L’attaccante bosniaco ha scritto sul The Players Tribune un pezzo sulla sua lunga carriera, di cui proponiamo lo stralcio dedicato alla Roma:
“È divertente, ho giocato a calcio in molti paesi ora, ma è solo a Roma che mi sono sentito come se fossi a casa. Bosnia e Sarajevo saranno sempre al primo posto nel mio cuore, ma Roma è un buon secondo posto. La casa per me è un posto dove mi sento bene, dove posso pensare al calcio, dove non ci sono altri problemi e dove la mia famiglia è felice. Volevo andare in Serie A, così avrei potuto imparare la lingua, e ora ho costruito qualcosa di veramente bello qui.
Le persone mi chiedono sempre la differenza tra giocare in Inghilterra e giocare in Italia. L’Inghilterra è velocità, velocità, velocità. Qui ci sono tattiche, tattiche, tattiche. È incredibile quanto ho imparato in tre anni in Serie A. Pensano a ogni piccolo dettaglio qui. Ma la cosa più sorprendente per me è che posso chiamare una leggenda come Francesco Totti, mio amico. E gli dico tutto il tempo che vorrei essere venuto qui un po’ prima nella mia carriera, perché mi avrebbe aiutato a segnare tanti più goal! Giocare alcune stagioni con lui ha migliorato il mio gioco in maniera massiccia. Ha visto tutto sul campo e ha giocato palle che mi hanno spostato nello spazio che non avevo nemmeno considerato. Sono così felice di essere venuto in Italia e qui ho imparato molto sul calcio.
Quel quarto di finale contro il Barcellona è stato uno di quei match di cui è possibile mostrare in seguito il nastro ai ragazzi e dire: “Guarda, guarda questa partita, e vedrai che non puoi mai mollare”. Nella partita di andata perdemmo 4-1. E perdere 4-1 contro il Barcellona ti porta di nuovo lì, a guardare un campo da calcio, pensando che sei morto. Ma poi, con il ritorno in casa, sono un po’ fortunato e riesco a segnare il primo gol molto presto, forse al quinto o sesto minuto. La folla inizia a darci energia. Poi prendiamo il rigore nel secondo tempo. De Rossi calcia e tira nell’angolino in fondo a destra. Il portiere riesce anche a metterci una mano, ma De Rossi colpisce il pallone con tanta forza da farcela comunque. Hai quella sensazione nel tuo sangue, tipo, forse sì? Possiamo? Poi, alla fine, all’82’, Manolas segna il terzo gol. Incredibile.
Ho visto la partita il mattino dopo, e sembrava che avremmo potuto segnare cinque o sei gol facilmente. È strano dirlo quando stai giocando contro il Barcellona, ma non è stato un miracolo. Non avevano davvero molte possibilità. Da parte nostra è stato un calcio da maestri. Siamo stati tatticamente perfetti.
Eravamo morti, e poi siamo tornati alla vita. Può succedere a Manchester e a Roma. Può succedere ovunque. Questo è il calcio”.