultati ma uno qua e una là e quando devi scegliere cerchi una connessione con quel che è successo prima, perché è avvenuto quello che speravi. Si viene da 5 partite vinte, siamo usciti dalla Coppa Italia ma vinciamo da 5 partite e diventa difficile dire che questa squadra è sbagliata però siccome ci sono momenti che diventano cruciali e importantissimi e se il risultato è stato quello probabilmente l’allenatore ha sbagliato le scelte. Si passa sempre da qui. Chi decide è l’allenatore e se non porti a casa il risultato, avendo costatato che la squadra può portare a casa tutti i risultati, qualcosa di errore c’è e dipende sempre dall’allenatore.

Cinque vittorie che hanno portato due eliminazioni. Come mai?
Si ma hanno sbagliato una partita, non un periodo di partite. In quelle partite sono stati commessi errori però ci sono i 18 mesi di lavoro dove si possono fare confronti con gli altri e questo momento andare fuori da una squadra o un’altra può essere diverso ma la considerazione generale è fatta sui 18 mesi e anche noi sappiamo fare considerazioni. Noi che siamo addetti al lavoro, che viviamo lo spogliatoio non ce le lasciamo sentir dire. Sono cose di cui parliamo anche quotidianamente. E’ vero che siamo usciti da queste competizioni alle quali tenevamo, ora c’è un altro traguardo che è il più importante di tutti: la classifica del campionato. Poi c’è un altro momento ancora più importante, è ora: caricare questa situazione. E’ fatto di momenti il campionato o la stagione calcistica.

Nelle partite decisive in casa la Roma è sempre andata sotto. Perchè? 
Il dato lo commento dicendo che la prima cosa che avevamo messo a fuoco da adottare in questa partita qui era quello di non prendere assolutamente gol fino al 30esimo del secondo tempo. Giochiamo in equilibrio fino a quel momento un po’ per i precedenti ma anche perché ci vuole poco in uno stadio come il nostro, con la Curva presente e le qualità dei giocatori che si hanno a creare i presupposti per fare due gol. Quello che sarebbe stato difficile sarebbe stato rimettere a posto il risultato prendendo gol e invece non ce l’abbiamo fatta per la troppa voglia di ribaltare la situazione e abbiamo perso qualche equilibrio. L’osservazione e è giusta e ci abbiamo messo attenzione. Ho cercato di provocare la massima reazione dentro la suqadra parlando di ossessione e queste cose qui. Probabilmente è stato poco visto che non è bastato, avrei dovuto estremizzare ancora di più caricare ancora di più queste partite. La vedo più così, ci avrei dovuto mettere ancora più peso nel motivare queste partite. Poi bisogna stare attenti allo scorrimento che può venir fuori dalla partita, ma i risultati sono stati quelli

Ha la sensazione che sia sottovalutato il rendimento del campionato?
Sai io ti ringrazio per venire in sostegno del lavoro di questi ragazzi. La penso sempre così: sono un gruppo di bravi ragazzi, professionisti seri da un punto di vista della squadra, hanno portato tantissimi risultati a casa poi è chiaro che la linea di demarcazione che evidenzierà si fa tra 8 partite. Per il momento sono dispiaciuto per quello che si diceva prima ma soddisfatto per il modo di venire al campo, per il modo in generale del modo di ragionare di calcio, produrre spettacolo per un movimento di tifosi come il nostro. Se si vedono i numeri complessivi si trova riscontro ma dal punto di vista mio è più facile perché sono uno che è partito dagli allievi e sto attento a tutti i particolari: me lo sono cercato, desiderato e voluto questo lavoro e ho avuto la fortuna di farlo. Sto attento a tutto, in questi 18 mesi abbiamo fatto punti importanti rispetto agli altri se uno li vuole vedere ma se ne parla in fondo. Nel calcio esiste solo il fatto di imporre la vittoria, ci si diverte solo se si vince e quando si dice tutti così l’allenatore bisogna stia dentro quello che è il ragionamento e devi dire cose importanti, non puoi dire “avete tutti le visioni e state dicendo cose differenti”. In realtà bisogna parlare chiaro ai tifosi, bisogna istruire che c’è bisogno del lavoro e del programma per riuscire poi a contendere i titoli alla Juve. Loro hanno probabilmente un vantaggio da questo aspetto, non voglio dire di soldi o struttura societaria o del modo di ragionare, ma hanno un vantaggio punto e basta. Noi bisogna essere bravi a programmare e diminuire questo vantaggio che mi sembra che in questi 18 mesi sia stato fatto fino a questo momento qui. I calciatori della Roma e non ragazzi perché mi piace dire che sono professionisti perché lo sono veramente, devono impegnarsi ancora di più, metterci qualcosa di più dal punto di vista della partecipazione, il lavoro, del fatto del coinvolgimento. Vogliamo essere uniti non solo come squadra ma aperti anche al ragionamento con i nostri tifosi.

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