Schick: Dopo l’intervista choc si avvicina il rientro

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L’attaccante ceco è tornato prepotentemente sulla bocca di tutti dopo l’uscita di una sua intervista rilasciata al magazine polacco Reportér (in realtà fatta qualche tempo fa, dopo Roma-Udinese). Alcune dichiarazioni del giovanissimo bomber non sono piaciute a tifosi e dirigenza e hanno messo in luce alcune peculiarità caratteriali che, se confermate, daranno molto lavoro da fare al tecnico Di Francesco, nel tentativo di smussarle in favore di una maggiore professionalità e incisività nel gioco giallorosso.

Le domande hanno riguardato tutti gli aspetti della vita e della carriera brevissima di Schick: si è passati dai racconti dell’infanzia ai rapporti col padre che lo ha introdotto al calcio e con i suoi primi allenatori, dalle sue passioni come dolci e  videogiochi fino ai suoi idoli Beckham e Cristiano Ronaldo.

L’arrivo in Italia alla Sampdoria dallo Sparta Praga, squadra per cui ha sempre tifato, non fu affatto facile in quanto inizialmente Giampaolo non lo vedeva, salvo poi ricredersi dopo i primi gol importanti. Ha parlato anche dello sfumato passaggio alla Juventus:”Sapevo che non era niente di serio, era un’infiammazione cardiaca che era passata, stavo bene, sapevo di avere abbastanza tempo per riposare e che tutto sarebbe stato normale, ma i bianconeri rinviarono il mio trasferimento. Quando tornai dalle vacanze, il mio agente mi disse che sarei dovuto tornare a Torino per altri test. Risposi che non sarei andato da nessuna parte. Alla Juve non importava più di me, ero arrabbiato”. Da queste dichiarazioni si comincia a delineare il carattere spigoloso del ragazzo confermato da alcune sue idee sugli allenamenti già da bambino : “Non andavo agli allenamenti due ore prima o tornavo a casa due ore dopo, non andavo in palestra regolarmente, penso che non sia necessario. Non devo fare le gare, devo segnare”.

Poi l’arrivo alla Roma e le “incriminate” dichiarazioni sul suo futuro: “Quando ho firmato, ho provato grande sollievo perché potevo concentrarmi solamente sul calcio. Sono sicuramente più tranquillo di un anno fa a Genova, perché arrivai come un signor nessuno, ma qui tutti mi conoscono, sanno che sono un giovane che qualcosa ha fatto. Kolarov mi ha rassicurato e mi ha detto di non subire il peso del costo del mio cartellino, di star calmo e che tutto sarebbe andato bene e che sono stati loro a voler spendere quei soldi. Quando ho visto il centro di allenamento mi sono reso conto che qui posso ottenere il meglio. Spero di potermi trasferire tra qualche anno in un club ancora migliore, dove sarò pagato ancora meglio. Dove? Non credo di poter andare molto più in alto di così. Ma forse restano un paio di club come Real Madrid, Barcellona o Manchester United”.

Anche se il giorno dopo il giocatore si è scagliato contro chi ha tradotto le sue risposte, affermando che ne è stato travisato il senso, i tifosi, sui social, non hanno perdonato il ceco, reo soprattutto di parlare di futuro lontano da Roma senza aver ancora giocato o dimostrato qualcosa nel club capitolino. Monchi stesso non avrebbe gradito e sembra in arrivo una multa da parte della società.

La nota lieta della vicenda Schick potrebbe essere però l’imminente rientro già in panchina nel derby per poi esordire nella “sua” Genova contro i rossoblu del neo allenatore Ballardini.

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