Roma, Maicon: “Garcia mi ha fatto tornare al calcio che conta ma Spalletti ti entra nella mente”

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Douglas MAICON (Roma)  (Foto Bartoletti)
Douglas MAICON (Roma)
(Foto Bartoletti)

L’ospite della settimana a Slide Show, programma settimanale in onda sul canale televisivo ufficiale della Roma, è stato il terzino brasiliano Maicon che durante l’intervista ha raccontato la sua gloriosa carriera fino al suo approdo sulla sponda romanista del Tevere. Ecco le sue parole:

Il Cruzeiro, a inizio carriera.
E’ un po’ vecchi auqesta foto. Sto rivedendo dei miei compagni con cui ho giocato a calcio. Questa è una partita della Copa Libertadores se non sbaglio. Sono stati momenti importanti in questo club“.

Lo sbarco al Monaco.
La divisa era un po’ lunga però diciamo che è stato l’inizio della mia carriera nel calcio europeo che era quello che ho sempre sognato e desideravo nella mia vita e grazie a dio sono riuscito a ritagliarmi un bel posto che mi ha fatto crescere tanto nel calcio mondiale“.

Su Mancini.
E’ un grandissimo allenatore e una grandissima persona. Nel momento in cui sono arrivato all’Inter mi ha aiutato tantissimo e mi ha fatto imparare molto del calcio italiano visto che non è facile da imparare. Sicuramente è stato un pezzo importante della mia crescita nel calcio“. italiano

Gol di totti alla sua Inter.
Non è un bel momento perché ho subito gol, però di Francesco non c’è neanche bisogno di parlarne per quello che ha fatto nel calcio mondiale. Oggi sono con lui e sono contento di potermi allenare con lui perché non si discutono le sue qualità. Era la partita più difficile del campionato perché Spalletti studiava il nostro gioco e gestiva i nostri punti deboli. Per me Roma-Inter è sempre stata la partita più difficile del campionato. Sicuramente era la partita che mi dava più fastidio, siamo stati tanti anni a lottare per lo scudetto, meno male che l’ho vinto sempre“.

Il bacio alla coppa dalle grandi orecchie.
Una bellissima foto. Vedere tutte quelle squadre attaccate a questo trofeo e nell’anno 2009/2010 riuscire a baciarla e ad alzarla in un palco importante come il Bernabeu, per me è stato un momento indimenticabile che ho passato con la mia famiglia, che mi aiuta sempre. E’ un trofeo che tutti vogliono conquistare ma è difficilissimo riuscirci perché affronti le migliori squadre del calcio mondiale e quindi è stato un giorno indimenticabile. Per me personalmente e poi per la società perché ha lavorato tanto per arrivare a questo traguardo. Sicuramente anche per il presidente Moratti perché se lo meritava di più dei giocatori e dei tifosi. Sono contento anche per questo“.

Su Mourinho.
Lui è un pezzo importante della storia del calcio, io ho avuto la fortuna di stare per tanti tempi insieme a mister Mourinho quindi non ho niente da dire. Devo solo ringraziarlo per quello che mi ha fatto fare nel calcio e quello che mi ha fatto conquistare. Lui sicuramente è una parte importante di quello che abbiamo conquistato. E’ un allenatore vincente e sa lavorare con i giocatori, si è visto e si vede sempre ogni settimana. Non ora perché non sta lavorando, però si vede che è uno in gamba e dove va fa la storia. Sono contento che abbiamo fatto la storia insieme in una grande società“.

Al Manchester City.
Una scelta non facile. Sono arrivato da una società che mi ha fatto crescere tanto nel calcio ma in quel momento era arrivato il momento di cambiare e ho fatto questa scelta. Era un progetto che stava crescendo, purtroppo non è andata bene non per la società perché è grandissima e si vede anche adesso. Neanche per colpa dello staff e dei compagni, perché l’accoglienza è stata perfetta, ma per l’infortunio che ho già avuto alla seconda partita con questa squadra. Sono stati mesi di difficoltà ma comunque sono stati mesi in cui dovevo vedere la mia forza“.

L’ultimo mondiale.
Due anni prima mi davo come finito nel calcio. Ho dovuto fare ancora delle scelte e dimostrare che ero vivo nel calcio mondiale e alla fine mi sono guadagnato questa gioia di aver fatto un mondiale con la mia nazionale a casa mia”.

