Simone Loria: “Segnare in Serie A è bello, ma segnare alla Juve lo è ancora di più”

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AS Roma's Simone Loria celebrates after scoring against Juventus during their Serie A soccer match at the Olympic stadium in Rome March 21, 2009. REUTERS/Giampiero Sposito (ITALY SPORT SOCCER)
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Simone Loria, ex difensore della Roma, ha rilasciato un’intervista ai microfoni di Tele Radio Stereo

Tu hai segnato dei gol alla Juventus, uno con la maglia della Roma: che sensazioni hai provato?
“Segnare in generale in Serie A è sempre bello. Ogni gol ha un sapore diverso, poi segnare alla Juventus è ancora più bello”.

Che difensore sei stato?
“Né cattivo né provocatorio. Direi di essere stato un difensore deciso”.

Che tipo di attaccanti non ti piacevano?
“Di solito chi si soffre sono quei giocatori che in campo sono degli animali. Però sono sempre dei bei duelli”.

Quando si perdeva una partita, negli spogliatoi ci sono mai stati dei momenti di tensione?
“Sì però ripeto finiva lì. È inutile litigare con qualcuno perché ti rincontri spesso in campo”.

Hai mai visto delle scazzottate?
“Io personalmente no, solo litigi con qualche parola di troppo”.

Che ti ricordi dell’ambiente della Roma? Ora si parla spesso di questo ambiente romano troppo pesante.
“È normale che ci sono delle aspettative in questo tipo di ambienti, ogni tanto si cercano degli alibi ma a Roma non è così. L’ambiente è esigente ma lo sono tutti quelli che vogliono vincere”.

Hai fatto molta gavetta da giovane. Cosa consiglieresti ad un giovane?
“Di giocare, poi ci sono giovani e giovani. Alcuni maturano con il tempo e altri no. Chi come me è maturato tardi gli dico di giocare in giro per fare esperienze che ti formano il carattere”.

Hai fatto tanti gol con il Cagliari e l’Atalanta, avevate uno schema?
“Avevamo chi metteva bene i palloni, vedi Zola al Cagliari e Bernardini all’Atalanta”.

Hai mai avuto degli allenatori o giocatori che ti stavano antipatici?
“No, nessuno. Nella vita si può sempre migliorare, quindi sono contento anche di aver conosciuto persone che in certi momenti della mia vita mi sono stati antipatici perché poi sono cambiati”.

Sei tifoso di quale squadra?
“Torino. Ma simpatizzo per tutte le squadra per cui ho giocato”.

Però da giovane sei stato aggregato alla prima squadra della Juventus…
“Questo significa essere professionisti, poi ero giovane”.

Quale compagno della Roma ti ricordi di più e rinnoveresti il contratto di De Rossi?
“Io mi ricordo tutti con affetto. Poi Daniele è un romanista dentro, ma nel calcio di oggi vengono dette e fatte certe cose che incidono sulle persone. Lui ha la Roma dentro e io gli rinnoverei il contratto. Aiuta molto i giovani, aiuta in generale tutti i compagni all’interno dello spogliatoio”.

Hai fatto tanti gol ma ormai non ci sono più difensori goleador come te: perché?
“Dovrei stare all’interno del mondo. Valutare per me diventa difficile se non conosco bene l’ambiente”.

Vedere un pallone è come vedere una bella donna: a cosa pensi?
“È sempre un pallone, ma rimane sempre bello”.

Un consiglio per fare la differenza per un difensore?
“Consiglierei di lavorare bene sulla marcatura. Non quella a uomo ma quella in area di rigore. Il calcio italiano ormai si sblocca per delle situazioni da fermo, uno deve essere bravo sui calci di punizione o sui calci d’angolo. Tanti sbagliano in questo perché non difendono bene l’area di rigore”.

Che differenza c’è tra essere un difensore bravo a colpire di testa il pallone in difesa e in attacco?
“Lì è una questione diversa. La fase offensiva è diversa da quella difensiva. Per un difensore è una caratteristica che è innata, o ce l’hai o non ce l’hai”.

Quante volte hai protestato per un fallo che l’arbitro ti aveva fischiato?
“Mi è capitato ma tu sul momento puoi protestare perché non te ne accorgi, poi lo rivedi e ammetti che era fallo. Sul momento non pensi di aver commesso il fallo”.

C’è stato un allenatore che ti ha mai detto o gamba o pallone?
“No no, ci mancherebbe”.

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