Egisto Pandolfini, centrocampista che tra gli anni ’40 e ’50 ha vestito le maglie di Roma e Fiorentina, è intervenuto ai microfoni di Centro Suono Sport nel corso della trasmissione “Bar forza lupi”.
Pandolfini rimarrà per sempre nella storia per aver segnato il primo gol nel match Italia-Egitto giocato a Milano il 24 gennaio 1954, in quanto quella fu la prima partita della storia trasmessa in diretta tv dallaRai: “Ci vuole una memoria buona per ricordarlo. Non era mica colpa mia (ride, ndr) ho fatto un cross per dare una palla a un compagno e il vento ha fatto la sua e ci ha dato una mano ingannando il portiere”.
I ricordi della sua esperienza romana: “Ricordo molte cose perché gli anni più belli e importanti sono stati a Roma, anche come età, avevo 24/25 anni e ho passato 4 anni bellissimi. Quando qualcuno se lo ricorda e mi chiama mi fa piacere”.
A Roma è stato molto amato tanto che Pasolini lo citò in “Ragazzi di vita“: “A Firenze ero tenuto molto in considerazione in quanto fiorentino di nascita e quando sono stato ceduto c’è stata una rivolta. Sono passato alla Roma nel mio migliore momento, giocavo in nazionale e per 4 anni ho toccato il massimo che potevo toccare”.
Cosa pensa di Garcia? “Di questo allenatore bisogna parlare soltanto bene. Da il massimo per la squadra e la Roma deve ringraziare chi glielo ha trovato perché anche come uomo mi sembra una persona da levarsi il cappello”.
Cosa pensa di quei tifosi della Roma indignati per aver usufruito di un rigore dubbio contro l’Empoli? “Non mi è mai capitato ma mi fa piacere quando lo vedo fare ad altri. Quando il pubblico riconosce l’errore dell’arbitro è utile per il gioco del calcio. Un pubblico che vuole bene alla squadra ma che riconosce anche i torti di un arbitro che può sbagliare anche perché oggi è più difficile arbitrare di quando giocavo io perché si va più veloce.
La Panini potrebbe coniare una figurina con raffigurato Francesco Totti intento a colpire la palla del secondo segnato nell’ultimo derby. Non tutti sanno che la rovesciata di Parola, paragonata proprio al gesto tecnico del capitano giallorosso, è stata effettuata per lanciara la palla proprio a Pandolfini: “Infatti ho una grande foto in casa di questa rovesciata. Allora c’erano le rovesciate alla Parola, era un signore anche per l’educazione che aveva ed era un difensore che non rompeva il gioco ma lo costruiva. Fino ad oggi sulle figurine c’è stata quella di Parola ma che venga messa quella di Totti mi sembra giusto perché merita questo e altro”.
Qualcuno critica Totti perché nei sui 239 gol in campionato ce ne sono molti siglati su calcio di rigore: “Io ne ho tirati 3 anche in Nazionale. Chi lo critica è un avversario, solo un avversario può criticarlo. Se lo critichiamo finisce il calcio. La natura lo ha dotato di qualcosa di superiore a noi tutti, sono casi rari e bisogna ricordarsi di questi calciatori quando giocano e anche dopo perché sono esempi per i giovani”.
In chiusura viene chiesto per chi tifa domani: “Mi ricordo quando l’ho giocata io, sono stato multato e graziato perché secondo il tecnico non davo il massimo. Penso sia vero, ma non perchè non volevo, era più forte di me. Anche contro la Roma in seguito non ci mettevo la giusta cattiveria. E’ naturale e bisogna capire e andare incontro al giocatore”.