Non sono politically correct ma le vostre domande devono esserlo

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spalletti

Ha cambiato idea su Totti? “No, penso sempre che sia un grande campione e che vada gestito in base alla sua età ma potrà ancora dare molto alla squadra”

Forse il 99% degli allenatori politically correct avrebbe risposto così ad una domanda che tutti avrebbero voluto fare ma che nessuno aveva ancora fatto per il bene della Roma (?), o forse proprio per evitare di essere esposto e tacciato come nemico della stessa.

Di politically correct in Luciano Spalletti c’è veramente poco (è un complimento, specifico che è meglio). Il tecnico toscano digerisce sempre poco le domande dei cronisti presenti in conferenza stampa, a volte lo fa con storielle simpatiche e altre volte (purtroppo) con il dito puntato.

Troppo esperto nel comunicare, troppo attento a scegliere i termini che usa per pensare ad uno scivolone o a delle dichiarazioni dovute al pathos del momento. Spalletti oggi voleva parlare, lo si è visto e intuito anche nelle risposte precedenti. La frase ad effetto con la quale ha chiuso la conferenza stampa l’aveva già accennata e non terminata qualche minuto prima, così come qualche minuto prima aveva parlato di Iturbe e del talento che nell’argentino scarseggia rispetto al collega Salah.

Oggi c’era voglia di tutto questo e la sensazione del caos calmo resta. Sei giorni fa ci viene detto che la Roma manca di calciatori “alla Totti” e che il suo compito e di farne crescere. Poi ci viene detto che la rosa è forte, più forte dello scorso anno. Poi vengono raccontati particolari che il 99% degli allenatori di cui sopra non racconterebbe mai, che sia una colazione con il Capitano all’interno del Fulvio Bernardini (mi sembra di aver capito che si è parlato delle dichiarazioni di Nainggolan), che sia un incontro con Maicon nei corridoi di Trigoria. Oggi è stata difesa la società a spada tratta per una doccia ristrutturata nel centro tecnico (questa società di cose buone ne ha fatte e di migliori) dopo una dichiarazione come quella sulla mancanza di leader che forse era proprio riferita alla proprietà (e a chi altro sennò?).

Apprezzando da sempre chi si distingue dalla demagogia con dichiarazioni che possono piacere e altre meno, vorrei sottolineare che allo stesso modo se si vuole assumere questo atteggiamento schietto e diretto si devono accettare anche le domande considerate politically incorrect.

Domenico Rimedio

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