Monchi:”Totti? Al mio fianco. Spalletti? Ci proverò. Titoli? Ho lasciato Siviglia per non vincere?”

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Queste le parole di Monchi, nuovo direttore sportivo della Roma, in conferenza stampa:

Prende la parola Gandini:

“È un grandissimo onore sedermi con questa persona di grandissimo spessore nel calcio mondiale. Ringrazio Pallotta che è stata la prima persona che ha voluto che ciò accadesse, si è adoperato personalmente per convincere Monchi. Ringrazio per la sua professionalità Ricky Massara che ha gestito molto bene questo periodo di interim, lavorerà con noi e con Monchi nelle prossime stagioni”.

Iniziano le domande per Monchi:

Perché ha scelto la Roma per continuare la sua carriera da direttore sportivo?
“Buongiorno a tutti, vorrei cogliere l’occasione per scusarmi con chi mi ha scritto regolarmente ma non ho risposto perché ho pensato solo al Siviglia. Non mi considero il miglior direttore sportivo del mondo, mi considero fortunato per la carriera che sto facendo, ho dedicato molto tempo e molto sforzo. Avevo altre ambizioni, altre offerte è vero, ho lasciato Siviglia ed è stato difficile, ho avuto le idee chiare scegliendo la Roma, c’è un margine di crescita molto grande. Non ricominceremo da zero, Sabatini ha svolto un grande lavoro e anche Massara, ci sono enormi possibilità di crescita. Mi unisco al ringraziamento di Gandini, so che qui alla Roma avrò la possibilità di lavorare essendo me stesso, se la Roma si è interessata a me è perché sono Monchi”.

Il futuro si costruisce partendo dal presente?
“È evidente che non avrò troppa influenza in questo finale di stagione, sono arrivato pensando già al futuro che al presente ma il nostro futuro dipende appunto dal presente. Ci giochiamo il secondo posto che vale l’accesso diretto alla Champions League, sono già a disposizione del gruppo, del club, dello staff tecnico. Mi sento parte integrante della Roma, sulla base del presente costruiremo il futuro”.

Cosa deve fare la Roma per ridurre il gap con la Juventus?
“Sono concentrato sul futuro e dove devo intervenire. Conosco il potenziale della Juventus, ma io sono ambizioso ma non significa vendere fumo. Non è facile colmare il gap ma non è impossibile, nella rosa attuale abbiamo ottimi argomenti per colmare questo divario ma dobbiamo lavorare, possiamo farlo sulla base di quello che abbiamo oggi”.

Anche in Spagna si convive con dei cori razzisti ancora nel 2017?
“Il razzismo è un tema che mi preoccupa, in Spagna devo dire che ciò si gestisce bene e questo grazie al contributo di tutto, tutti hanno la stessa ossessione. In Italia servirà l’aiuto di tutti, noi in primis e voi della stampa che dovete denunciare, un professionista deve uscire arrabbiato perché ha perso una partita, non perché è stato offeso. Rüdiger è un ragazzo straordinario e sta soffrendo per questo tema, invito tutti a proteggere lui come Muntari, siamo entrati nel 21esimo secolo e non si dovrebbero trattare questi temi. Vi chiedo aiuto e prontezza nel denunciare tali episodi”.

A Roma si è vinto poco storicamente: vede delle analogie tra i giallorossi e il Siviglia? Come si cambia il DNA di una società?
“Non ci sono segreti né formule magiche. Ogni club ha una propria fisionomia, mi hanno chiesto molte volte il mio segreto ma il mio segreto è il lavoro. I tifosi della Roma meritano che i loro sogni siano realizzati, dobbiamo però tutti andare nella stessa direzione, questo abbiamo fatto a Siviglia e sono sicuro che ci riusciremo. I tifosi della Roma meritano che i loro sogni siano realizzati e io lavorerò per questo, noi vogliamo unire tutti, da Pallotta a Monchi a ogni singolo dipendente del club, è il primo passo per vincere”.

