Mangone: “Mai avuto timore di non vincere lo scudetto 2001. Ho ammirato Aldair. Di questa Roma, apprezzo Matic”.

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Amedeo Mangone, ex calciatore della Roma, Campione d’Italia nel 2001, è intervenuto alla trasmissione “Bar Forza Lupi”, su Centro Suono Sport.

Ricordo del 17 giugno 2001?

“Una giornata vissuta intensamente, come del resto tutta la settimana che la precedette. Alla penultima giornata pareggiammo a Napoli, risultato che ci costringeva a vincere l’ultima in casa contro il Parma.

Riuscimmo nell’impresa grazie alla forza di una squadra piena di grandi giocatori, alla serenità che ci trasmisero l’allenatore e la società, e al sostegno dei nostri tifosi, sempre presenti, ma mai invadenti”.

Un invasione dei tifosi, però, ci fu sul campo quel 17 giugno?

“Credo che quel giorno ci fu una gestione sbagliate allo stadio. Vennero aperti i cancelli a 5’ dalla fine della partita ed entrarono tifosi dall’esterno, che si riversarono in campo. Fortunatamente, si riuscì a contenere quella situazione e, in qualche modo, a portare a termine l’incontro”.

Mai pensato di non farcela a vincere quello scudetto?

“Mai un timore. Eravamo consapevoli dì essere  i più forti e, quindi eravamo sereni”.

Di quella squadra qual è il giocatore che più ti ha impressionato?

“Non me ne vogliano gli altri, ma dico Aldair. Era un punto di riferimento per tutti. Silenzioso e tranquillo, ma, quando era il caso, sapeva farsi sentire”.

Un pensiero sul lavoro di Mourinho alla Roma?

“Mourinho è stato bravissimo a tirare fuori dai giocatori tutto quello che avevano.

Hanno sempre dato il massimo e questo i tifosi lo sanno, perché da due anni riempiono sempre lo stadio”.

Finalmente è arrivato il prolungamento del contratto di Smalling per altri due anni.

È il giocatore più importante della difesa?

“Sicuramente, si. Bravissimo in marcatura e con un ottimo senso dell’anticipo. È esperto ed infonde tranquillità a tutto il reparto arretrato”.

Di questa Roma qual è il giocatore che apprezzi di più?

“Matic. Ha grande personalità e lo dimostra il fatto che vuole sempre palla, anche nei momenti in cui la squadra è in difficoltà, proteggendola e giocandola sempre con grande precisione”.

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