La batosta con la Germania.
Non è un bel ricordo, non è una bella foto perché c’è un giocatore che sta piangendo per non essere riuscito a fare quello per cui abbiamo lavorato tutto il mese. In questo momento, ancora una volta, ho dimostrato la mia forza aiutando un compagno. Non è stato facile per me, ma vedere un compagno così mi ha dato la forza di dirgli di doversi alzare. E’ stato duro perdere così ma la vita non finisce lì, c’è ancora da fare e tanto tempo da vivere, però sicuramente è una cosa che si deve portare tutta la vita, sarà ricordato per tutta la carriera e anche quando smetterai il fatto di aver perso in casa una semifinale in un mondiale. Io ci sono, mi tengo questo ricordo, mi dispiace che sia andata così, però la vita continua. Sto ancora facendo quello che mi piace, cioè giocare a calcio, ma sono dei ricordi non belli che devi portare per sempre“.

Lo scudetto nerazzurro.
Questo è un bel ricordo, vedere mio figlio con i capelli così. Oggi è già un uomo, diciamo così, mia figlia è una principessa, una bambina formidabile. Questa è una foto che mi fa venire in mente tutto quello che ho passato nella mia vita per avere queste gioie. Avere un figlio è la cosa più importante per una persona e non ho niente da dire su questa foto perché sono la mia vita e faccio tutto per loro. Quando torno a casa e vedo quel sorriso, che è identico al mio, dimentico tutto e ti dà la forza, ti fa sentire vivo. Loro due sono un regalo che mi ha fatto dio. Non mancherà mai niente a loro due e neanche alla mia terza figlia. Farò di tutto per vederli sempre con questi sorrisi“.

Cafù con la Coppa del Mondo.
Questa foto è bellissima per la persona che c’è nella foto, per la persona e perché è stato un mio compagno. Conoscere questi giocatori per me è stato importante perché cresci e ti danno morale, spinta a far sempre meglio. Sicuramente quando ha lasciato la nazionale avevano sempre il dubbio di chi avrebbe preso il suo posto perché ha fatto la storia del calcio mondiale conquistando tanti titoli con i club dove è stato e poi sicuramente questa è una domanda che dovete fare a lui, ma credo che sia il momento più importante nella carriera di un giocatore: essere il capitano della nazionale brasiliana e alzare un trofeo è il top per un calciatore, soprattutto per la sua storia. Ha lavorato e ha dimostrato a tutti che il percorso che ha fatto per arrivare a questo momento qui è stato faticoso ma alla fine dio ti regala questi momenti. E’ una foto importante che sicuramente lui avrà a casa sua (ride, ndr) e sicuramente anche io avrei voluto una foto così a casa. Ci ho provato, ce l’ho messa tutta, mi dispiace di non aver avuto questo regalo però sono contento di averci provato ed esserci andato vicino“.

L’arrivo alla Roma.
Questa è una bella foto, è il giorno della mia presentazione in una squadra importante che ha il nome della Capitale, in una squadra che mi ha dato l’opportunità di dimostrare ancora una volta che ero vivo nel calcio. E’ una foto veramente bellissima per cui devo ringraziare solamente tutti quelli che mi hanno voluto con questa maglia: l’allenatore Garcia, che mi ha chiamato e mi ha detto che mi avrebbe dato l’opportunità di dimostrare ancora il mio valore. Ringrazio anche le altre persone che mi hanno dato questa opportunità. Spero di aver ringraziato i tifosi facendo il mio lavoro in campo. Quando mi hanno chiesto di venire qui non ci ho pensato due volte, la mia scelta è stata sì. Sono già tre anni che sono qui e sono veramente contento per quello che ho fatto e quello che posso ancora fare con questa maglia“.

Su Sabatini.
Devo ringraziare tanto il direttore perché è stato il primo a volermi in questa società. Quando ci siamo visti ci siamo capiti guardandoci negli occhi che avevamo le stesse idee e gli stessi obiettivi. Lo devo ringraziare per tutto e per le parole che ogni tanto spara su di me. E’ una persona per bene che devo ringraziare per l’opportunità di giocare ancora a grandi livelli“.

La riabilitazione.
E’ questo quello che vogliamo fare nella carriera del giocatore, però non è un bel ricordo perché sono stato fermo per tanto tempo per questa lesione e ho dovuto lavorare tanto. E’ una macchina che mi porterò a casa mia perché stavo ogni giorno a lavorare con questa macchina. Mi ha aiutato dandomi la forza per tornare in campo per fare quello che mi piace che è tornare a giocare a calcio“.

