Alla vigilia del derby Lazio-Roma, ai microfoni di Lazio Style Radio è intervenuto Marco Parolo che, oltre a ripercorrere i ricordi delle stracittadine già giocate, ha parlato anche della condizione in cui le due squadre arrivano al match di domani.
Il primo derby (quello del 2-2 con doppietta di Francesco Totti, ndr): “Il primo derby che ho giocato mi rimarrà sempre dentro, abbiamo fatto il riscaldamento sotto la curva. Vedere i tifosi a un passo da noi che ci incitavano, vedere i loro sguardi con una cattiveria agonistica positiva e la voglia di vincere nei loro occhi ci ha messo un’adrenalina e una carica infinita. Meritavamo di vincere, purtroppo è finita 2-2 nonostante avessimo avuto le occasioni per farlo nostro”.
Il secondo derby: (quello di Yanga Mbiwa, ndr): “Per quanto riguarda il secondo derby, venivamo da un momento straordinario, c’è mancato poco anche lì, abbiamo perso una partita che avevamo fatto e condotto noi. Purtroppo abbiamo preso gol su un calcio di punizione dopo aver pareggiato”.
La gara di andata: “Il derby d’andata di quest’anno è stato strano. Il discorso delle curve senza tifosi ha tolto quella che è la bellezza del derby di Roma e l’adrenalina che si sente prima delle partite. Noi non siamo riusciti a ripetere le prestazioni fatte l’anno precedente”.
Quello di domani: “Ora c’è tanta voglia, piacerebbe pure a me vincere domani, vorrebbe dire anche dare uno slancio in più per finire la stagione in maniera onorevole, cercando di fare più punti possibili. Nel calcio non si sa mai. Dopo aver giocato il primo derby diventi un laziale e dici sono laziale perché da ora devo dare il massimo per battere la Roma, sempre. Tutti, ti mettono in testa qualcosa di incredibile.Arriviamo al derby con una classifica diversa, la Roma è favorita? Anche noi la scorsa stagione al derby di ritorno eravamo favoriti, quindi non dico niente”.
Sui giallorossi: “I punti di forza della Roma sono l’imprevedibilità, hanno tanti giocatori che possono inserirsi e che trovano la giocata. La nostra forza deve essere l’intensità, con gente di gamba che può ripartire e fare male e gli inserimenti dei centrocampisti“.