Oggi si è tenuta la conferenza stampa pre-partita Roma-Porto di Luciano Spalletti e Kevin Strootman. Ecco le parole del tecnico:
D. La Roma ha dato subito un messaggio chiaro al campionato. Qual è invece il significato di questa partita?
“Parlare di questa partita penso che sia facile. Dite “Andate ad incontrare questa partita”, ma non è la partita di domani che aspetta noi, siamo noi che vogliamo andare ad incontrare lei. Che partita ci aspetta? Non è la partita di domani che ci aspetta. Siamo noi che vogliamo incontrarla, siamo noi che l’abbiamo desiderata per 8 mesi, siamo noi che abbiamo lavorato per essere qui domani. E’ quello che volevamo, è quello che desideravamo. E’ lei, è dall’anno scorso che la aspettavamo. E’ quella che ci può dare le chiavi per salire sul palcoscenico più prezioso d’Europa. Noi siamo pronti a giocarla perché è da 8 mesi che vogliamo essere lì domani sera”.
D. Il risultato dell’andata deve essere spazzato via dalla testa della squadra?
“Assolutamente sì nel modo di prepararsi, nel modo di pensarci, nel modo di lavorare. E’ chiaro che poi i giocatori dentro la partita dovranno essere esperti per fare più considerazioni, perché questa partita si gioca in 2 match, non in uno soltanto. Però poi facendo troppi calcoli si rischia di abbassare quello che è il livello della nostra forza e della nostra qualità. Noi dobbiamo entrare dentro e fare la nostra parte. La nostra parte dovrà essere sempre quella di fare vedere che vogliamo vincere le partite difficili, e questa è una partita difficile”.
D. Quella di domanda sarà la terza gara in una settimana. Questo può influire sulle tue scelte di formazione e sulla partita stessa?
“Io domani devo far giocare la migliore formazione che ho a disposizione e cercherò di scegliere quelli che hanno più qualità per quella che è la nostra ricerca. Non sarò influenzato da niente, sarò influenzato solo da quelli che non ho a disposizione. Delle valutazioni andranno fatte in funzione dell’inizio della partita e di quello che potrà avverarsi durante lo scorrimento della partita. Però è abbastanza chiaro tutto”.
D. Cosa è accaduto nella gara di andata che non vuole che si ripeta in quella di ritorno?
“Lo abbiamo già detto. Sotto l’aspetto della gestione, dell’esperienza che abbiamo, del vantaggio che avevamo in quella partita lì non abbiamo fatto il meglio. Nel secondo tempo abbiamo abbassato un po’ la nostra qualità e il nostro tentativo di giocare. Eravamo in inferiorità numerica, ma come si è visto sul finale della partita, con gli ultimi 5′ che si sono passati alla bandierina degli avversari, la squadra ha portato 3 o 4 pressioni altissime nonostante fosse in 10, ha riconquistato palla laggiù, ha tenuto palla nella loro metà campo lontana dalle insidie. Non ha buttato via e si è limitata a ricompattarsi per aspettarsi la controffensiva. Mi aspetto che le cose per una squadra forte si possano fare anche quando si è in difficoltà. Dovrà essere così, dovrà essere un marchio che esibiamo tutte le volte che ci viene data la possibilità di indossare questi colori”.
D. Domani serviranno due esterni di spinta o ne preferisce uno dei due un pochino più bloccato?
“Ho soltanto una scelta da fare domani e probabilmente se non la uso subito dovrò usarla in partita, sono talmente poche le situazioni a cui possiamo mettere mano… Scelgo come sempre. Scelgo la squadra, la mentalità di squadra, il fare le cose. Noi vogliamo determinare, non ci affideremo al destino, siamo noi che determiniamo quello che sarà il nostro destino domani. Si va a giocare la partita a testa alta, a tentare di vincerla sin da subito e non ad aspettare che loro vengano a giocare ricercando il gol”.
D. Ha detto che questa è una delle squadre più forti che ha allenato in carriera. Secondo lei la squadra ha la stessa consapevolezza delle qualità che ha? Le ha scoperte fino in fondo o ancora c’è possibilità di crescere?