La rete contro il Verona.
E’ stata la mia prima partita all’Olimpico con la maglia della Roma, anche se c’è stata una deviazione il gol è mio e me lo tengo. Ho aperto la partita con quella rete e avevo ricevuto la convocazione da Felipao. Mi diceva di volermi vedere giocare ancora perché non mi vedeva più da un po’ di tempo. Aspettava di vedermi in campo per darmi l’opportunità di tornare in campo. E’ una bellissima foto per tanti motivi, che me la ricorderò bene per sempre“.

Il primo derby della romano.
Parlavano tanto di questa partita perché l’ultimo non era andato bene. Non voglio neanche tornare indietro a queste parole, però la settimana di quella partita sono stato chiamato da mille persone, il telefono suonava ogni minuto per dirmi che era la partita più importante della stagione. Ho capito il messaggio e ho cercato di dare il mio contributo anche nello spogliatoio prima della partita perché ero consapevole delle nostre qualità e alla fine è andata benissimo per tutto quello che abbiamo fatto, già da prima dell’inizio della partita i tifosi hanno capito che le parole dell’allenatore erano importanti: il derby non si gioca, si vince. Quindi siamo andati all’estremo delle sue parole“.

Abbraccio con De Rossi e Totti.
“Prima li ho affrontati questi giocatori, poi ricevere un abbraccio così affettuoso da quelli che sono diventati tuoi compagni di squadra…non ho parole, devo solo ringraziarli per l’accoglienza, dal primo giorno che sono arrivato in ritiro mi hanno stretto la mano così forte che capii che mi volevano aiutare. Li devo ringraziare per come mi hanno accolto in società”.

Maicon e Florenzi a testa alta
Bisogna sempre avere la testa su perché non devi mai abbassare la guardia altrimenti l’avversario può fare quello che vuole su di te. In questa partita Florenzi ha fatto una grandissima gara ma poi ha abbassato la testa perché i tifosi hanno rosicato un pochettino per un suo errore. Io cerco sempre di dare il massimo per la squadra e i compagni, non era finita la partita e c’era ancora tempo per recuperare. Poi ha fatto un grandissimo cross. Sicuramente è un altro tipo di giocatore rispetto a me fisicamente però può fare benissimo da terzino“.

Su Garcia.
Mi ha dato l’opportunità di giocare il mio calcio e di continuare ancora. Ogni allenatore fa le sue scelte, lui ha deciso di lasciarmi in panchina ma su di lui non devo dire niente ma devo solo ringraziarlo perché mi ha dato l’opportunità di fare quello che mi piace, cioè giocare. Mi dispiace per quello che è successo alla fine però nel momento in cui eravamo insieme mi ha aiutato tanto“.

Il rinnovo.
E’ stato il mio rinnovo, un bel momento. Mi hanno dato l’opportunità per indossare per un altro paio di anni questa maglia. E’ stato un giorno importante e sono contento per la fiducia che mi hanno dato. Devo solo continuare a fare il mio lavoro in campo con la fiducia dei dirigenti di questa società“.

La traversa contro il City.
Bella questa foto, poteva essere meglio se fosse entrata dentro. Non è facile per nessuna squadra affrontarli, comunque ho dimostrato la mia forza ancora. Qui ho preso la traversa, mi dispiace perché volevo che la palla andasse dentro“.

Lo Juve-Roma di Rocchi.
E’ stata la foto del campionato perché è successo di tutto in quella partita. Abbiamo capito tante cose in quella partita, sulla nostra forza, che ciascuno deve fare il proprio lavoro e che avremmo dovuto fare meglio in quella stagione. In questa foto ci sono tanti campioni che fanno vedere ogni settimana che sono giocatori importanti che stanno sempre lì sul pezzo. In quel momento abbiamo capito tante cose“.

Il ritiro estivo con Norman.
Mi piace la foto, è il momento in cui uno vuole dimostrare di essere il più veloce. A tutti i giocatori piace lavorare e stare sempre al livello massimo. Quello che ti dà l’organico di fare una grandissima stagione. Hanno portato questi metodi nuovi e tutti i giocatori hanno capito che si doveva fare questo per migliorare ogni giorno“.

