Roma e le difficoltà di Garcia: una sola volta confermato l’11 titolare. Tra infortuni, squalifiche o turnover 16 formazioni diverse utilizzate dal francese

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Con la vittoria dell’Olimpico di domenica scorsa contro il Genoa,  la Roma ha concluso il proprio anno solare e si appresta a recuperare le energie per il prosieguo del campionato durante questa pausa invernale.

La situazione non è delle migliori, in casa giallorossa le cose non vanno propriamente alla grande, anzi. La posizione di Rudi Garcia è sempre in bilico, nonostante la squadra sembri stare con lui, come dimostrato dal gesto d’affetto che ha seguito il gol di Florenzi. La Roma non convince, il gioco non c’è o ad ogni modo non si vede. Difficile  percepire una manovra d’azione ben definita. Sembra tutto affidato al caso, o come spesso accaduto, ci si affida alla giocata di un singolo, che con un’invenzione o una giocata possa magari trovare il modo di sbloccare il risultato.

Ed è proprio questa carenza sul piano di gioco la maggior questione da poter imputare al tecnico francese. La società in estate gli ha fornito una squadra all’altezza per concorrere al raggiungimento di almeno un trofeo, oltre che a circondarlo di preparatori competenti.

Ovviamente il calcio non è matematica o qualcosa di puramente definito. E’ imprevedibile e nessuno sa cosa può aspettarsi nell’arco di una stagione. Episodi a sfavore, giornate storte ed infortuni sono all’ordine del giorno, ma non devono essere un alibi per nessun allenatore.

C’è da dire che Garcia non ha affrontato questa prima parte di stagione nel migliore dei modi. Dopo un buon inizio, nell’ultimo mese e mezzo ha rischiato anzitempo di buttare al vento un’intera stagione. Fortunatamente in Champions è bastato il minimo indispensabile per passare il girone e qualificarsi per gli ottavi di finale, grazie anche ai risultati provenienti dagli altri campi a favore. In campionato, nonostante i punti persi per strada, qualcuno anche in malo modo, è sempre in corsa per il titolo complice la mancanza di un vero e proprio leader là davanti, con le prime che si alternano come per paura delle vertigini. Certo, la Juventus si è avvicinata ed è determinata a far capire alle altre come funzioni. Il vero fallimento senz’alcun dubbio è la brutta eliminazione dalla Coppa Italia per danno del più che abbordabile Spezia. Risultato che ha ridimensionato e non di poco, il mister.

Nel momento di crisi, è vero, non ha potuto contare sulle due frecce d’attacco, che fino a lì stavano facendo la differenza e la mancanza di alternative all’altezza non ha contribuito di certo.

Garcia non è praticamente quasi mai riuscito a trovare un 11 fisso. La colpa è da dare per lo più alle condizioni fisiche non ottimali dei suoi calciatori, oltre ad alcune prestazioni non all’altezza. In difesa Szczesny si è dovuto fermare per una parte di campionato per il brutto intervento di Suarez in Champions;  Castan non era pronto come tutti si aspettavano; Ruediger ad inizio stagione era a mezzo servizio;  Florenzi finora non ha convinto pienamente da terzino destro e spesso, causa infortuni degli attaccanti, è stato spostato in avanti; Torosidis e Maicon hanno avuto problemi fisici. A centrocampo gli stakanovisti De Rossi, Pjanic e Nainggolan hanno potuto rifiatare poco perchè Keita non da più garanzie fisiche data l’età e le alternative Vainqueur e Uçan non sembrano aver convinto l’allenatore, in attesa del rientro di Strootman. Davanti anche Edin Dzeko  ha avuto un breve periodo passato fuori causa infortunio nel mese di ottobre, da lì è ritornato ma si è dovuto sacrificare molto per i compagni, non incidendo, così, sotto porta. Gervinho e Salah per un motivo o per l’altro si sono dovuti fermare, così come Iago Falque che spesso ha giocato sotto infiltrazioni. Colui che avrebbe dovuto fare la differenza, Iturbe non ha inciso come da tutti auspicato e il Capitano non si vede da fine settembre per infortunio.

Questa degli infortuni potrebbe essere l’unica scusante da poter attribuire al mister. Infatti dall’inizio della stagione, analizzando il campionato, ha utilizzato ben 16 formazioni diverse dal primo minuto sulle 17 partite di Serie A disputate finora.  Solo nell’ultimo incontro si registra una formazione già utilizzata dal tecnico, ovvero quella fatta dagli stessi 11 uomini della vittoria esterna contro la Fiorentina: Szczesny, Florenzi, Manolas, Ruediger, Digne; De Rossi, Pjanic, Nainggolan, Salah, Dzeko, Gervinho.

Per il resto del campionato, tra infortuni, squalifiche o turnover, gli elementi in campo sono sempre cambiati, seppur di un solo elemento. Gli schieramenti utilizzati sono il più conosciuto 4-3-3, qualche variazione col 4-2-3-1 e un miniciclo col 4-4-1-1.

Il reparto arretrato è stato quello che ha variato maggiormente, con l’arretramento di De Rossi in alcuni incontri, l’alternanza Ruediger-Castan e la fascia destra sempre a rotazione in base all’impegno. Le uniche certezze sono state Manolas e Digne, che hanno giocato rispettivamente 17 e 15 match sui 17 disponibili. En plein per il greco, mentre una panchina e un match saltato perchè ancora non arrivato a Trigoria per il francese.  La linea difensiva più utilizzata è stata quella formata da Florenzi, Manolas, Ruediger e Digne, schierata in totale per 6 volte. Tutti questi cambiamenti non hanno dato la solidità difensiva che aveva caratterizzato il primo Garcia, rendendo la squadre molto fragile dietro, concedendo 18 reti finora. Praticamente una media di 1 gol a partita. Infatti Szczesny ha lasciato la porta imbattuta solamente in 4 occasioni: contro il Frosinone, nel derby, a Napoli e domenica scorsa contro il Genoa.

Glen David Olegario

 

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