Il direttore sportivo della Roma Walter Sabatini ha rilasciato la seguente intervista ai microfoni di Premium Sport:
Vedrà stasera la semifinale di Champions tra Manchester City e Real?
“Sono partite di una grande suggestione, sarà uno spettacolo grandissimo. Per Manchester City-Real Madrid ci saranno in campo calciatori di grande caratura”.
La Roma con il Real Madrid ha creato tantissimo ma poi non è riuscita a concretizzare…
“Non li definirei rimpianti, ci siamo espressi su livelli accettabili e abbiamo lavorato molto. Non posso evocare la sfortuna perché sarebbe sbagliato. Però abbiamo giocato dignitosamente tutte le partite. In una fase ho creduto che nel secondo tempo ce l’avremmo fatta, infatti abbiamo creato due palle gol e li ho pensato che saremmo potuti rientrare nel match, ma purtroppo non è successo. Ci rifaremo almeno lo speriamo. Speriamo anche di rigiocarla anche l’anno prossimo la Champions e in quel caso cercheremo di farcela”.
Rammarico per non aver preso Spalletti prima?
“Li sapete meglio di me i tempi e i modi del calcio, è ovvio che per il suo percorso c’è un sospetto e un dubbio legittimo. La Juventus ha fatto uno strappo che non è replicabile. 24 vittorie su 25 partite è veramente una cosa non immaginabile. Spalletti ha fatto risultati incredibili. La sua media è da scudetto, il suo percorso è nettamente da scudetto. Spalletti è arrivato quando doveva arrivare, ma non credo che la Roma ce l’avrebbe fatta per lo scudetto. Avremmo potuto essere più competitivi. Spalletti ha fatto risultati straordinari, ma Garcia ha fatto 155 punti in due anni, era doveroso proteggerlo fino in fondo”.
Pastore va riportato in Italia?
“E’ un giocatore di 27 anni, è nel pieno della sua maturità. Ha avuto un percorso altalenante al PSG, quest’anno stava facendo bene. E’ un giocatore che è auspicabile che torni in Italia, è un talento puro, riesce a trasformare ogni palla in qualcosa di importante, è un falso lento, palla al piede è velocissimo, è un giocatore generoso, gli piace giocare con i compagni. A volte il suo talento lo porta a fare cose bizantine. L’ho visto percorrere 80 metri palla al piede, è un calciatore fantastico. Spero che non torni in Italia, perché non credo possa venire alla Roma”.
Benatia lo consiglierebbe alla Juventus?
“Non mi sento di dare consigli alla Juve, non ne hanno bisogno, non hanno sbagliato niente. La Juve si è staccata sulle altre in maniera netta, ce ne siamo accorti tutti in Italia, tutti raccontano della mentalità vincente, dei rigori, ma hanno fatto scelte giuste al momento giusto. Non hanno bisogno certamente dei miei consigli. Mehdi è un giocatore formidabile, un po’ logorroico per la verità. E’ un grande parlatore, con il tutto finalizzato alla costruzione di un grande reparto difensivo. Non credo che sia molto diverso rispetto a Ferrara. Mehdi ha un livello di attenzione altissimo, è molto forte sulle palle inattive”.
Ridarebbe del menestrello e del simulacro a Benatia e al suo procuratore?
“In un’altra epoca storica il menestrello si presentava da tutte le società che potevano essere interessate al giocare. In quel momento la Roma non voleva venderlo il giocatore. Poi definivo simulacro Benatia, perché era un’imitazione del calciatore che avevamo visto. Mi venne questa definizione, ogni tanto vado fuori al mio vocabolario. Ho un lessico che comprendo solamente io, in solitudine”.
Ci racconta qualche retroscena su Pjanic?
“Quel giorno dell’acquisto c’era una confusione incredibile, erano i primi tempi della nuova Roma, eravamo io Fenucci e Tempestilli in una stanza dell’Ata Hotel. Miralem doveva fare le visite, abbiamo noleggiato un aereo privato per portarlo a Roma, non c’era accordo col procuratore anche. Me lo ricordo bene quel giorno, abbiamo portato giocatori che hanno fatto molto bene, come Borini. Sono particolarmente orgoglioso di Miralem, è un calciatore di alto livello, che risolve le situazioni. Lui sembra pensato come un principe del calcio, ma quando si va a controllare il metraggio corre come un mediano di riconquista, ha una corsa qualitativa. Ha 26 anni e ora ha la Roma sulle spalle, mi ha dato gioia. Sta arrivando alla sua piena maturità”.
Giocatori come Isco o James possono andar via dal Real Madrid?
“Penso sia molto difficile. E’ difficile anche portarli via da quel tipo di calcio perché questo tipo di giocatori difficilmente abbandona una piazza importante”.
Per sostituire Zeman c’erano 4 sostituti: Bielsa, Blanc, Allegri e Garcia…
“Confermo”.
Allegri?
“Non si liberò dal Milan”.
Perché Spalletti?
“E’ un grandissimo allenatore, è una persona serissima, sa lavorare dentro il campo e sa sfruttare i suoi collaboratori, è un allenatore di grandissimo profilo. Sono sbalordito per quello che è riuscito a fare con questo gruppo. Se non hai un conduttore in campo, un uomo che conduce il gruppo, non bastano i grandi giocatori. Spalletti anche dal punto di vista didattico è al top”.
Totti?
“La frase che dissi su Totti è stato un infortunio dialettico. Direi che è ancora attuale, a distanza di 5 anni. Dissi questa cosa spontaneamente. Chi vive a Roma, ed io lo faccio da 20 anni, la luce indugia sui tetti. Non tramonta mai. Totti è come la luce di Roma, perché non si spegne mai. Potrei ribadirla anche oggi. E’ solo un’osservazione, questo Francesco lo sa. Il punto di domanda è su quando vuole finire. Questa è una cosa mia personale con lui. Francesco pensa che queste sue possibilità tecniche dinamiche e fisiche siano procrastinabili nel tempo. Lui ha una vera passione per il calcio, su questo non ci sono dubbi”.
E’ vero che il Chelsea di Conte ha chiesto Nainggolan?
“Non lo so. Non ho mai parlato con Conte e quindi non lo so. Devo dire che Nainggolan è un giocatore universale, quindi è seguito da molte società. Anche da noi è seguito, o inseguito qualche volta”.
Il nuovo ruolo del belga con Spalletti?
“Potrebbe essere anche una posizione transitoria, ma spesso Spalletti lo utilizza come centrocampista più alto. Spesso lo alza e lo fa giocare più avanti degli altri”.
Cavani alla Roma per vincere il titolo? Meglio Messi o Ronaldo?
“Cavani tra l’altro ce l’ho avuto a Palermo, però il nostro problema non è il gol. Vorrei ricordare che noi siamo l’attacco più forte della Serie A. Non abbiamo questa esigenza urgente. Messi o Ronaldo…non saprei rispondere”.