LE PAGELLE DI FEYENOORD-ROMA 1-2 di Franco Bovaio

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SKORUPSKI 6,5

Sempre attento, in mischia come nelle uscite, come nelle parate. Incolpevole sul gol di Manu. Una prova di maturità.

TOROSIDIS 7

Gioca una delle sue migliori partite con la Roma. Spinge che sembra Maicon e offre gli assist a Ljajic e Gervinho per i gol qualificazione.

MANOLAS 6,5

Sempre attento, lotta fisicamente contro Kazhim e Manu e vince spesso i duelli.

YANGA-MBIWA 6

In ritardo nella copertura su Manu in occasione del gol del Feyenoord e non è l’unica sbavatura della sua partita. Rimedia la sufficienza per l’impegno agonistico e la voglia di non mollare mai.

HOLEBAS 6

Alterna cose buone ad altre meno, ma nel complesso è sufficiente. E lotta come un leone su ogni pallone.

PJANIC 6

Gioca più con la spada che con il fioretto e su quel campo ci sta. Offre a Totti la palla che poi questo manda fuori con il pallonetto e non molla mai. Mezzo voto in meno per il tiro fiacco sul portiere avversario con cui spreca un’ottima occasione al 37’.

DE ROSSI 6,5

Mezzo punto in meno per il ritardo di copertura sul gol di Manu. Per il resto gioca una buona partita.

KEITA 6,5

Anche lui lotta come gli altri, più di sostanza che di qualità. Mette la sua esperienza al servizio della squadra.

GERVINHO 6

Segna il gol qualificazione, ma per il resto continua ad essere la brutta copia del giocatore che illuminava la scena prima della Coppa d’Africa.

TOTTI 6,5

E’ vero, spreca un gol con quel pallonetto fuori al 15’ che, però, se fosse entrato ci avrebbe fatto gridare al gesto d’autore. Poi offre assist a go-go ai compagni, illumina la scena con le sue giocate ed esce stremato.

LJAJIC 6

Il gol merita la sufficienza, la prestazione è così così.

ITURBE, NAINGGOLAN e PAREDES sv

GARCIA 6,5

Ordina alla squadra di pressare alto sui difensori olandesi, legnosi e poco tecnici, e questa è la carta vincente della Roma. Trova l’ottima serata di Torosidis in versione assist-man e si arrabbia per alcune amnesie dei suoi difensori sulle quali, però, non ha colpa. Vincere era l’imperativo e lui ha vinto. Dunque più che sufficiente, anche perché l’idea di schierare un centrocampo di qualità e da palleggio contro un Feyenoord da corsa si è rivelata esatta.

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