PECCENINI: “LA ROMA NON HA CARATTERE, NEL DERBY HO VISTO UNA SQUADRA AMORFA. IMPOSSIBILE CAPIRE LE STRATEGIE DI QUESTA NUOVA SOCIETÀ, PERCHÉ NESSUNO PARLA”

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Franco Peccenini, ex difensore della Roma, è stato intervistato nel corso della trasmissione “Bar Forza Lupi”, in onda sulle frequenze dell’emittente Centro Suono Sport. Queste le sue dichiarazioni.

Le strategie della nuova proprietà?
“Non sappiamo nulla perché non parlano mai, quando giocavo io c’era il presidente Viola che chiariva tutto subito, comunicava tutto. Mi sembra sia impossibile capire qualcosa, avventurarsi in un’analisi su queste due filosofie mi sembra difficile. Viola è sempre stato chiarissimo con la stampa e con i tifosi, poi se c’era di discutere utilizzava un altro linguaggio. Con i tifosi è sempre stato chiaro, noi calciatori sapevamo tutto”.

Dopo il 3-0 nel derby, nessun dirigente ci ha messo la faccia…
“Io non ho mai perso derby con questo scarto, quando ho perso, l’ho fatto con grande dignità. Non sono mai uscito a capo chino dal campo perché avevo dato tutto, se perdevo era per episodi sfavorevoli o per merito degli avversari. Non abbiamo mai perso per incapacità o mancanza di carattere, non mi sono mai rimproverato nulla a parte gli errori individuali. Venerdì sera la Roma non aveva alcuna di queste qualità, la Lazio le ha avute e ha vinto. Le due squadre hanno differenze caratteriali”.

Il carattere della squadra?
“O ce l’hai o non ce l’hai, altrimenti serve qualcuno che ti aiuti. È una situazione che coinvolge tutti quanti, a partire dall’allenatore. Tanto per fare un esempio, Inzaghi era avvelenato anche sul 3-0, mentre Fonseca è stato passivo, nessuno che protestasse, la Roma si è fatta umiliare. Io giocavo per la maglia, per i tifosi, per tutto ciò che la Roma rappresentava per me. I calciatori della Roma non sanno dove vivono, la dirigenza deve creare il giusto coinvolgimento tra le parti”.

L’allenatore?
“Dipende dal carattere, Liedholm non l’ho mai visto strillare ma tu sapevi cosa fare e quello che dovevi dare. Dal punto di vista tecnico, puoi essere più o meno bravo, ma sul piano caratteriale vince chi ha il carattere, non si deve accettare passivamente ciò che capita”.

I gol della Lazio?
“Se entriamo nel dettaglio tecnico, ti dico che Ibanez ha fatto due errori clamorosi, ma l’errore ci può stare. Mi dovete spiegare, però, perché questo povero disgraziato sia stato lasciato solo da Spinazzola, la Roma ha giocato con il 3-3-3-1. Se Lazzari lo mette in difficoltà, Ibanez andava aiutato ma nessuno si è preso la responsabilità di dire a Spinazzola questo. Per portare a casa le vittorie, devi evitare le sconfitte. Magari veniamo tacciati di presunzione, ma basta vedere quello spettacolo e capire come sistemarsi. Davanti all’evidenza, anche il portiere di casa avrebbe individuato queste anomalie, serve equilibrio tattico”.

Fonseca?
“Non lo assolvo, come non assolvo gli altri. Se un giocatore non ha carattere, l’allenatore non può fare nulla. Se dentro di te non hai quella voglia di non farti umiliare, non puoi farci niente, la Roma è stata amorfa, senza forma né carattere e né personalità. Non mi soffermo sulla differenza tecnica tra Roma e Lazio, è l’ultima cosa da vedere”.

Coppa Italia?
“La Roma non può permettersi di snobbare tutto, prima che dimenticheremo quanto visto venerdì, credo che ne passerà di tempo. Non bisogna snobbare assolutamente niente, non devono nemmeno provarci, mi auguro che i giocatori si rendano conto di quello che non hanno fatto contro la Lazio, devo essere onesti intellettualmente tale da poter analizzare quanto accaduto. A costo di perdere giocare per squalificati, devono scendere grintosi, hanno stancato queste prestazioni in cui prendi 4 gol, non possono essere tutti errori di percorso, è un vizio. Amaramente, dobbiamo dire che la Roma non è una squadra di carattere, c’era stata una reazione con l’Inter ma è stata un’illusione, siamo ricaduti nell’oblio”.

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