L’ex giallorosso dal 1975 al 1979, con 80 presenze, è intervenuto ai microfoni di Centro Suono Sport, durante la trasmissione Bar Forza Lupi anche riguardo al CUCS (Commando Ultrà Curva Sud) di cui il 9 Gennaio ricorre l’anniversario della costituzione, nel 1977:
E’ con noi un grande ex della Roma, proprio negli anni della nascita del CUCS, Loris Boni. Cosa ricordi di quella Curva Sud?
Sicuramente qualcosa di splendido, perchè riuscivano a trascinarci in campo. Una curva incredibile che ogni domenica si faceva notare, impossibile non sentirla, sia per noi ma anche per gli avversari, che restavano affascinati.
Si diceva che in quegli anni molti tifosi, non necessariamente della Roma, ma anche gli avversari, venissero anche solo per vedere lo spettacolo della Curva Sud.
Certamente nelle altre curve non si vedeva una cosa del genere, quindi rimanevano strabiliati. Han fatto la storia e peccato che oggi sia molto cambiato. Oggi allo stadio molte cose non le puoi più fare.
Hai visto Roma-Atalanta? Qual’è, secondo la tua esperienza di campo, la lettura degli attuali problemi della squadra?
Purtroppo sono venuto sabato scorso a vedere Roma-Atalanta e fare un commento sarebbe deleterio. Meglio aspettare la prossima. Credo ci sia stato un rilassamento dopo la trasferta col Genoa da parte di tutto il gruppo, io non parlo dei singoli. Quando la squadra si è espressa con intensità e umiltà ha girato bene, poi a livello mentale si sono rilassati e i danni sono arrivati. Mi spiace che qui, ogni volta che le cose non vanno, si parli di mercato. La Roma è un gruppo competitivo, ma è chiaro che i giocatori devono dare molto di più sul piano dell’intensità. Se un calciatore non va si ricerca subito il sostituto, ma credo che i ragazzi che ha la Roma, non abbiano nulla da invidiare a quelli di altre squadre. Ritengo che la sosta arrivi al momento giusto per permettere all’allenatore di lavorare, soprattutto a livello mentale. Sabato sono rimasto sbalordito dalla mancanza di personalità e di volontà. Assurdo nascondersi dietro le assenze di De Rossi o Nainggolan. Ora si è toccato il fondo e bisogna ripartire.
Si è anche detto che proprio il gesto di De Rossi a Genova, possa essere una delle chiavi di lettura di questa crisi e che la squadra si sia sentita tradita da un suo leader in un momento in cui era lanciatissima. Che ne pensi?
De Rossi fece un errore gravissimo, anche perchè capitano. L’episodio andava chiuso li, con una punizione da parte della società, ma non doveva lasciare strascichi sul gruppo, che invece doveva far quadrato per cercare di rimettersi in carreggiata subito. Un singolo episodio non può danneggiare i compagni e nessuno deve sentirsi in dovere di ripetere errori del genere, come magari ha fatto Nainggolan, anche se in modo diverso. La società doveva dare un segnale e ha fatto bene a punire il belga, perchè va bene divertirsi ma devi fornire sempre un’immagine positiva e la linea di una società va sempre portata avanti. Se in questo momento la Roma è orfana di un gioco, non credo sia colpa dell’allenatore, ci deve essere stato un blackout mentale ma ora DI Francesco, chiaramente, deve trovare delle soluzioni.
Il Corriere dello Sport ha fatto un’inchiesta per capire chi tra Roma e Lazio, al momento, sia più forte. Secondo te?
La Lazio ora gioca in grande serenità e con motivazioni. Molti giocatori, da cui probabilmente ci si aspettava di meno, stanno lavorando a grandi livelli e supportati da un ambiente sereno. La pressione che ha la Roma nel dover portare un risultato, non deve danneggiare, ma tutti devono essere coscienti di essere competitivi.
Che ricordi hai di Angelillo, scomparso in questi giorni?
Lo ricordo molto bene. Lui mi volle fortemente a Pescara quando lasciai la Roma. Una bella persona, legata alla famiglia, uno che sapeva sdrammatizzare e amava insegnare calcio. Di lui non posso che parlare bene e sono dispiaciutissimo della sua scomparsa.