Rubrica, l’analisi dell’avversario: il Milan

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Ac-Milan-Wallpaper-Image-Picture-Logo-previewSe in 18 giornate di campionato collezioni 28 punti, puoi pensare di arrivare ad un’ottima salvezza in tempi brevi e magari lottare anche per un posto in Europa League. Nulla di cui lamentarsi quindi; a meno che tu non sia il secondo club più titolato al mondo. Di chi stiamo parlando? Ovviamente del Milan, prossimo avversario della Roma in Serie A.

Analisi: Il compassato diavolo. Dal 1986 il Milan è stata la squadra dei grandi campioni, da Gullit a Van Basten, da Baresi a Maldini, da Shevchenko a Kakà e molti altri ancora. Ma l’epoca d’oro del Presidente Berlusconi e dei suoi successi sportivi sembra ormai alle spalle. Negli ultimi mercati estivi, infatti, ci sono stati pochi, pochissimi fuochi d’artificio e tante miccette. Eppure quest’anno sembrava quasi un ritorno al passato. I 90 milioni di euro spesi per gli acquisti, il tanto acclamato accordo finanziario con Mr Bee e l’avvento di un tecnico giovane ma con esperienza come Mihajlovic, lasciavano ben sperare, anzi sognare. Ma quando ci si sveglia dai sogni, la realtà può apparire molto diversa; cruda e dolorosa.

Dopo i vari esperimenti con Seedorf e Inzaghi, ad Arcore avevano deciso di puntare tutto sull’allenatore serbo. Quest’ultimo dopo una lunga gavetta, fatta di pochi bassi e molti alti, approdava o tornava a Milano, ovvero nel calcio che conta. Solo che sulla sponda opposta del Naviglio.

Un pragmatico per chi ha sempre cercato l’arte, un sergente per chi ha sempre amato l’estro. Eppure il connubio sembrava potesse funzionare. Unire la grinta e il carattere alla bellezza. Ridare animo ad un compassato Milan, grazie all’indiavolato ex Inter.

Ma nel passaggio dalla teoria alla pratica qualcosa è andato storto. I rossoneri infatti sono una squadra monca, senza equilibrio. Colma di trequartisti e con pochi centrocampisti, con una difesa mal combinata e quasi mai registrata. Gli innumerevoli cambi di formazione sono lì a dimostrarlo. Mihajlovic aveva iniziato dando il potere ai giovani Romagnoli ed Ely, salvo poi rivedere le proprie idee e inserire Zapata al fianco dell’ex giallorosso; poi Mexes e infine il vecchio Alex. Proprio quest’ultimo però non farà parte degli undici di domani per motivi fisici.

Le continue turnazioni non erano però finite, cosicché in porta dall’esperto Diego Lopez, che ha incassato 14 gol in 8 partite, si è passati al giovanissimo Donnarumma, che in 10 presenze ha subito solo 8 reti. Ma anche il centrocampo non è stato da meno, il quasi fuori rosa Montolivo dopo due panchine consecutive è diventato sia il titolare inamovibile sia uno dei più fischiati nell’ultima giornata di campionato dal pubblico di San Siro. Percorso inverso, invece, per l’olandese De Jong di cui ora non si ha più traccia. Senza dimenticare i criticatissimi Honda e Cerci, prima titolari poi panchinari ed ora di nuovo titolari, e Luiz Adriano, celebre a Milanello più per la sua stravagante capigliatura, che per le sue prestazioni. Addirittura l’esterno ex Toro Cerci, non è stato convocato per la sfida di domani per scelta tecnica, anche se si prospetta per lui un futuro in Liguria alla corte di Gasperini.

Una continua rotazione che non ha fatto bene a nessuno o quasi, anche perché gli unici a salvarsi sono stati il sedicenne estremo difensore, il terzino Antonelli, l’onerosissimo Bacca e l’ex Atalanta Bonaventura. Troppo pochi. A proposito di quest’ultimo vi proponiamo un video con le migliori giocate di questo scorcio di campionato.

