Spalletti: “Totti sta diventando la figura che speravo diventasse”

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Penultima conferenza stampa pre partita quella andata in scena oggi a Trigoria, dove Luciano Spalletti ha risposto alle domande dei giornalisti presenti alla vigilia di Roma-Chievo, ultima gara casalinga della stagione.

“Keita è fermo a causa della caviglia sinistra. Lo abbiamo ringraziato per essersi messo a disposizione anche se non stava bene nell’ultima partita. Questa settimana però abbiamo dovuto tener conto della situazione e molto probabilmente non sarà a disposizione. Manolas ha preso una botta al piede e va gestito, oggi ci sta di non vederlo dentro le immagini e di conseguenza è stata una valutazione nostra che non sia in condizione di partecipare alla partita. Rientrano Florenzi, Falque e Ucan. Anche Gyomber a disposizione. Si rifanno i complimenti a Ranieri che ha fatto un’impresa, non ricordo niente di questa portata, ha dimostrato di essere tra i migliori ed è giusto che goda di questi successi, bravissimo”. 

Sul Chievo: “C’è da dire che hanno calciatori specialisti per questo campionato e per salvezze sicure e tranquille. Giocatori esperti per lavorare in tranquillità perché sei sicuro che di loro ti puoi fidare. Poi c’è una cultura che parte da Malesani in Serie B, squadra bellissima per intensità e tattica, più Del Neri, il periodo di Corini, ora Maran che ha modificato qualcosa ma ha mantenuto il 4-4-2. Loro verranno a giocarsi la partita e sarà difficile perché sono tranquilli”. 

Strootman, 90 minuti contro il Genoa, è considerato un’arma in più? “Lui è una macchina, dal primo giorno che l’ho visto a disposizione è sempre stato uguale, si allena sempre alla stessa maniera, se vuoi far diventare un allenamento meno intenso lui va sempre al massimo. Lui deve essere il leader, il campione che vuol sempre impegnarsi al massimo per raggiungere il massimo. Quando è tornato ha avuto dentro se stesso un aiuto, un segnale che aveva lavorato bene ed è stato un merito per il suo impegno. Io gli avevo detto che era dentro la Champions e poi non l’ho inserito ma lui è tornato in allenamento come il giorno prima. Pensavo che fosse disturbato ma è venuto sempre allo stesso modo e ti rendo conto con che persona hai a che fare. Ha giocato una partita importante da campione di livello, considerando che ci sono altri che hanno giocato allo stesso livello ed è difficile poterlo dire adesso perché potrebbe sminuire la qualità di qualcun’altro. La formazione si fa domani”. 

Domani c’è il ritorno del pubblico: “Per noi significa molto, avevamo nostalgia, si chiedeva ogni volta il numero di spettatori essendo abituati a quell’affetto. Significa ritrovare un grandissimo amico che ti aveva aiutato moltissimo e che per un periodo non ha potuto più aiutarti e lo ritrovi con grandissimo piacere. Un ricominciare con grandissimo piacere perché con una curva bellissima è tutto più facile”: 

Totti può giocare titolare? “Secondo me sta facendo perfettamente quella che era la figura che speravo diventasse. In termini di presenza dentro la squadra e dentro al gruppo come condizione fisica, intensità e qualità dentro gli allenamenti, sta facendo quello che volevo e sono molto soddisfatto”. 

