Rubrica, l’analisi dell’avversaria: l’Udinese

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Nelle 9 partite del girone di ritorno sono solo 6 i punti conquistati, frutto di una vittoria, 3 pareggi e 5 sconfitte. Se si stilasse una classifica di questa seconda parte di campionato sarebbe ultima insieme all’Atalanta di Edy Reja. Numeri che fanno rabbrividire se rafforzati anche dall’ultima vergognosa prestazione fornita in Serie A. Avvenuta contro una delle dirette concorrenti per la salvezza, il Frosinone, che al termine della partita ha fatto esclamare, al vincente allenatore avversario Stellone, queste parole:” Non so se siano venuti qui credendo di fare una passeggiata..” Di chi stiamo parlando? Chi è l’autore della scampagnata in ciociaria? Ovviamente l’Udinese di Colantuono, prossimo avversario della Roma.

Analisi:L’esempio di organizzazione”. La squadra friulana negli ultimi decenni è stato lo specchio della gestione oculata, basata su organizzazione perfetta. Con un sistema di scouting eccellente, in grado di scovare moltissimi talenti, sconosciuti o quasi, in giro per il mondo. Basta citarne alcuni: Benatia, Asamoah, Inler, Handanovic, Pepe, Cuadrado, Quagliarella, Zapata, Iaquinta, il Pek Pizarro, l’attuale Zielinsky o il fenomeno Alexis Sanchez.

Una volta comprati inizia il processo di super o iper valutazione. Con l’inserimento nella rosa o con la girandola di prestiti ora, e comproprietà prima, in squadre avversarie o satelliti o in team di proprietà della stessa famiglia Pozzo, come il Granada e il Watford. Queste ultime, insieme al club bianconero, appartengono tutte ad uno stesso proprietario. Evento unico nel mondo del calcio, soprattutto per l’ottimo acume nello scegliere calciatori e nella gestione economica, pur partecipando a tre campionati differenti. A supportare questa tesi citiamo uno stralcio dell’articolo de il Wall Street Journal del 27 Aprile 2015,  dedicato alla famiglia Pozzo:“La capacità di fare del calcio un buon business è un dono raro nel football moderno.”

Inoltre furono tra i primi in Italia a capire l’esigenza di avere uno stadio moderno e di proprietà. Così nel 2012 vinsero la gara di appalto per il diritto di superficie dello Stadio Friuli per 99 anni e tra il 2013 e il 2015 cominciarono e portarono a termini le opere di riqualificazione della vecchia struttura. In soli due anni si conclusero i lavori, portando alla luce la “Dacia Arena”. Uno spettacolare impianto che vi proponiamo nel video seguente:

 

Uno stadio di proprietà, bilanci sempre in ordine, una gestione societaria invidiata da molti eppure una squadra che quest’anno lotta per la salvezza.

Analisi tattica:L’eccessiva variabilità che conduce al caos”. Nonostante il via vai di giocatori ad Udine si è sempre puntato su un blocco centrale forte. Molti calciatori si affermavano e poi venivano venduti e sostituiti, ma questo non ha quasi mai creato problemi nel gioco e nei risultati della squadra friulana. Perché non ci sono mai stati eccessivi stravolgimenti contemporaneamente. Invece da due anni a questa parte il club bianconero non riesce a tornare alla tranquillità e consapevolezza che li ha sempre contraddistinti. Forse sarà che in troppo poco tempo ha modificato alcune certezze, che non sono state rimpiazzate adeguatamente. Molti di quei giocatori che si erano resi protagonisti delle due qualificazioni ai preliminari di Champions League e quella in Europa League, erano stati ceduti: Handanovic, Benatia, Inler e Asamoah. Queste 4 partenze unite all’addio del tecnico dei miracoli Guidolin e al declino fisico del capitano Di Natale hanno chiuso il cerchio. Hanno chiuso un ciclo.

L’idea era di ricominciare con freschezza e quindi la scorsa stagione venne affidata al giovane Stramaccioni, ma l’ex Inter fallì inesorabilmente. Forse l’essere quasi coetaneo dei suoi giocatori non ha aiutato a ripartire. Quest’anno invece, si è seduto sulla panchina friulana l’usato sicuro, Stefano Colantuono. Autore di ottime annate a Bergamo con l’Atalanta. Ma anche lui sta facendo notevole fatica a ringranare la marcia, quasi peggio del suo predecessore. La squadra non sembra lo abbia mai seguito e capito fino in fondo, così come i suoi superiori che spesso hanno criticato le sue scelte tattiche e i suoi metodi di allenamento. Un amore che non è mai scoccato e che ha spinto l’Udinese verso il baratro, con lo spettro della retrocessione dietro le spalle.

Forse tutto l’ambiente bianconero non ha mai compreso quanto fosse reale tale possibilità, perché hanno sempre creduto che la propria rosa fosse adeguata e superiore ai mediocri rivali che stagnavano nella parte bassa della classifica. Ma come spesso accade nel calcio, la qualità non basta per vincere le partite, tanto è vero che match, che sulla carta dovevano risultare abbordabili, sono stati delle vere e proprie tragedie sportive. Dal 2-1 contro il Carpi al 4-1 contro il Palermo, dallo 0 a 1 in casa contro il Bologna, al 2 a 1 a Marassi contro il Genoa, per chiudere il cerchio domenica scorsa al Matusa contro il Frosinone. Tutti o quasi gli scontri diretti sono stati una carneficina, l’unico successo è avvenuto contro l’ultima in classifica, ovvero l’Hellas Verona di Luca Toni.

L’attaccante ex Fiorentina e Bayer Monaco, proprio come Totò Di Natale e Francesco Totti, è sul viale del tramonto. Gli anni e gli infortuni di questi tre campioni, agli sgoccioli delle loro carriere, non gli hanno permesso di giocare e di aiutare la squadra come in passato. Negli anni scorsi le idee dei tecnici venivano trasferite in campo da queste bandiere, sempre pronte a sventolare e a risollevare le sorti delle proprie squadre. Prima gli allenatori Mandorlini, Guidolin e Garcia hanno salutato, poi il vento si è calmato e i drappi, gli stendardi, le vele sono state ammainate e le rispettive navi si sono arenate sulla riva. Ma mentre a Roma la cura Spalletti ha rimesso benzina nei motori, negli altri lidi nulla sembra smuovere le acque.

Infine dato che il match vedrà, molto probabilmente, i due numeri 10 partire dalla panchina, dedichiamo una clip con un confronto tra due gol molto simili tra loro, di due eterni campioni:

Prossimo incontro: Udinese-Roma ore 15:00 13 marzo 2016 Dacia Arena di Udine

Probabile formazione(4-4-1-1) Karnezis, Widmer, Hertaux, Danilo, Armero, Edenilson, Kuzmanovic, Hallfredsson, Badu, Bruno Fernandes, Thereau. Allenatore:Colantuono. In panchina: Meret, Romo, Felipe, Domizzi, Wague, Adnan, Bajic, Lodi, Matos, Perica, Zapata, Di Natale.

Edoardo Albanese

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