Castan.
Questo è un grande, è un campione perché come giocatore prima di avere questo grosso problema dimostrava in calcio di essere un grandissimo. Già lo avevo visto quando giocava in brasile, ha conquistato tanto e si vedeva subito che era un grandissimo giocatore. Sicuramente per passare questi periodi brutti e rialzarsi ancora…mi piace vedere giocatori che riescono a rialzarsi, non è semplice perché ogni giorno vedi i compagni allenarsi e giocare e non puoi fare niente, non puoi aiutarli e fare quello che ti piace. Sicuramente come calciatore non ci sono parole, conosciamo le sue qualità. Quello che mi piace di più ha dimostrato la sua forza in un momento che nessuno avrebbe voluto passare. Ha dimostrato di essere una grande persona con una forza impressionante“.

La gara con il Barcellona.
“Affrontare giocatori del genere non è mai facile e neanche in un palcoscenico così. Affronti la migliore squadra del mondo da qualche tempo, però ho bei ricordi di quello stadio perché abbiamo passato il turno in semifinale di con la maglia dell’. Ci sono anche dei brutti ricordi perché ogni tanto prendi delle bastonate e se non sei al 120% è difficile fare un risultato che non sia una sconfitta. Tornare lì è sempre bello perché ti vede tutto il mondo”.

L’eliminazione contro Lo Spezia.
Questa foto non mi piace perché quello che abbiamo preparato tutta la settimana non era per avere una foto così. E’ andato tutto storto perché giochi alle 14.30, sei abituato a giocare la sera; affronti una squadra che non ha nulla da perdere; in queste partite aiutano i tifosi e non hai neanche quelli… è una foto brutta perché vedi da una parte i giocatori tutti sfasciati e gli altri tutti insieme. E’ una foto che ti fa capire che anche quando affronti queste piccole squadre devi fare di più e dimostrare il tuo valore perché non è mai facile. Fare 120 minuti senza fare un tiro in porta… E’ stata una giornata bruttissima e non siamo riusciti a raggiungere l’obiettivo di passare il turno“.

La stretta di mano con Spalletti.
E’ una foto con uno sguardo importante, ci hanno fatto tanti fotomontaggi. E’ una foto bellissima che ho già fatto stampare grande per tenerla a casa. Il giorno della presentazione di un grande allenatore che ho affrontato tante volte e avevo la voglia di lavorare insieme a lui. Adesso sto riuscendo a realizzare ancora questo progetto. Sono contento che lui sia venuto in questa città. E’ uno che conosce bene l’ambiente e si vede che ha già imposto la sua filosofia di lavoro. I giocatori ogni giorno stanno capendo bene e quindi si vede ogni fine settimana che stiamo crescendo ogni partita. Il lavoro in campo è cambiato tantissimo perché sicuramente ogni allenatore ha il suo metodo di lavoro e ognuno fa del suo meglio. Sicuramente Garcia ha fatto il suo e l’abbiamo visto per tanto tempo. Adesso mister Spalletti è venuto con il suo e sicuramente le sue parole nei confronti dei giocatori, dei tifosi, della società, è entrato nella mente dei giocatori. Conosce il calcio italiano e sicuramente sa entrare nella testa dei giocatori. Se un giocatore capisce cosa vuole l’allenatore va tutto bene come“. stiamo dimostrando adesso

Con Pallotta.
Il presidente è vicino alla squadra e ai giocatori, dà uno stimolo in più per portare i giocatori a fare sempre meglio. Sono contento che sia venuto e sia stato vicino alla squadra. La società ha bisogno di avere chi comanda vicino. E’ stata una foto bellissima e lui è una grandissima partita, si vede già dall’occhio, da quando parla con un giocatore singolarmente con ognuno. E’ una foto bellissima con il presidente“.

L’ultimo Open Day
Questa foto è il mio ritorno al calcio dopo quattro mesi in cui sono stato fermo nella stagione precedente. E’ stata una cosa nuova per me perché in tutte le altre squadre dove sono stato non ho mai avuto una presentazione così e la partecipazione dei tifosi si vede già da queste cose qui. Avere 40mila tifosi a una presentazione dei giocatori vuol dire molto. Senti un rumore impressionante, sembra che tutti stiano vicino a te. Non sono tutti così i tifosi della altre squadre. La Curva manca perché era quella che ci dava la spinta nei momenti di difficoltà e non ci hanno mai fischiato nei 90 minuti da quando sono arrivato alla Roma. Sono il dodicesimo giocatore, sembra che stiano dentro il campo a motivarti“.

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