 

 

La mancanza d’identità è l’unico risultato ottenuto, un gruppo anonimo e inconcludente. Quello che doveva essere la base da cui ripartire si è trasformato nel costoso coperchio delle cose da dimenticare. Il guerriero Sinisa non è riuscito a trasmettere la sua forza e tenacia, la sua bramosia di vittoria.

Infatti, per vincere bisogna innanzitutto non prendere gol e 22 in 18 partite sembrano troppi. Indicano una mancanza di gestione della palla, di pressing coordinato e costante. La continuità è una delle maggiori pecche riscontrate in questo Milan, ad esempio 16 delle 22 reti sono state subite nei secondi tempi. L’eccessiva lentezza nel capire il gioco avversario, nel fare il fuorigioco, o nello scalare nella marcatura appaiono come i problemi principali.

Al contrario della Roma che subisce molto, ma realizza anche molto, la squadra rossonera appare troppo leziosa e poco cinica in attacco. La partita con il Bologna, di cui potete rivedere gli highlights nel filmato, è l’emblema di quanto detto.

 

 

La mole di gioco ha prodotto solo 24 gol in 18 partite, che non bastano per vincere e primeggiare, nonostante siano gli stessi della capolista Inter, soprattutto se si subisce il doppio dei gol.

Ad onor del vero negli ultimi due mesi, una leggera inversione di tendenza si è notata, con 19 punti conquistati e 16 gol fatti in 10 partite. Ma le partite con il Verona e soprattutto quella con il Bologna hanno evidenziato di nuovo molti dei problemi che parevano affievolirsi. Sia in fase difensiva ma soprattutto in fase offensiva. La penuria in attacco è dovuta a vari fattori, ad esempio l’azione che parte troppo lentamente dal centrocampo, senza un’idea chiara di come costruire il gioco. Oppure inizialmente si notavano ripetuti contropiedi basati sulla velocità di Bacca e Luiz Adriano, ma una volta che gli avversari hanno preso le dovute contromisure, far gol è diventato sempre più difficile. Per trovare una soluzione a questa carenza il tecnico serbo ha inserito anche il giovane Niang e a fargli posto è stato l’ex Shakhtar Donetsk, autore di 17 presenze e 3 miseri gol. Sostituzione che ha sortito qualche leggerissimo giovamento; il classe 1994, infatti, in 7 partite ha segnato 2 reti, troppo poche, però, per sperare di vincere e convincere. Così sono stati pensati nuovi rimedi, come i tiri da lontano, diventati numerosi, quasi 200, e gli schemi su palla inattiva, come dimostra il video con le migliori giocate di Bonaventura; sia su calcio d’angolo che su punizione come nel caso di Balotelli, come dimostra la clip seguente.

 

 

Proprio l’ex Manchester City per alcune partite, come contro l’Udinese o contro l’Inter, sembrava potesse essere l’ancora di salvataggio del vacillante Milan. Invece i vari infortuni hanno bloccato la possibile esplosione di Super Mario.

Solo il celebre idraulico della Nintendo, forse, avrebbe potuto evitare l’inondazione su un Milan ancora non adeguato alla sua nuova realtà. Che dovrebbe chiudere definitivamente il confronto con il passato, dimenticando, almeno momentaneamente, l’idea di grandezza per evitare di rimanere solo un povero ibrido.

Prossimo incontro: Roma-Milan 9 gennaio 2016 ore 20:45

Probabile Formazione (4-4-2): Donnarumma; Abate, Zapata, Romagnoli, Antonelli, Montolivo, Kucka, Bertolacci, Bonaventura; Bacca, Niang. Allenatore:Mihajlovic. In panchina: Abbiati, Ely, Mexes, De Sciglio,Calabria, De jong, Poli, Honda, Mauri, Boateng, Luiz Adriano.

Edoardo Albanese

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