Nonostante la vittoria manchi dalla trasferta contro il Torino del 10 gennaio 2016, la soglia dei 40 punti, che significa salvezza, dista solo 6 lunghezze. Quello che ad inizio anno sembrava impossibile, non è mai stato così vicino. L’astinenza dai successi di quasi un mese un mezzo rende ancor di più l’idea dell’ottimo girone di andata effettuato. Inoltre il decimo posto in classifica è figlio di un miglior rendimento esterno; infatti, sui 34 punti conquistati ben 19 sono giunti al di fuori del Castellani e solo 15 tra le mura amiche. Di chi stiamo parlando? Ovviamente dell’Empoli di Giampaolo, prossimo avversario della Roma in campionato.
Analisi: La matematica è opinabile. In estate tutto sembrava già scritto, la favola Empoli era già finita. La stagione 2015/2016 che si apprestava a cominciare, sarebbe stata solamente un calvario lungo 38 giornate. Eccessivo pessimismo dei tifosi toscani e degli addetti ai lavori? Forse, ma tutti gli indici inducevano a pensarla in questa maniera: il tecnico dei miracoli, Sarri, aveva salutato per approdare nella sua Napoli dopo anni di successi e promozioni; con lui inoltre, erano partiti alla volta del capoluogo campano, anche i fidi Valdifiori e Hysaj. Il primo, in base ai dati forniti da OptaPaolo, era la perdita più importante, perché risultava il dominatore della Serie A 2014/2015 per palloni toccati, occasioni create su calcio piazzato e non, e passaggi riusciti nella propria metà campo. Mentre rimaneva sul podio, ma non lo dominava, per passaggi riusciti e per palloni recuperati. Se queste 3 partenze già creavano ansie e dubbi, figuriamoci quando anche Sepe, Vecino e Rugani hanno fatto le valigie. Il centrale difensivo ritornava alla Juventus con il record di aver giocato tutte e 38 i match dell’anno precedente senza aver ricevuto alcun cartellino giallo.
Il clima estivo dunque, lasciava intravedere più di qualche nube all’orizzonte. Inoltre, il nuovo mister Giampaolo veniva accolto con molto scetticismo, visto che era reduce da ben tre esoneri consecutivi. Inoltre la campagna di “rafforzamento” non sembrava tale. Da Skorupski a Zielinski, da Dioussè a Krunic, da Camporese a Cosic, da Buchel a Paredes, per finire con Ronaldo. Più che calciatori pronti per mantenere la categoria, sembrava una scommessa con handicap. L’unica nota apprezzata era il ritorno di Riccardo Saponara, che al Milan non aveva brillato. Proprio al fantasista italiano dedichiamo il prossimo video:
Eppure la società ci credeva e visti i risultati, faceva bene.
Il modulo rimane lo stesso dell’amato predecessore, il 4-3-1-2. La scelta di continuità non si limitava solo alla teoria ma anche la pratica. A partire dalla difesa, dove il nuovo allenatore ha ripreso e forse migliorato il concetto di difesa a zona, con massima concentrazione sugli spazi e la palla e non sull’uomo. Gli avversari sono liberi di muoversi, ciò che va intercettato è il pallone e le possibili traiettorie. Tutta la fase comincia dall’attacco e finisce con la difesa. Le punte infatti, nella fase di recupero si posizionano molto larghe, con Saponara, o chi per lui, che staziona nella parte centrale, ai suoi lati agiscono le due mezzali di centrocampo, che hanno grandi capacità di corsa ma anche di tecnica, in modo tale da intuire dove andrà il pallone e con pochi passaggi, far ripartire l’azione e creare pericoli per gli avversari. A chiudere l’ipotetico quanto pratico rombo, ci pensa il regista, ovvero Paredes. Abilissimo sia nel rompere la trama offensiva avversaria sia nel costruire gioco. Una vera e autentica rivelazione; basti pensare che dal momento in cui venne inserito tra i titolari, ovvero nel derby del 22 novembre contro la Fiorentina all’Artemio Franchi, terminato 2-2, la squadra di Giampaolo conquistò 4 vittorie consecutive e le prime tre addirittura senza prendere alcuna rete. Proprio al regista dedichiamo la clip successiva:
Tornando però alla tattica dunque, una volta recuperato il pallone, esso viene affidato ai sapienti piedi dell’argentino ex Roma, che resta la prima opzione in fase di ricezione della sfera. Il 21enne argentino si è da subito calato nel ruolo come se fosse la sua posizione naturale. Detta i ritmi, si destreggia negli spazi stretti, quanto in quelli angusti e spezza il gioco, anche se risulta ancora leggermente lento, come il suo modello di gioco, Riquelme. Risulta anche uno dei migliori in fasi di recupero; infatti, ha lo stesso numero di palloni recuperati di Allan del Napoli.