Cosa pensa della situazione di Spalletti?
“Vi racconto una storia. La prima volta che sono stato contattato per venire alla Roma, ho ragionato e l’unica cosa complicata era lasciare Siviglia, c’erano diversi pro, tra cui Luciano Spalletti. Avevo voglia ed entusiasmo di lavorare con lui, cercherò di realizzare questa possibilità. Ora non dobbiamo distrarci, contano le ultime partite. Conservo la speranza che possa restare con noi, sono venuto qui anche per lui. Ci proverò”.

Come sarà lavorare in club dove non avrà un vincolo emotivo come al Siviglia?
“È vero che è la prima volta che esco da Siviglia in tutti i sensi e all’inizio si ha paura dell’ignoto. Neanche nei miei sogni migliori avrei potuto immaginare un’accoglienza migliore e tutto questo ha reso più semplice questa traversata. Ringrazio chi mi è stato vicino, tutti coloro che hanno reso più facile questa operazione. La partita è già iniziata in vantaggio 1-0. A Siviglia ho lavorato molto bene, da 1 a 10 direi 20, ma nel momento in cui davo questo passo nuovo importante ho pensato di venire a Roma, dove sarò me stesso”.

I contratti di Totti e De Rossi?
“Parto parlando di Daniele. La voglia e l’interesse delle parti è reciproco, vogliamo continuare insieme e dobbiamo essere particolarmente imbranati per non trovare un accordo. È un ragazzo fantastico e cercheremo di raggiungere questo obiettivo. Su Totti già sapevo che c’era questo accordo con la società che questo sarebbe stato l’ultimo anno e poi partiva quello da dirigente. Francesco è la Roma, gli chiedo di essere vicino a me, anche apprendere l’1% che sa lui è tantissimo”.

Quanto ha influito la figura di Baldini nella sua scelta?
“Non saprei, quello che mi ha convinto è stata la Roma. Non mi sono innamorato di Baldini ma della Roma”.

Quanto potrà influire sul mercato il piazzamento finale della Roma?
“Adesso sto seguendo un corso accelerato di italiano e uno in ambizione. La Roma è una società ambiziosa da cima a fondo, il denaro non è tutto sebbene aiuti. Noi dobbiamo conquistare il secondo posto per il prestigio che comporta, anche per attirare giocatori importanti. La preoccupazione maggiore non è il denaro ma per una questione di prestigio, ci rimboccheremo le mani e lavoreremo sodo”.

Che “missione” ha qui alla Roma?
“A Siviglia dovevamo necessariamente effettuare quel tipo di strategia, poi abbiamo risolto e abbiamo realizzato delle plusvalenze. Quello che ha reso buona la gestione del Siviglia sono stati i successi sportivi e noi a Roma vogliamo ottenere successi. Il problema non è vendere ma è comprare male, noi lavoreremo per raggiungere questi successi. Crede che io sia venuto qui lasciando Siviglia per non vincere?”

Esistono giocatori incedibili? Come funziona il”metodo Monchi”?
“Sulla prima domanda dico che esistono questi giocatori ma non sono qui per vendere fumo e dico che non esistono incedibili ma solo giocatori più o meno importante. Non è che la Roma dovrà venderli necessariamente, verranno valutate le offerte e poi si vedrà, non c’è nessun cartello appeso al collo con scritto Si Vende, semmai Si Vince. Sulla seconda domanda, meglio parlarne a tu per tu”.

Che tipo di giocatori acquisterà? Kessié sarà il primo acquisto della Roma?
“Sergio Ramos all’epoca del Siviglia era un prodotto del settore giovanile. Io voglio comprare giocatori che siano bravi e abbiano fame di vincere, l’età non conta. Kessié è un ottimo calciatore che seguiamo e che già conoscevo, è una possibilità. Siamo solo agli albori, posso aggiungere ben poco”.

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