Luciano Spalletti, allenatore dell’Inter, ha rilasciato una lunga intervista al Corriere dello Sport. l’ex tecnico giallorosso ha parlato della sua esperienza alla Roma, del suo presente nella squadra milanese e della lotta per la Champions League. Queste le sue parole:
Se potesse tornare indietro allo scorso mese di giugno, direbbe ancora di sì all’Inter?
“Risponderei con un sì ancora più convinto, con “s” maiuscola. Ma soprattutto più consapevole del compito che mi aspettava. In questi 7 mesi ho avuto la possibilità di vedere le cose da dentro e di conseguenza di capire ancora meglio tutte le situazioni. Potremmo dire che è come quando devi ristrutturare una casa: viene fatta un’analisi, una stima dei lavori da fare basandosi molto sull’esperienza, ma è solo a lavori in corso che capisci quali sono tutti gli interventi precisi da fare”.
Che voto si darebbe se a fine stagione raggiungesse la Champions League? E se non la raggiungesse?
“In caso di raggiungimento mi darei 10, cioè il massimo. Se non ce la facessimo, il voto lo potrei dare dopo aver visto come non è stata raggiunta e chi è arrivato davanti”.
Cosa la porta a pensare che riuscirete a mettervi alle spalle una tra la Roma e la Lazio?
“A me interessa che non sia l’Inter a mettersi alle spalle di Roma e Lazio. Dobbiamo pensare solo a giocare tutte le partite al massimo delle nostre potenzialità e cercando di fare più punti possibili. Se alla fine non avremo raggiunto il quarto posto dovrà essere perché qualcuno è stato più bravo ed è riuscito a conquistare un punto più di noi”.
E’ d’accordo con chi sostiene che, rispetto a Napoli, Juve, Lazio e Roma, al centrocampo dell’Inter manchino un regista e un po’ di qualità?
“I centrocampisti dell’Inter sono gli stessi che ci avevano permesso di essere primi in classifica. Il calo di rendimento di questo secondo periodo si lega al momento che sta attraversando tutta la squadra. Caso mai il discorso apre un’analisi più profonda… Credo che queste squadre stiano raccogliendo dei frutti perché hanno dato continuità a un lavoro che dura da qualche anno”.
Un giocatore tipo Nainggolan è l’ideale per il suo calcio?
“Nainggolan è adatto per il tipo di calcio di qualsiasi allenatore. L’“Alieno” è fatto di un’altra pasta”.
Realisticamente quando l’Inter potrà colmare il gap con la Juventus e il Napoli? Uno, due o tre anni?
“Quando riusciremo ad avere la stessa continuità di risultati che per il momento è molto differente. Il tempo è come un elastico che si accorcia e si allunga. La competenza professionale, insieme a un livello di sforzo e di lavoro continuativo fuori dal comune, è l’ingrediente che separa la realtà dal sogno”.
Dopo l’ultimo attacco di Totti e la sua risposta di venerdì in conferenza, cosa dirà a Totti o cosa farà la prossima volta che lo vedrà?
“Se continuiamo con questo Totti-Spalletti per protesta smetteranno di girare anche i tornelli degli stadi… Credo che questa storia abbia stancato un po’ tutti. Quindi non parliamone più”.
Perché a Roma non tutti amano un allenatore che nei suoi 7 anni ha alzato 3 trofei e ottenuto piazzamenti così importanti? Non crede che, per il suo lavoro e per i risultati raggiunti, ora il rapporto dovrebbe essere diverso?
“Quando accetti di caricarti delle responsabilità sulle spalle, di prendere ogni volta delle decisioni, anche le più impopolari, ma sempre per il bene della squadra, inevitabilmente finisci per scontentare qualcuno e perderne il sostegno. Ripeto, se ho un torto, è quello di aver lavorato sempre per il bene della Roma. Poi ognuno può trarne il bilancio che vuole. Certamente il mio pensiero personale mi fa sentire con la coscienza a posto perché so di aver dato tutto me stesso. O forse anche oltre”.
De Rossi ha detto che in futuro vorrebbe diventare il suo vice o quello di Di Francesco. C’è un posto nel suo staff per lui?
“Vista l’assoluta qualità del mio staff, mi viene da dire che la possibilità d’ingresso è permessa solo a campioni come lui”.