Nazionale: Sarà il giallorosso a vivacizzare l’azzurro?

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L’Italia del calcio è in ginocchio dopo la disfatta nello spareggio mondiale contro la Svezia. La mancata partecipazione alla più importante kermesse calcistica è un danno di immagine incredibile e un danno economico incalcolabile, non solo per il pianeta calcio. L’indotto economico portato da un tale evento avrebbe coinvolto numerosi settori sia commerciali che di servizi: dagli ovvi interessi di giornali e televisioni fino al piccolo commerciante di bandierine e souvenir o il piccolo locale con possibilità di vedere le partite. In sintesi un’economia che non girerà neanche questa volta. Naturalmente si potrebbe anche citare il danno sociale, anticipato dalle parole di Buffon, di bambini che non sogneranno per il loro primo mondiale e di anziani che non si emozioneranno coi loro figli per il loro ultimo.

In tutto questo sembra che i colpevoli principali non si sentano toccati dai sensi di colpa ed è qui che entrano in scena i tanti “romanisti” nel tentativo di cambiare qualcosa. Il presidente Tavecchio si è dichiarato “indisponibile” alle dimissioni (e sicuramente verrà riconfermato) richieste dal presidente della FIGC Malagò e dall’esponente dell’Assocalciatori Damiano Tommasi che ha lasciato la riunione in federazione indignato e più tardi twitterà: “Ora ho la conferma che le panchine sono più scomode delle poltrone”. Chissà se ‘”anima candida” potrà in futuro avere un ruolo in federazione portando la sua onestà e rigore?

Capitolo allenatore: Giampiero Ventura paga con un prevedibile esonero senza pensare neanche per un momento alle dimissioni. Il tecnico alla fine della partita ha rilasciato dichiarazioni giudicate dai più non consone al momento: le sue parole sul fatto che “quando succedono queste cose si sa che il primo a pagare è l’allenatore, dico una banalità” non sembrano un’ammissione delle sue responsabilità ma un fatto assodato di cui il C.T. sia vittima, senza contare la sua dichiarazione sul suo score: “il migliore da 40 anni”. Al suo posto si stanno vagliando vari nomi da Carlo Ancelotti, il più suggestivo, il più vincente (rinuncerà ai suoi lauti emolumenti per il sogno Nazionale?) a Gigi Di Biagio, la scelta più razionale per proseguire un percorso di cambiamento generazionale.

Alla fine di tutto gli unici a dire “Abbiamo sbagliato” sono stati i calciatori, ovviamente primi responsabili in quanto protagonisti delle prestazioni che hanno portato a questo, non serviva molto per battere una delle peggiori formazioni svedesi degli ultimi anni, ma almeno qualcuno si assume le proprie responsabilità. Come Daniele De Rossi, il quale con la voce rotta lascia uno dei suoi amori, la maglia azzurra, nel modo peggiore. Protagonista anche in panchina, la sua esternazione ha fatto il giro del mondo, il farsi da parte di un giocatore così importante in favore di un compagno ritenuto più utile di lui alla causa in quel momento, gli fa onore, anche se qualcuno potrebbe contestare che un giocatore non debba mai andare contro all’allenatore pubblicamente: ma De Rossi è così, prendere o lasciare, sincero ed appassionato, razionale fuori ed impulsivo dentro al campo, vero nel bene e nel male.

In ultimo diciamo che proprio nella partita casalinga con la Svezia sono stati i romanisti Florenzi ed El Shaarawy ad essere tra i pochi a creare pericoli al portiere gialloblu, pur non avendo giocato benissimo, come i loro compagni, ma questo è un patrimonio tecnico da non sottovalutare per il futuro (non scordiamo poi gli assenti PalmieriPellegrini).

Per chiudere, possiamo chiederci se saranno i colori giallorossi, quelli vivaci dei giovani calciatori o quelli “vintage” di alcune vecchie glorie, a salvare il futuro della Nazionale? A noi piace pensare di si.

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