Sembrano passati 20 anni. In realtà ne sono passati 22.
“L’erba era più verde, la luce più brillante, il gusto più dolce, circondati da amici, le notti di meraviglia, la rugiada lucente, l’acqua corrente, il fiume senza fine”, erano High Hopes, erano grandi le speranze per quel ragazzo che con la maglia n. 20 entrò in campo e dopo pochi minuti si conquistò il calcio di rigore del pari mai arrivato nel suo primo derby da professionista.
Poi ne è passata di acqua sotto i ponti dell’Endless river, di quel fiume senza fine che sembra essere la carriera di Francesco Totti. Il 6 marzo 1994 giocò il suo primo derby e poi un altro ancora, e poi ancora un altro…
Oggi siamo arrivati a 42 (uno amichevole!) e quel numero sembra destinato a rimanere nella leggenda perché difficilmente lo vedremo crescere, difficilmente lo vedremo essere superato. Il secondo in classifica è staccato di ben 17 match e, compreso De Rossi (25), tra i calciatori in attività nessuno sembra in grado di avvicinarsi nemmeno a questa quota.
Poi c’è una storia fatta di gol, di vittorie, di sconfitte, di infortuni, di partite viste dalla panchina, di partite viste con le stampelle da bordocampo, di coppe andate e mai tornate, di pollici, magliette, di purghe e di spostamenti, di game over, di selfie, di parti simulati, di telecamere rubate, di gol da figurina, di re di Roma che non sono morti, del The King of Rome is not dead.
Ma “c’è una fame ancora insoddisfatta”, una parte di noi che vorrebbe veramente che quel fiume fosse infinito, ma i castori no, loro costruiscono le dighe; non importa se nel tratto successivo i campi vogliono essere irrorati, non importa se il cuore diventerà secco, non importa, quel che conta è il risultato, e l’acqua va fermata, forse perché troppo pura per quei campi, forse perché troppo fresca per quei cuori.
Domenico Rimedio
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Gran bell’articolo Domenico.