Rubrica, l’analisi dell’avversario: il Bologna

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Una neopromossa con 8 lunghezze di margine dalla zone retrocessione a 7 giornate dalla fine, può considerarsi già salva, o quasi. Ma episodi simili accadono raramente, sporadicamente in Serie A. Se poi si aggiunge che ha collezionato solo 3 punti nelle ultime 7 partite, che l’ultima vittoria, contro l’Udinese, risale, addirittura, al 14 febbraio scorso, quindi quasi due mesi fa, e che ha ottenuto più successi fuori casa che tra le mura amiche, allora l’evento diventa più unico che raro. Di chi stiamo parlando? Ovviamente del Bologna di Donadoni, prossimo avversario della Roma di Spalletti.

Analisi: La vettura italiana col pilota americano. L’avventura rossoblu nella massima serie era cominciata con il piede sbagliato, con il sinistro forse poggiato sulla frizione mentre con il destro spingeva l’acceleratore. Per quanto gli investimenti fatti in estate per ristrutturare la macchina e renderla adatta alla velocità della Serie A fossero più che adeguati, i risultati non furono soddisfacenti.

Nonostante i semafori fossero diventati verdi, la vettura è rimasta, a lungo, ferma ai nastri di partenza.

Forse, quello che mancava era il guidatore giusto. Quello che sapesse sfruttare tutti i cavalli della fuoristrada emiliana ma di produzione americana. Il Presidente d’oltreoceano, Joey Saputo, credeva di aver fatto tutto bene e non si capacitava dei continui insuccessi. Probabilmente, abituato al cambio automatico non era pratico con quello manuale. Così nell’ultimo weekend di ottobre, ha portato l’auto dal meccanico per prepararla per l’inverno e si è accorto che l’unico difetto era proprio chi impugnava lo sterzo. Detto fatto, via il pilota che lo aveva condotto nei Gp dei grandi, Delio Rossi, e dentro chi ha sempre guidato macchine di questo livello, chi di salvezze impossibili, o quasi, se ne intende, ovvero Roberto Donadoni.

Lo stesso conducente, pardon allenatore, ha intuito che la squadra si esprimeva meglio con alcuni interpreti invece di altri, che determinati giocatori era meglio schierarli a destra invece che a sinistra e così via. Oltre a ciò spuntarono nuove idee, nuovi schemi e coloro che andarono in campo sembrarono volare e così arrivarono anche molti punti.

L’emblema di questa trasformazione o evoluzione, che dir si voglia, è l’ex di turno, Mattia Destro. Nelle prime 10 partite con Rossi in panchina neanche un gol, nelle successive 10 con l’ex tecnico di Parma e Napoli al suo posto, 6 reti e 1 assist.

Analisi 2.0: il giusto mix di giovani, esperti e attori in cerca di un palcoscenico. Da quel 28 ottobre e quel cambio di gestione il Bologna iniziò a macinare gioco e a mostrare talenti. Alcuni da scoprire, altri da confermare e altri ancora da rispolverare, da tirare fuori da vecchi e lontani luoghi, sparsi nel mondo.

Così la Serie A vide per la prima volta il greco Oikonomou, il terzino della Nazionale Under-21 Masina o i due centrocampisti di qualità e quantità come Donsah e Diawara. Convalidò il giudizio sull’esperto estremo difensore Mirante, che forse qualche chiamata in più dai vari Ct italiani l’avrebbe meritata, specie dopo interventi, ripetuti e non sporadici, come quelli che vi stiamo per mostrare. Se il Bologna vinse a Marassi contro il Genoa, gran parte del merito fu il suo:

Per tornare al discorso di conferme non si possono non citare gli ex Sampdoria Rizzo e Gastaldello e i compagni di reparto di quest’ultimo, ovvero Rossettini e Maietta. Senza trascurare l’apporto, molto spesso a gara iniziata, di Brienza, Brighi o Mbaye.

Last but not least, come direbbero gli inglesi, ovvero gli ultimi ma non per questo i meno importanti, sono quelli che avevano bisogno di una nuova vetrina per ritrovarsi, di un palcoscenico sul quale salire con un pubblico, senza pregiudizi, pronto ad applaudire. Il primo di questi non poteva che essere l’attaccante tanto amato in estate, ovvero l’ex giallorosso Destro. Accolto come un campione, con una folla, intrepida attesa al suo arrivo in Emilia, pronta a gioire per i suoi certi gol. La salvezza passava per le sue esultanze e in effetti se questa è, quasi, arrivata parte del merito è proprio il suo.

Ma se il Bologna si trova in questa situazione di classifica, il merito è da spartire anche con chi giostra accanto al numero 10 felsineo, con chi ha portato 10 gol e 2 assist alla squadra emiliana, ovvero Mounier e Giaccherini.

Il tridente d’attacco, con 18 sui 30 gol totali, ha permesso di ottenere molti punti, ma se ci fermassimo alle sole realizzazioni commetteremmo un grave errore. Perché, e ne sono da esempio le partite contro Roma e Napoli, i tre giocatori più avanzati hanno sempre aiutato i compagni con la corsa degna di un centrocampista, degna di un incontrista. Le parole aiutano ma possono rimanere vaghe, le immagini restano impresse nella mente:

La maggior dote di Donadoni dunque, è stata proprio quella di saper tirare fuori da ogni giocatore il meglio, facendogli superare i propri limiti, facendogli gettare il cuore oltre l’ostacolo.

Alzi la mano chi abbia mai visto, il tanto criticato Destro, rincorrere un avversario fino alla propria area di rigore o pressare, da solo, tutta la linea di difesa rivale.

Miracolo! Qualcuno esclamerebbe.

A volte accadono, così il Bologna che era dato per spacciato, per alcuni mesi ha incantato tutto il palcoscenico italiano, con monologhi ma anche con scene corali, con la maestria del protagonista ma anche con la bravura delle comparse.

E poco in porta se si siano ritirati presto dalla scena e stiano pensando già alle meritate vacanze. In fondo il loro obiettivo lo hanno raggiunto, ma attenzione a darli per finiti, perché il copione lo hanno studiato e imparato, se volessero mostrarlo di nuovo, qualche applauso lo strapperebbero ancora.

Prossimo incontro: Roma-Bologna 11 aprile 2016 ore 20:45 Stadio Olimpico di Roma

Probabile formazione:(5-3-2) Mirante, Mbaye, Rossettini, Maietta, Masina, Zuniga, Donsah, Diawara, Rizzo, Brienza, Floccari. Allenatore:Donadoni. In Panchina: Da Costa, Stojanovic, Constant, Ferrari, Krafth, Oikonomou, Brighi, Crisetig, Pulgar, Acquafresca, Tabacchi .

 

Edoardo Albanese

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