“Per quello che abbiamo fatto vedere possiamo fare di più. La palla non scorre bene come deve scorrere. Nel primo tempo di Oporto sì, nel secondo tempo no. Nel primo tempo dell’Udinese no, nel secondo meglio. E’ chiaro che dobbiamo trovare un equilibrio che va livellato verso l’alto. Dobbiamo fare meglio sotto l’aspetto della gestione della palla, della qualità e della velocità che andiamo a inserire nel nostro modo di interpretare una partita”.
D. Al momento delle scelte conterà l’esperienza dei giocatori? Szczesny ha più esperienza di Alisson e Emerson Palmieri forse non ha ancora l’esperienza per giocare una partita così importante?
“Io devo essere tranquillo che i calciatori siano altrettanto tranquilli, ma come ho detto prima, noi stanotte dormiremo, sono 8 mesi che ci prepariamo a questa partita. I giocatori sanno quanto abbiamo faticato per esserci dentro. Domani sera siamo a casa nostra. Erano 8 mesi che cercavamo di rientrare a casa nostra e ci saremo domani sera. E domani sera dobbiamo fare quelli che fanno i padroni, perché siamo a casa nostra. Noi l’abbiamo voluta, tutti quelli che entrano devono adattarsi a questo modo di pensare e me lo devono far vedere durante la settimana. Emerson secondo me con l’Udinese è entrato un po’ teso, nel secondo tempo ha fatto quello che doveva fare. L’ho tolto solo per alzare la squadra perché loro hanno questa fisicità sulle palle inattive, ci voleva un po’ il discorso che hanno fatto a Oporto quando hanno cominciato a randellare dentro l’area di rigore e ti arrivano tutti questi elementi con l’extralarge, per cui ci vogliono i centimetri di altezza come prima qualità. Vanno bene tutte le scelte. Non dico chi gioca in porta o a sinistra, sono talmente pochi… questa volta un paio si possono anche sbagliare nella formazione iniziale”.
D. Visto che è una partita che aspettate da 8 mesi, un po’ di nervosismo è anche comprensibile. C’è il rischio di partire contratti domani? Ha parlato alla squadra? Li ha visti la nervosi? Strootman potrà fare la terza partita consecutiva?
“Se uno fa confusione nel gestire il timore, il rischio e il pericolo poi ha paura anche a gestire il successo, perché quando si vincono le partite è la stessa cosa. Se uno è fatto in quella maniera lì e gli crea tensione una partita che ha desiderato per 8 mesi, non può stare nella Roma, la vuole andare a giocare. Se poi è fatto in questa maniera e la vince, ha paura della partita dopo perché vuole vincere anche quella dopo. C’è lo stress nella ricerca del risultato e nella gestione del risultato, per cui se uno ha timore di quello ha timore anche di quell’altro e non fa per noi. Se Strootman può giocare tre partite di fila? Io avevo intenzione di fargliene giocare 30, ne mancano 27…”
D. Questa è forse la partita più importante della stagione. Ha sentito il presidente Pallotta? Cosa le ha detto?
“Sì sì, è uno attivo con il telefono! Manda messaggi a me e a voi, manda messaggi a tutti. L’ho sentito, è il nostro presidente e ci parlo. Ci parlate voi, figuratevi se non ci parlo io! Lui è felice di questa situazione qui e non vede l’ora di andarsela a giocare anche lui. L’ho già detto più volte: rendeteci responsabili di quelle che sono le nostre responsabilità, cioè di far bene il nostro lavoro, con serietà e dignità. Rendeteci responsabili di quello che è lo spettacolo che offriamo perché a quello dobbiamo stare attenti. Dobbiamo portare più persone possibili allo stadio, ringrazieremo sempre quelli che pagano il biglietto per vederci in campo. Dobbiamo far sì, attraverso l’impegno e lo spettacolo, che ci sia sempre qualcuno in più che poi viene a pagare il biglietto. Con grandissima dignità e grandissimo rispetto, cercheremo di fare così tutte le volte che entriamo dentro l’Olimpico“.