Luciano Spalletti, al termine della partita, ha risposto alle domande dei giornalisti di Mediaset Premium, in conferenza stampa e a Roma TV. Ai microfoni di Mediaset Premium
D. Che è successo?
“Abbiamo perso una partita importante ed è un peccato visti i sacrifici fatti per arrivarci”.
D. Sembra non ci sia stata la cattiveria agonistica che serviva, è così?
“Era quello che mi premeva per far scorrere la partita sui binari giusti. Loro sono stati bravi ad andare subito in vantaggio. Quando ci stavamo organizzando siamo rimasti in 10 e quello ci ha rovinato”.
D. Ingenuità pesante.
“Si dici bene. L’anno scorso non avevamo mai dato la possibilità agli arbitri di fare scelte del genere. Si poteva stare più calmi”.
D. Stasera non siete stati squadra, a differenza del primo tempo di Porto, che ne pensi?
“Gli infortuni non ci hanno permesso di arrivare al massimo della condizione. Era importante la gestione della palla e per quello ho scelto De Rossi come centrale che ci sta bene in quella posizione. Però siamo stati lenti e abbiamo perso palloni per delle leggerezze. Loro sono stati più tranquilli nel fare le loro giocate, ci siamo innervositi e poi abbiamo preso il gol, l’espulsione e non si può in 2 partite di preliminare stare 2 volte in 10”.
D. Cambierebbe qualcosa nei confronti della squadra, società o pubblico?
“Non cambierei niente, a parte questa sera. Siamo entrati in partita male, abbiamo sbagliato troppo nel gestire la partita. Dopo aver preso gol comunque la partita era li, e anche in 9 abbiamo rischiato di pareggiare per cui non cambierei nulla. Poi tornare sugli errori non m’è mai servivo a niente. Ora ci aspetta un periodo durissimo, dovremo tapparci le orecchie perché quello che ci aspetta ci farà male. Bisognerà lavorare in maniera incredibile a livello di comportamenti, atteggiamenti”.
D. Tre espulsioni significano squadra fuori controllo o giocatori che non rispettano gli altri?
“Ci possiamo mettere pure le 17 partite dell’anno scorso in cui non era mai capitato. Il via l’ha dato Vermaelen che è un giocatore d’esperienza che veniva da una società dove giocano a pallone. Noi abbiamo anche dei regolamenti in cui non tolleriamo chi lascia la squadra in 10, quindi ci atteggiamo in maniera diversa. In questa settimana si è visto un epilogo diverso, ma noi non avevamo avuto avvisaglie per poterla prevenire questa situazione”.
In conferenza stampa
“E’ una sconfitta difficile da buttar giù. Difficile da analizzare perchè dovevamo entrare in campo e gestire la partita e avere qualche palleggiatore in più perchè dopo i primi due errori non ci saltassero i nervi. Riuscire a prendere confidenza con la partita era fondamentale, non ci siamo riusciti abbiamo perso dei palloni facili e abbiamo preso gol. Poi ci siamo innervositi e ci tenevamo moltissimo e poi è facile andare al di là di quello che è il lecito e ciò che ci è permesso. Perché ci tieni troppo, non va niente di quello che hai programmato. Queste situazioni sopra le righe sono nuove, l’anno scorso non sono mai successe nonostante le partite difficili. Quella di rimanere in 11 dovrebbe essere una regola, ma non ci siamo riusciti”.
D. Fazio non era ancora pronto?
“Fazio ha tutte le carte in regola per giocare. Per avere uno che inizia l’azione e per avere più qualità ho scelto De Rossi. Ci voleva uno forte fisicamente e di testa dopo, a inizio partita. Uguale anche sull’esterno, visto che Peres non mi è sembrato essere in grande condizione, ma era l’unico che avevamo a disposizione. Mi era sembrato di aver trovato la posizione, poi ovviamente vedendo la gestione della palla ho sbagliato. Conosco bene De Rossi, a me sembra tutto un altro De Rossi dal suo primo periodo. Era già una persona che capiva le posizioni, ora mi sembra perfetto: ha maturato, è un uomo vero e ci tiene in ogni situazione. Per la prima volta si analizza tutto quello che è successo e se ne parla”.
