Una serata da ricordare. Una notte da lupi!

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Una serata da incorniciare, una di quelle che verranno ricordate per molto tempo, che, a distanza di anni, avrà sempre un posto riservato nella mente di ogni romanista.

Il 31 ottobre 2017 dunque doveva essere la notte delle streghe, della paura e della rivincita dei campioni d’Inghilterra dopo l’affronto dell’andata e invece è stata quella dei lupi guidati dal sapiente Di Francesco e dei 55 mila dello Stadio Olimpico.

Un pubblico che ha cantato e soffiato sulle ali dell’entusiasmo dei calciatori giallorossi, una marea romanista che non ha mai smesso di incitare. Bella e calorosa come non si vedeva da tempo, forse troppo. Pensate se fosse così ogni domenica o martedì che sia, a prescindere dall’avversario di turno? Il famoso dodicesimo uomo in campo però non regalerebbe solo entusiasmo e colore, ma sicuramente anche punti in più.

Come quelli che la Roma ora ha sul secondo e terzo posto del girone. La qualificazione, che al momento del sorteggio di Nyon, appariva come una chimera, ora è una lì a portata di mano, ad una manciata di minuti. Si, perché questa squadra sta dimostrando di essere più forte anche della scaramanzia perché 4 punti contro il Chelsea, 1 con l’Atletico e 3 con il Qarabag, non possono svanire nel nulla con pochi giorni.

Gli uomini di Di Francesco infatti non sono come i sogni, sono reali, vivi, decisi e determinati. Gli si chiedeva una prova di forza per dimostrare a se stessi e a tutti gli avversari che la Roma c’è e non solo contro Benevento e Crotone. De Rossi e compagni però non potevano scegliere serata migliore per affermarsi, quella in cui tutti avevano il timore dei Blues di Conte, gli hanno rifilato 3 gol. Facendoli tornare nella capitale inglese con zero punti e soprattutto con zero recriminazioni, come affermato dal tecnico italiano in conferenza post partita:”La Roma ha meritato la vittoria, hanno avuto più fame di noi.”

La Roma di Di Francesco dunque ha battuto il Chelsea dell’ex Ct azzurro con le sue stesse armi, il pressing, la voglia e la concentrazione. Quello che i tifosi giallorossi hanno sempre ammirato, o se vogliamo, invidiato alle big europee, ieri l’hanno toccato con mano. Si, perché la corsa continua di Strootman e Nainggolan, il temperamento di Fazio e DDR, le provi magistrali di Florenzi, El Sharaawy e Perotti, le fatiche di Dzeko che non segna, ma che gioca con e per la squadra e che fa tribolare per 90′ la retroguardia del Chelsea, Juan Jesus che fa impallidire gli avversari e l’ex compagno Rudiger, che era volato a Londra per giocare in una grande squadra, Alisson e Kolarov che non sono mai impegnati, perché la sfera non arriva mai da quelli parti, fino agli ingressi decisivi di Manolas e Gerson. Il brasiliano infatti subentra nei minuti finali per aiutare il greco nel ruolo insolito di terzino destro, peccato però che il numero 44 non sia mai stato impegnato perché l’ex oggetto misterioso ora, sembra un calciatore vero.

Vero come il primato nel girone e le zero sconfitte dopo 4 partite nella massima competizione europea che, dopo la serata fantastica di ieri, appare meno spaventosa. Questo però non deve far fare voli pindarici, ma mostrare solamente che con il lavoro quotidiano anche le grandi squadre possono essere messe in difficoltà, che non bisogna partire sconfitti o regalare 6 o 7 gol, solo perché davanti si presenta il Barcellona, il Bayern Monaco o il Manchester United.

Perché la Roma è la Roma, perché ogni tifoso deve essere sempre fiero ed orgoglioso della prestazione della sua squadra. Sempre con il petto gonfio dunque, anche se come ha detto perfettamente ieri sera un sontuoso Daniele De Rossi:”Noi dobbiamo ringraziare di essere nati romanisti anche dopo un 7-1!”

Edoardo Albanese

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