Roberto Mancini: “De Rossi al City era fatta, poi mi disse “Non je la faccio”. Derby? Chi sta meglio rischia di più”.

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Il CT dell’Italia, con un passato alla Lazio, è stato intervistato da Il Messaggero in vista del derby di sabato. Ecco uno stralcio delle sue parole:

“Chi sta meglio, sabato rischia di più. È sempre così”.

 Da CT guarda la Roma con un occhio particolare?. 
“È la squadra con più italiani. Il mio ruolo me lo impone”.

Italiani bravi, a quanto pare. Nell’ultimo stage ne ha chiamati addirittura cinque. Sono pronti per il suo calcio? 
“È stato fatto un ottimo lavoro. Di Francesco ha avuto il coraggio di puntare sui ragazzi, è uno che non ha paura di lanciare i giovani. Sono con me pure altri che lui ha svezzato al Sassuolo: Sensi e Berardi. Anch’io sono così: è bello poter dire, quello ha cominciato con me. Mi viene subito in mente Balotelli: sono già passati undici anni da quando decisi di farlo esordire nell’Inter. Mario era appena diciassettenne”.

Su Zaniolo, Mancini ha battuto allo sprint Di Francesco… 
“Io sono ct da maggio. Mi sono andato subito a vedere l’Euro Under 19. È lì che ho avuto la possibilità di seguire Nicolò, prima non lo conoscevo affatto. E in quel torneo ne ho visti anche altri, a cominciare da Tonali che mi è sembrato giocatore di prospettiva. Essere titolare, anche in B, lo può portare a fare subito il grande salto. Cioè a entrare, o magari pure a giocare, in una big del nostro campionato. Piano piano in Nazionale sono saliti pure quei ragazzi dell’Under 19 in Nazionale. Bravo pure Kean, di quel gruppo”.

Quanto è cresciuto Zaniolo in questi mesi?
“Anche troppo, almeno mediaticamente. In questa città ci vuole poco a passare dall’esaltazione alla bocciatura, quando invece con i giovani bisogna avere pazienza, perché gli alti e bassi sono normali”.

De Rossi ha ancora chance di tornare in Nazionale?
“È un capitolo chiuso. Gli ho parlato subito e lui è stato chiaro e sincero. Mi disse che, se ne avessi avuto bisogno, sarebbe venuto a darmi una mano”.

Era riuscito a portarlo al City…
“Ci siamo visti a Roma, tutta una notte a parlare, era tutto fatto, ma è saltata all’ultimo. Mi ha chiamato e mi ha detto “non je la faccio“. Ci rimasi male, mi arrabbiai. È passato tanto tempo, Daniele era nel pieno della carriera, si sarebbe divertito. Lo ritenevo fondamentale”.

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