D. Perchè è arrivata la sconfitta? Sbagliato qualcosa tatticamente?
“Sentivo dentro questa partita, così come sento i miei calciatori. E’ una squadra forte, sentivo di fare queste scelte altrimenti avrei sterzato in maniera diversa. E’ una sconfitta che ci spezza in due, adesso ci aspetta un periodo lungo e durissimo. E’ difficile trovare una causa e basta, adesso sono tante le insidie con le quali condivideremo giornalmente. Sarà un duro periodo, e si ripeterà finchè non arriveremo al successo. Sono botte forti, non è una sola situazione che ti può risarcire e risanare. Saranno due-tre mesi in maniera splendida che ti potrà aiutare a rimettere a posto le cose, con un grande lavoro mentale, fisico, di disponibilità. Bisogna tapparsi orecchie e naso perchè ci diranno di tutto”.
D. Quanto pesa questa sconfitta? Quanto è importante l’obiettivo Europa League?
“Bisogna vedere le reazioni giorno dopo giorno, durante la frequentazione degli allenamenti. Bisogna rialzarsi il prima possibile, trasferirsi quel qualcosa che ti aiuta a guardare nella situazione giusta. Tanti piccoli passettini che ti aiutano a rialzarti giorno dopo giorno. Vincere l’Europa League è un altro traguardo difficilissimo, noi dobbiamo sempre pensare a vincere le partite. Prima di fare un programma di ambizioni bisogna vedere come si reagisce”.
Ai microfoni di Roma TV
D. C’è qualcosa che oggi l’ha delusa più di altre partite?
“L’inizio della partita, sotto l’aspetto della personalità, e il fatto di far girare la palla. Quella che era la nostra intenzione”.
D. All’andata avevate imbrigliato meglio la formazione di Espirito Santo.
“Loro sono una squadra con esperienza, se negli ultimi 10 anni hanno vinto un po’ di cose è segno che dentro questo tipo di competizioni loro sanno come comportarsi e ci vuole un’altra squadra che sappia altrettanto come comportarsi. Se sbagli l’inizio, loro lo sfruttano. Un po’ di difficoltà a livello psicologico ce le siamo create”.
D.Sulle espulsioni: una valutazione?
“Non le ho viste bene e non le ho volute rivedere. C’è dispiacere e amarezza ma il pensiero va dove c’è la possibilità di ritirarsi su e nel lavorare per un lunghissimo periodo in una certa maniera. Ora c’è da inghiottire e non da soffermarsi, da far uscire ancora sangue dalla ferita che c’è. Bisogna riuscire a creare una strada in cui impegnarsi in maniera dura, creare un percorso. Sarà una storia lunga e difficile, un periodo in cui ognuno può dire quello che gli pare ma noi dobbiamo prenderci le nostre responsabilità”.
D.Le verticalizzazioni non sono riuscite, anche qualche problema nell’1 contro 1. Non c’era la possibilità di cambiare qualcosa, prima dell’espulsione?
“Può darsi che qualcun altro avrebbe fatto in un altro modo. Io non avevo bisogno di verticalizzazioni improvvise, avevo bisogno di palleggiare e tenere palla, prendere confidenza con la partita. Avere il possesso ti scioglie e ti dà tranquillità per poi fare le giocate importanti. Poi abbiamo sbagliato tutte le palle, troppo facili. Poi loro hanno fatto gol su palla inattiva, ci siamo fatti cacciare un giocatore. Nell’inferiorità numerica abbiamo fatto delle buone cose, abbiamo creato 3/4 occasioni e potevamo pareggiare la partita. Noi avevamo la possibilità di far giocare Fazio dietro, ma ti giochi subito un centrale e loro fanno ripartenze veloci. Puoi anche immaginare di andare a fare i supplementari. per cui mi serve un centrale così, che abbia la forza. Sugli esterni mi ci vuole un giocatore, Peres non ha mostrato di essere in grande condizione e Daniele lì calzava a pennello perché faceva iniziare l’azione. E lui è d’accordo a giocare ogni tanto da centrale perché l’abbiamo già fatto. Potevamo metterci a tre, però poi Perotti è costretto a farsi tutta la fascia. Se poi a loro concedi tutte questa palle facili, hanno facilità nell’inserimento e nel palleggio tra le linee. Sono tutti bravi con la palla, e noi volevamo togliere questo a loro. C’era da far fare un giro in più alla palla, ma ne abbiamo perse troppe”.
D.Una partita non può spazzare via tutto quello fatto fin qui.
“Sì, si ripartirà sicuramente per tutte le cose belle che ci sono davanti e nel lavorare con questi colori. Ma sarà un lungo periodo che ci spezzerà e bisogna essere bravi a saper prevedere cosa succederà. A partire da domani mattina, da come si cammina, da come ci si allena, da come si sta nello spogliatoio, da come ci si guarda”.