I fedelissimi, quelli che nella loro carriera calcistica hanno giocato soltanto con la maglia di un’unica squadra, le mosche bianche ormai in via di estinzione. E nella Roma? In giallorosso sono veramente pochi quelli che non hanno mai “sporcato” la loro pelle con altre casacche, se non quella della Nazionale.
Facendo un distinguo tra Serie A e serie minori il numero seppur leggermente tende ad aumentare, ma se ci limitiamo alle maglie vestite nei professionisti allora il dato si limita al numero perfetto: tre.
Tre, almeno per ora, ma c’è il rischio che questo numero scenda, qualora due di questi “decidessero” di dedicarsi ad un finale di carriera in nuovi mondi calcistici.
Abbiamo preso in considerazione soltanto i calciatori che abbiano collezionato un consistente numero di gare con la casacca giallorossa e il primo fedelissimo, ma forse solo per la sfortuna di aver concluso la carriera prematuramente, è stato Francesco Rocca. Tra i primi 11 calciatori ad entrare nella Hall of Fame del club di Trigoria, Rocca ha avuto una carriera caratterizzata dagli infortuni (ben 5 interventi chirurgici) e a soli 26 anni fu costretto a ritirarsi da calcio, nel quale militò indossando un’unica maglia, quella dell’As Roma, per sole 141 gare.
Chiaramente gli altri due calciatori che completano il terzetto di fedelissimi sono Francesco Totti e Daniele De Rossi, dei quali però non possiamo ancora affermare con certezza che rimarranno in questa speciale statistica fino al termine delle loro magnifiche carriere.
Poi ci sono calciatori che soltanto nominandoli è impossibile non immaginarli con la maglia della Roma. Ci viene in mente Losi, che iniziò la sua carriera nella Cremonese, Di Bartolomei (Milan, Cesena e Salernitana ma anche L.R. Vicenza ad inizio carriera), Bruno Conti (Genoa), Giannini (Sturm Graz, Napoli e Lecce a fine carriera), Aldair (Flamengo, Benfica, Genoa) ma anche gente come Franco Risorti e Sergio Andreoli che “sporcarono” le loro carriere soltanto in serie minori con le maglie di Savoia e Perugia.
Di questi ce ne sono molti, ma quelli con la maglia tatuata sono soltanto in tre e chiudiamo con la speranza che Francesco Rocca non venga lasciato solo ad esibire questo trofeo, che per molti non merita un posto in bacheca ma per altri rappresenta qualcosa di importante.