Alla trasmissione “Bar Forza Lupi”, su Centro Suono Sport 101.5, è intervenuto Emidio Oddi, ex calciatore della Roma e dell’Udinese.
L’avventura alla Roma?
«A Roma ho legati tanti bei ricordi, anche se all’inizio non fu facile ambientarsi. I tifosi cominciarono ad apprezzarmi per il coraggio e la generosità che mettevo in campo, finché in una partita venne esposto in Curva Sud uno striscione con scritto “Oddi Leone”: da lì in poi, cambiò tutto e “Leone” è ancora oggi il mio soprannome».
Con l’Udinese, prossimo avversario della Roma, com’è andata?
«A Udine ho finito la carriera di calciatore e dovevo cominciare quella da team manager. Il presidente di allora mi disse che, con lui, sarei rimasto per sempre in società. Era estate, preparai il ritiro per la squadra e, prima di iniziare la nuova stagione, presi una settimana di ferie per portare la famiglia al mare, a casa. Pochi giorni e mi chiamò il figlio del presidente, che oggi è a capo della società, per dirmi che non avevano più bisogno di me. Provai a contattare immediatamente il presidente, ma si rese irreperibile. Potete immaginare la delusione e tutte le difficoltà del caso».
Torniamo alla Roma allora. Per la tua esperienza, i tifosi romanisti apprezzano più la tecnica o il cuore di un calciatore?
«Per me, il cuore, il temperamento che metti in campo ed il senso di appartenenza che trasmetti».
Per questo, Gianluca Mancini è il nuovo idolo della Capitale?
«Neanche un mese fa, ho detto pubblicamente che, per il futuro, puntavo su di lui, perché lo vedevo in grande crescita. Ed ecco che segna due gol decisivi nel derby e a San Siro contro il Milan. Alla gente romanista Mancini piace perché gioca bene e non si risparmia mai. Lo faceva prima con Mourinho, lo fa oggi con De Rossi».
Cosa dici di De Rossi allenatore?
«Ha trasmesso serenità ai giocatori, che ora riescono ad esprimersi al meglio. Mourinho è un grandissimo tecnico ed ha portato risultati importanti a Roma, ma, negli ultimi tempi, la squadra era troppo nervosa».