Nelle ultime 7 partita una sola volta Dzeko titolare. Questione di equilibrio o sta mancando qualcosa in lui? “Qual è l’obiettivo di questa domanda? I gol o la simpatia per un giocatore? Per me conta la squadra e abbiamo fatto una quarantina di gol in 17 partite. Ti interessa Dzeko? E’ colpa mia, l’ho fatto giocare poco. Io valuto tutto in condizione dei numeri che fa la squadra, se la squadra segna e vince io vado a dama. Naturalmente lui ha delle caratteristiche che gli altri non hanno e se riusciamo a farle funzionare è un’arma in più. Gli obiettivi sono vincere le partite e i numeri che te li fanno vincere. Con Dzeko possiamo metterci qualcosa in più ma ci vuole il lungo periodo. Nei numeri che ho citato c’è anche Dzeko che ha fatto il suo, non l’ho fatto sentire comodo ma è stata sempre una scelta dettata da quello che vedo durante gli allenamenti. Per me sono importanti gli atteggiamenti e i segnali che mi danno la possibilità di arrivare al risultato per la Roma, non ho partiti dentro la squadra, lavoro in funzione dei risultati per la Roma mentre qualcuno di voi lavora per qualcos’altro. Prendendo le prime interviste troverete coerenza”. 

Secondo posto? Sabatini non ha dato certezze sulla permaneza di alcuni calciatori, ha avuto “Il terzo posto era quasi impossibile da raggiungere e va dato merito ai calciatori. A me è sembrato che Walter abbia detto anche che Radja e Miralem restano. Scusami se non ti rispondo ma non voglio fare quello che chiedo di non fare ai miei calciatori. Ne parliamo a fine campionato. Noi lavoriamo per l’impossibile per alzare l’asticella e ci siamo creati l’opportunità che possa avvenire e non voglio far perdere questo di vista ai ragazzi. Nel gruppo c’è partecipazione, anche gli atteggiamenti di chi entra, nell’andare a fare il proseguimento della barriera vuol dire che si cerca di andare a prendere il pelo. Questa partita ci potrebbe far cogliere i frutti degli sforzi precedenti e l’impossibile a volte succede. Tutto il resto è noia come dice il Califfo”. 

Paredes, Sanabria e Iturbe, chi osserverà con più attenzione? “Involontariamente è mettere in discussione tre calciatori che domani ci possono servire. Sono di valore e verranno presi in considerazione, abbiamo uno specialista in fatto di mercato e quello che dice Sabatini è giusto che lo dica, voglio vedere questo gatto maculato e lo facciamo fare a lui. Lui deve fare le sue prove, indagini, movimenti, io sono dentro un’altra situazione, quella del campo”.

Il gap con la Juve, alla Roma manca più sul piano tecnico o mentale? “Sono belle parole. Noi sotto l’aspetto caratteriale qualche passo in avanti lo dobbiamo fare ma abbiamo acquisito l’apporto di alcuni calciatori e stiamo recuperando anche Castan, il quale fa salire il livello caratteriale in allenamento. Poi Strootman, De Rossi, anche Pjanic si prende le responsabilità e sa di essere un leader e noi abbiamo bisogno di averne più di qualcuno. Il numero dei calciatori che ha la Juve è tutto dello stesso livello ed è stato bravissimo Allegri a giocare a 3 o a 4, a cambiare durante le partite, i suoi calciatori sanno mettere in atti quello che lui chiede. Ci sono però tante squadre da guardare, il Napoli, l’Inter e il Milan, poi bisogna trovare la chiave per riuscire a prendere il meglio dalla squadra e chiunque può arrivarti davanti”.

Florenzi schierato più dove serve che dove può rendere al meglio: “Io non so quale è il suo ruolo, mi puoi aiutare? In questo momento davanti al posto di El Shaarawy o di Salah…E’ una posizione dove ci ha fatto vedere che può stare, dal punto di vista difensivo non è un difensore ma in quella posizione può dare qualcosa in più anche a Salah che gli gioca avanti. Dobbiamo tenere conto dove serve alla squadra perché bisogna cercare di far quadrare il gioco e se riesci a far essere piò forte un’11 piuttosto che 11 calciatori forti si arriva un po’ più in là e i fatto dicono che tantissimo non abbiamo sbagliato. Florenzi per quello che sa fare qui, lì e di là è da tenere in considerazione per tre ruoli perché li fa in maniera eccellente”. 

 

 

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