L’ex Boca, grazie ai movimenti dei compagni, è quasi sempre libero di passare il pallone o verso i terzini, che a turno si propongono in avanti, o verso il trequartista che si abbassa, perché regola fondamentale è che il rombo deve quasi sempre compatto e corto. In modo tale da fornire facili opzioni per il passaggio.
In generale tutti i reparti devono rimanere vicini, ma alla giusta distanza, con movimenti studiati e ripetuti, così da intasare, rallentare la costruzione del gioco avversario, che è costretto a giocare con estrema rapidità che può condurre ad un poca precisione. A differenza però della precedenza gestione tecnica, risultano maggiori i lanci in verticali, spesso improvvisati dopo una lunga fase di gioco in orizzontale, così da sorprendere l’avversario.
Passaggi lunghi verso le punte, che si allargano o vengono in contro a turno, così da lasciare spazio agli inserimenti dei centrocampisti o del trequartista. Inoltre molto frequenti sono i tiri da fuori, vista l’ottima tecnica degli interpreti in campo. A proposito di tecnica, saltano all’occhio i dati sui dribbling, infatti, sono tra i primi in Serie A come percentuali di dribbling riusciti. Anche se ciò può portare alla perdita del pallone, l’organizzazione difensiva può sopperire a tale problema, vista la compattezza della squadra empolese, che agisce quasi sempre in maniera molto unita, compatta, con la difesa molto alta. Difesa alta che potrebbe subire e soffrire con dei giocatori avversari molto rapidi come Salah.
Tutto viene svolto con estrema accuratezza e velocità, che però porta anche ad un logorio fisico che si ripropone in quasi tutti i match, tanto è vero che il 54% dei gol subiti avviene nel quarto di ora precedente e successivo al fine primo tempo. La partenza da centometrista dell’Empoli si ripercuote sulla tenuta fisica nell’arco dei 90’.
Se riuscissero ad aumentare la resistenza probabilmente avrebbero molti più punti rispetto agli ottimi 34 già detenuti, ma forse sarebbe chiedere troppo a chi era stato dato per spacciato; a chi nonostante la rivoluzione tecnica possiede 5 punti in più rispetto a chi, lo scorso anno, aveva ammaliato ed estasiato. Giampaolo e il suo Empoli meritano rispetto per quanto fatto e per aver continuato e per certi versi migliorato il lavoro di Sarri, con una rosa molto più modesta, ma integrata sapientemente da calciatori sconosciuti o quasi, abilissimi nel giocare a calcio. In fondo è quello che conta, non la carta d’identità o il curriculum.
Il lavoro estivo della società toscana era stato criticato aspramente, ma ora meriterebbe le scuse di chi, con troppa facilità, aveva etichettato come un matematico fallimento. Il presidente Corsi e suoi dirigenti, hanno dimostrato che con sapienza e con un lavoro ben ponderato, anche la matematica è opinabile.
Prossimo incontro: Empoli-Roma ore 18:00 27 febbraio 2016 Stadio Carlo Castellani
Probabile Formazione: Skorupski, Laurini, Cosic, Ariaudo, Mario Rui, Zielinski, Paredes, Buchel, Krunic, Pucciarelli, Maccarone. Allenatore: Giampaolo. In panchina: Pelagotti, Camporese, Bittante, Zambelli, Dioussè, Maiello, Croce, Piu, Livaja, Michedlidze.
Edoardo Albanese