Spalletti: “Dobbiamo portare il campo da 110 metri a 55”

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Consueta conferenza stampa per mister Luciano Spalletti alla vigilia della gara casalinga contro la Sampdoria. Il tecnico giallorosso ha risposto alle domande dei giornalisti presenti nella sala stampa di Trigoria, iniziando come sempre dalla situazione infortunati:

“Partirei dalla situazione degli ultimi giorni e ringrazio tutti per i messaggi che ho ricevuto in questa vicenda. Per quanto riguarda noi Vermaelen va testato perché ha una situazione che va monitorata, De Rossi e Perotti sono disponibili”.

Come ha trovato la squadra dopo la sosta? “Non ho ancora rivisto i nazionali perché ci hanno lavorato i miei collaboratori. Un po’ di fatica l’hanno fatta e qualcuno ha dovuto recuperare in questi due allenamenti, per esempio Salah. Questi allenamenti dopo le nazionali servono per riordinare le idee. Sarà importante il messaggio che arriverà dall’allenamento di oggi valutando le problematiche che hanno avuto e quanto hanno giocato con le rappresentative. Sanno benissimo quello che è il “resistere” che bisogna avere in determinati casi. Le vittorie arrivano con l’opposizione ai momenti che non avresti voluto vivere e non ho dubbi sui miei calciatori”. 

Giampaolo? “Con lui è facile avere un rapporto buono perché ha gradi valori umani e calcistici. Abbiamo passato molte serate insieme a parlare dei nostri punti di vista. Lui riesce a plasmare le squadre passando attraverso il concetto di squadra. Basta veder,i giocare e si vede che c’è la sua mano. Nonostante la Samp fosse stata allenata da un grande allenatore come Montella si vede che Giampaolo ci ha messo qualcosa di suo. Siamo amici”.

Partita attraente per le caratteristiche degli allenatori, è riproponibile la presenza di due terzini che spingono tanto o è più difficile? “E’ abbastanza facile. Cerco di fare una sintesi. Si tratta sempre di quello che dicevo di Giampaolo. Dobbiamo fare dei passi in avanti e abbiamo perso un po’ la distanza di squadra e siamo meno compatti. Qui ci sono tanti ingredienti perché se sei corto puoi ragionare in modo diverso. Florenzi può fare il terzino? Si, però la squadra deve comandare il gioco. Se hai due terzini che sanno spingere bene e fanno meno la fase difensiva è inutile aspettare gli altri. Se gli dai l’opportunità di attaccare quando sei tu a farlo non ha senso. Dobbiamo tenere palla noi e tenerla nella metà campo avversaria. Le distanze sono fondamentali, in larghezza non puoi stringere ma per lunghezza lo puoi portare da 110 a 55. Si gioca in 40 metri e soprattutto all’inizio dell’azione puoi reggere la squadra corta. Le misure sono fondamentali”. 

Baldissoni ha parlato della possibilità di lasciare l’Olimpico: “In questo caso non ho imparato niente da Baldissoni, la penso come lui ed è una questione che riguarda la società. Non so se alludi alla presenza degli spettatori, lo stadio vuoto è dannoso per la squadra perché ti rafforza meno e ti toglie di più. Ne abbiamo parlato e per la società è un tema caldo. Se verrò coinvolto ridirò la mia ma la penso come Baldissoni”.

Ciclo intenso, Allegri ha detto che Pjanic si deve abituare a dei carichi diversi rispetto a prima: “Noi si fa meno di quello che fanno alla Juve e in Nazionale. Probabilmente facciamo di meno. Io so come ci alleniamo qui, vedete dalla mattina alla sera quello che facciamo. Non so quello che fa Allegri, lo copierei visto che vince. Noi Facciamo il nostro lavoro”. 

Florenzi sembra il dodicesimo uomo, limita la sua crescita? “E’ bravo da tutte le parti e lo si può mettere dove vuole. Va valutato anche nei confronti del resto della squadra proprio perché ha questa duttilità di poter fare tutto e farli bene. In previsione di quello che è la nostra struttura, con Ruediger che sta facendo dei passi in avanti, cerco di tenere in considerazione tutto. Non è che tutti si difende e si attacca e l’errore lo ripeto: la nostra squadra si è allungata e dobbiamo riprendere le nostre distanze”.

Da domani 8 giorni impegnativi con 3 partite, cosa si aspetta e che valore ha la gara di domani? “Tutto quello che ci riguarda ha un valore importante ai fini del risultato. Il modo di stare insieme, di invogliarsi, di guardarsi e di allenarsi. Ciò che diventa fondamentale è riuscire ad essere una squadra e le scelte verranno fatte considerando questo. Dobbiamo essere più corti e compatti. L’anno scorso ci siamo riusciti ed era visibile. Lì dentro è stato facile perché si poteva avere il contributo dei compagni ma quando ci si allunga così è difficile perché ci sono tanti metri a dividerci dal compagno. La palla va lanciata e non basta spostarla come quando si è corti. Oggi si parlerà di questo. A Cagliari non dobbiamo giocare con la palla buttata ma la dobbiamo manovrare da dietro perché la nostra qualità ci impone questo e ti porta ad avere il successo nei confronti dell’avversario. Se ti vogliono pressare ti pressano e la corsa è maggiore in quelli che hanno meno qualità. Se ci pressano deve diventare un vantaggio per noi perché ci resta più spazio dietro alla loro linea difensiva e se non lo facciamo non siamo giocatori da Roma e non sono allenatore da Roma. Quello che mi da più fastidio è che spesso abbiamo rinunciato e quello non mi garba”. 

 

 

 

 

 

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