Mario Rui:”Il recupero procede bene. Noi a tratti gran calcio, ma dobbiamo migliorare e lavorare!”

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mario ruiA distanza di poco più di due mesi dal suo infortunio al ginocchio sinistro, Mario Rui torna a parlare con una intervista ufficiale ad asroma.com, affermando che il suo recupero procede bene e dicendosi fiducioso sul suo futuro.

“Sono passati esattamente due mesi e due giorni dall’operazione e io sono contento per come sta andando il mio percorso di riabilitazione” ci ha raccontato in esclusiva il difensore portoghese. “Le condizioni di recupero del ginocchio procedono bene”.

Mario Rui, arrivato a Trigoria quest’estate dall’Empoli e infortunatosi il 30 luglio a Boston durante il tour in Nord America, è rimasto affascinato dal calore a lui riservato in questi mesi dai fan giallorossi, a cui fa una promessa: “Voglio innanzitutto ringraziare i tifosi, perché l’affetto che mi hanno trasmesso è stato davvero molto grande, non me l’aspettavo. A loro posso dire che ho passato un brutto periodo che ora sto superando e che sicuramente tornerò più forte di prima”.

In attesa di rivederlo presto sui campi da gioco con la maglia della Roma, leggete qui di seguito quello che ci ha raccontato sul suo periodo di riabilitazione, su Sarri e Spalletti e sulla stagione in corso e che verrà…

Chi ti è stato più vicino in questo periodo lontano dal calcio giocato?

“La famiglia su tutti. Mia moglie in particolare è stato un aiuto importantissimo: diciamo che in questo mio periodo sfortunato, stiamo vivendo insieme un momento positivo, visto che lei è incinta. Ma appunto, con il pancione e un altro bambino da gestire, lei in queste settimane lei si sta davvero facendo in due. Sono debitore nei suoi confronti”.

Anche Rudiger e Nura stanno affrontando in questi mesi un lavoro simile al tuo: avete legato di più durante questo periodo riabilitativo?

“Sì, perché passiamo le giornate praticamente sempre insieme qui a Trigoria, dalla mattina alla sera, e di conseguenza è normale che si sia creato un rapporto più stretto con loro. Nura e Rudiger hanno iniziato il recupero prima di me e ora ovviamente sono in fase più avanzata nel loro percorso di recupero e stanno bene: io sto infatti cercando di prendere dai due anche dei consigli sul metodo di lavoro fatto”. 

Proprio in questo periodo dell’infortunio sei passato dal numero dal 22 al 21, utilizzato già negli anni ad Empoli: ha per te un significato particolare?

“E’ un numero che mi piace, visto che l’ho scelto anche nella stagione di esordio da professionista quando ero in Portogallo. Così come era successo nel primo anno ad Empoli, anche qui a Roma all’inizio non l’ho potuto usare perché era occupato: appena si è creata l’opportunità di prenderlo, sia in Toscana che qui a Roma, non mi sono fatto sfuggire l’occasione e l’ho scelto”.

Finora sono state giocate 7 giornate di campionato e due di EL: quale è il tuo giudizio su questa prima parte di stagione della Roma?

“A tratti si è fatto vedere di fare un gran calcio e sicuramente i margini di miglioramento ci sono e  questa è una cosa positiva. Possiamo e dobbiamo quindi cercare di fare molto di più lavorando su quelle cose che sono andate meno bene, ma, ripeto, sono fiducioso che nel prossimo futuro possiamo fare vedere grandi cose”.

Il prossimo impegno per la Roma sarà a Napoli, guidato dal tuo ex mister Sarri: cosa ci racconti dei tuoi anni con lui ad Empoli? 

“Di mister Sarri posso solo parlare bene e ringraziarlo di quanto ha fatto per me, visto il lavoro che ha svolto su di me e il salto di qualità che mi ha fatto fare”.

Cosa c’è dell’Empoli di Sarri nel Napoli attuale?

“L’organizzazione sicuramente, perché ad Empoli questo fattore era decisivo. Io ero sicuro al 100% che, se fosse riuscito a mettere a disposizione del Napoli il suo sistema di gioco, con i giocatori a disposizione degli azzurri avrebbe fatto bene”.

In cosa è simile e in cosa è diverso Spalletti rispetto a Sarri? 

“Il modo di fare giocare la squadra, visto che sono entrambi allenatori che cercano di dare una loro impronta di gioco alla squadra e di farla quindi giocare bene”. 

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