Monchi: “Il calcio non è passato o futuro, ma presente. Testa al Crotone”.

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Il DS della Roma, è intervenuto ai microfoni di Roma Radio, con alcune dichiarazioni:

Dopo la qualificazione, il Crotone?
“Sì, trovare la motivazione per giocare la possibilità di andare ai quarti di Champions League non è difficile, ma dopo l’adrenalina di una partita così tornare al campionato e giocare contro una squadra complicata deve essere una crescita. Io 5 minuti dopo la partita già pensavo al Crotone,  se vogliamo arrivare a essere più grandi, dobbiamo gestire situazioni come queste, giocando allo stesso livello di motivazioni. Se non vinciamo è un casino. Loro magari staranno pensando che siamo distratti dalla Champions, quindi dobbiamo avere la giusta mentalità fin dall’inizio per far capire che la nostra testa è al Crotone. Dobbiamo rendere normale quello che purtroppo è anormale”.

Qual è il rapporto di Monchi con la critica? Perché la squadra ha avuto un passaggio a vuoto?
“Non è facile trovare soluzioni. Penso che dobbiamo imparare a gestire meglio il successo e amministrare meglio la sconfitta. Per me questo è il primo problema che abbiamo a Roma. Ogni volta che cominciamo a vincere siamo campioni, alla prima sconfitta è un disastro. Dobbiamo trovare l’equilibrio. La serata con lo Shakhtar è bella, ma non possiamo fermarci a una sola vittoria o una sola sconfitta. Penso che siamo sulla strada giusta, non è facile cambiare, trovare questa strada che non abbiamo preso per tanto tempo.  Sulle critiche, state parlando di uno che quando giocava in porta ha dovuto uscire per tre volte da porte secondarie perché lo volevano picchiare. Dopo siamo saliti in Serie A e il nome più acclamato era il mio. Il calcio è così, ho avuto la fortuna di vincere quando ero a Siviglia, ma ci sono stati anche momenti difficili. Se la squadra non vince, le critiche sono normali, e viceversa. Ogni volta ci si arrabbia, se non vinciamo per 7 partite di fila di certo non ci invitano a mangiare. Penso sempre alla prossima partita, nel calcio non c’è passato e non c’è futuro: c’è solo il presente”.

Quanto hai imparato dai tuoi errori?
“Tanto, ne ho fatti tanti, ma ho avuto la capacità di aver capito dove ho fatto male. Come ad esempio con Hector Moreno. Ero convinto che potesse fare il caso della Roma. Poi mi sono fermato e ho capito di no”.

Più forte Alisson o Monchi?
“Lui trasmette tranquillità, serenità, equilibrio e questo per un portiere è importante, perché i compagni sono fiduciosi. Quando giocavo io, dicevano che dovevano fare un gol in più perché Monchi era in porta”.

Siviglia-Roma?
“Adesso è difficile per tutti in Champions, chiunque trovi. Barcellona, Real Madrid che è fatta per vincere tutto, Juventus , Bayern Monaco, il City che è la squadra più forte di tutte. A Roma vogliono tutti il Siviglia, a Siviglia vogliono tutti la Roma. L’obiettivo è la mentalità e adesso la nostra è buona”.

La Roma viene raccontata male?
“A livello sportivo ancora dobbiamo aspirare di essere allo stesso livello della società. Ho trovato una società moderna, forte, la crescita deve essere verticale, anche orizzontale, soprattutto nei momenti di difficoltà”.

 

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