Cose turche all’Olimpico. A cominciare da un Benevento in vantaggio nei primi minuti con Guilherme che , con un diagonale deviato all’angolino da Manolas, beffa l’incolpevole Alisson. Tutto il primo tempo vede poi la Roma alla ricerca del gol in maniera affrettata e poco organica, permettendo ai campani di provare ripartenze con la sicurezza di chi non ha molto da perdere. Le occasioni i giallorossi le hanno, ma piuttosto sterili, almeno quelle di El Shaarawy, finchè Dzeko di testa non impegna seriamente Puggioni. Nel finale di tempo è Fazio a svettare altissimo su una punizione di Kolarov e a fissare il risultato parziale sul pari. Troppo poco.
Nel secondo tempo si riparte con altro spirito e il piccolo Under prende in mano la squadra e cambia la partita: prima con un cross perfetto sul quale il bosniaco si avventa altissimo per il vantaggio giallorosso, poi con una doppietta di pregevolissima fattura. Sul primo gol è un ridestato Dzeko ad aprire per Perotti che appoggia al turco libero in aria che mette il pallone tra palo e portiere al volo, mentre sul secondo fa tutto da solo, prende palla, si libera e lancia un diagonale a giro da fuori area che, se lo avesse fatto Dybala, ne parlerebbero tutti i giornali.
Basta però il 4 a 1 a far pensare alla Roma che la partita sia finita, mentre il Benevento si sveglia dal torpore e accorcia dopo un minuto con Brignola solo davanti al portiere, con i giallorossi ancora distratti dal festeggiamento. Poco altro fino al termine, se non la meritata standing ovation per Under e un paio di situazioni pericolose create dal subentrato Defrel, al quale nel recupero, la squadra concederà di tirare (e segnare) un rigore per fallo di mano sul cross di Florenzi.
Il 5 a 2 potrebbe far pensare che finalmente la Roma abbia risolto il problema del gol, ma bisogna mantenere alta la concentrazione, perchè contro un avversario volenteroso, ma enormemente inferiore, i giallorossi sono apparsi spaventati e poco sicuri di sè e non possono essere una scusa le numerose assenze. La maggior parte della squadra è apparsa in condizione fisica e mentale precaria: Under ha fatto impallidire ulteriormente dei già abbastanza sbiaditi Perotti ed El Shaarawy, mentre Strootman, Florenzi e Kolarov hanno giocato a ritmo bassissimo. Unica nota lieta, oltre al turco, è stata la partita di Gerson, che ha preso in mano il centrocampo mettendo il fisico e la testa, rubando palloni e distribuendoli ai compagni, dimostrando anche una buona personalità, finora celata.