Spalletti II: l’ascesa giallorossa dopo la delusione Garcia, con quel piccolo rimpianto

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spalletti_cstampa16112016-6-689x478La Roma di quest’anno, più di ogni altra stagione, era destinata a lottare per il vertice del campionato di Serie A. Le premesse c’erano tutte: nessun pezzo forte della rosa venduto e una campagna acquisti degna di nota. Magari non avrà messo d’accordo la totalità della tifoseria giallorossa, ma gli acquisti di Salah e Dzeko, su tutti, hanno fatto sperare e non poco ad un’annata da poter ricordare. I tremila tifosi andati a Fiumicino ad accogliere quello che tutti si auspicavano essere il centravanti giusto, il numero 9 che avrebbe risolto i problemi in attacco della Roma, erano i primi a crederci.

Iniziato il campionato, però, quest’entusiasmo che avvolgeva la parte romanista della città è andato via via scemando. Le colpe sono da dividere equamente tra società, allenatore e giocatori, ma come spesso accade in questi casi, nel mondo del calcio, il capro espiatorio è l’allenatore. Colpa dei risultati altalenanti, alcuni dei quali clamorosi (guardare sconfitta e pareggio col BATE Borisov in Champions ed eliminazione dalla Coppa Italia per mano dello Spezia), oltre alle prestazioni poco brillanti della squadra che non esprimeva più il gioco arioso e propositivo che aveva caratterizzato la Roma di Garcia nel biennio precedente.

Da quell’8 Novembre, terminato con la vittoria per 2-0 nel derby e dopo aver assaporato per qualche giornata la vetta della classifica, nelle dieci sfide successive tra campionato, Champions e Coppa Italia, Garcia ha totalizzato un misero bottino di 6 pareggi, 3 sconfitte e una sola vittoria. Prestazioni che, nonostante la fiducia più volte espressa nei suoi confronti, hanno spinto la società a prendere la decisione di sostituirlo.

Serviva qualcuno capace di ridare vitalità ad una squadra frastornata e con i giocatori chiave e più attesi che stavano deludendo. La scelta, come tutti sappiamo, è ricaduta su Luciano Spalletti, uomo che già conosceva la piazza e l’ambiente e che quindi avrebbe potuto incidere sin da subito, senza perdere tempo nell’ambientarsi.

Così è stato, per fortuna della Roma, che con l’arrivo del tecnico di Certaldo ha decisamente invertito il trend negativo inanellando una serie di vittorie di fila dopo il blocco iniziale, con il pareggio interno contro il Verona all’esordio e la sconfitta nella trasferta torinese contro la Juventus. Dopo queste due partite la Roma di Spalletti ha cambiato marcia vincendo 8 partite consecutive, pareggiando l’ultima contro l’Inter prima di questa sosta per le Nazionali.

Questa serie di risultati positivi messi a segno portano Spalletti ad avere la media punti più alta della Serie A con i suoi 2,36 punti a partita, davanti addirittura alla capolista Juve di Allegri (2,33) e al sorprendente Napoli di Sarri (2,23), oltre che ai pretendenti per il terzo posto Mancini, Sousa (entrambi a 1,83) e Mihajlovic (1,63). Ovviamente va considerato che questi dati sono rapportati al numero totale di partite giocate finora, con il tecnico giallorosso fermo al momento a 11, contro le 30 gare dei rispettivi colleghi avversari.

Rimanendo, invece, in casa Roma il confronto tra Garcia e Spalletti è nettamente in favore del secondo, con il francese che ha totalizzato una media di 1,79 punti nei 19 incontri disputati prima dell’esonero.

Altro dato degno di nota è sicuramente l’incremento della media gol della Roma che curiosamente è identico alla media punti. Infatti grazie alle 26 reti messe a segno in queste 11 partite, i giallorossi sotto la guida di Spalletti hanno una media di 2,36 gol a partita, contro gli 1,89 di Garcia con le 36 reti in 19 incontri.

Numeri alla mano, tutti questi dati analizzati fanno capire come la Roma sia migliorata con l’arrivo di Luciano Spalletti..Miglioramenti che si notano soprattutto nella squadra, dal gioco fino ad arrivare a quei “comportamenti” che hanno permesso questa risalita fino al terzo posto, obiettivo minimo stagionale, ma ben lontano dai sogni scudetto che ognuno di noi sperava durante quest’ultima calda estate.

E se Spalletti fosse arrivato almeno un mese prima?

 

Glen David Olegario

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