Pistocchi: “Non capisco a che titolo Nedved rappresenti la Juve”

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Maurizio Pistocchi è stato ospite dei microfoni di Un derby lungo un anno, trasmissione condotta da Massimo D’Adamo sui 101.5 di Centro Suono Sport con la collaborazione della dottoressa Antonella Coricello.

Il giornalista mediaset è salito alla ribalta in questi giorni per essere entrato nel merito della querelle tra Nedved e Totti, anche se il capitano non ha ancora ufficialmente risposto al ceco.

Ieri le hai cantate a Nedved, una difesa in cui molti romanisti si sono riconosciuti: “Un po’ di anni fa Arrigo Sacchi in un’ intervista a France Football ha dichiarato che la Juve in Italia ha vinto tanto perché è sempre stata aiutata dagli arbitri, Totti ha ribadito quel concetto a caldo al termine di una partita molto sentita. Nedved poi non capisco a che titolo rappresenti la Juve. Capirei Tardelli, Furino, Bettega ma Nedved no. Ha vinto qualcosa con la Juve di Moggi e Giraudo ma perché deve essere un rappresentante della Juve e assumere certe posizioni su Totti? E’ già stato squalificato 2 volte da dirigente (inibito per 15 giorni per ingiurie all’arbitro dopo un Juve-Samp)”.

L’atteggiamento degli juventini di mediaset può essere considerato un pochino arrogante? Vedi Allegri-Sacchi e Nedved-Totti: Devo dire che ci sono molti aspetti. Arrigo ha un rapporto buono con Conte. Nei 3 anni di Conte non ci sono mai state queste polemiche perché la Juve giocava bene e meritava. Scoppiano le polemiche nel momento in cui Conte va via, quasi se la Juve avesse l’obbligo di vincere per dimostrare che vince anche senza di lui, e vince anche partite che non dovrebbe vincere come quella come contro la Roma.

E continua su Allegri: “E’ un allenatore sopravvalutato, aspetto di vedere ancora una squadra con una sua impronta di gioco. A Cagliari andò bene perché continuò col gioco di Ballardini, al Milan seguì il lavoro di Leonardo e alla Juve quello di Conte. Ho apprezzato la Juve nel triennio di Conte, ha fatto un calcio importante malgrado avesse tutti contro, compreso Moggi. A proposito di Moggi, radiato, condannato in tutti i processi, è strano che ancora lo ospitino. E’ come se Vallanzasca parlasse di giustizia”.

Già dalla designazione dell’arbitro, ancora imputato su Chievo-Lazio del periodo relativo a calciopoli, quando Lotito ringraziò Mazzini per la designazione: “Già mi sono trovato in una situazione spiacevole nel 2006. La gente non ricorda ma io ero rientrato a occuparmi di arbitri in Guida al Campionato. Evidenziavo gli errori che riguardavano ogni domenica le stesse squadre ma ero una voce nel deserto. Nessuno si accorgeva di quello che stava capitando. Ero diventato pericoloso perché stavo scoprendo il giochino. Nessuno può dirmi di aver avuto un atteggiamento a favore di Tizio o Caio”.

Pistocchi continua sul concetto della Juve del dopo-Conte: “La Juve deve vincere per forza. Il suo padrone deve dimostrare a Conte che non contava nulla e che conta solo lui. Questo non mi piace, vincere è l’unica cosa che conta, come dice Bonucci, è sbagliato. Vincere deve essere una conseguenza di un percorso. L’Olanda non vinse, l’Urss non vinse, l’Ungheria non vinse. Conta come si vince ma non è vero che chi non vince non fa la storia. Ci vuole un’etica nel giudicare contesto e gli episodi, non si può pensare che il risultato copra le magagne”.

In conclusione un pensiero sulla moviola in campo: “Ho dei figli, il più grande gioca a calcio e mi chiede perché non ci sia giustizia dopo la verifica alla moviola. Gli ho spiegato anche la difficoltà che hanno gli arbitri con calciatori isterici e simulatori che si allenano per fregarti e sono soli. Nel ’91 dissi all’Appello del Martedì, che probabilmente si poteva migliorare l’arbitraggio con mezzi tecnologici. Oggi non sono più sicuro. A Torino si sarebbe stati un’ora a discutere. Il rigore di Pjanic non era facile ma se non sei sicuro non devi fischiare anche se io ho avuto subito la sensazione che fosse fuori. Non credo che le macchine possano aiutare l’arbitro. In alcune tipologie tipo il fuorigioco non si può proprio fare. Si potrebbe agevolare l’arbitro con una super regia che possa coadiuvare sui calci di rigore per esempio, con un quarto uomo lontano dal campo. Quello di Maicon è un errore macroscopico e Rocchi sa che non è calcio di rigore mentre spiega a Totti, mimando il “presunto” fallo”.

da www.canaleroma.it

 

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