L’arbitro Kuipers fischia e manda tutti sotto la doccia. La Roma e i suoi tifosi tirano un sospiro di sollievo, la sofferenza è finita.
Eppure tutto era cominciato con un altro piglio, quello giusto. La squadra di Spalletti infatti, per circa 35-40 minuti si mostra padrona del campo; abile nel recuperare il pallone, nel gestirlo e nel verticalizzare, anche se qualche passaggio troppo lezioso rischia di costare caro.
Come il pallone perso dal neo acquisto Vermaelen che per la fretta di recuperare la sfera, entra deciso sull’avversario e prende il primo giallo della sua breve e sfortunata gara di esordio.
Nonostante i cartellini però il club capitolino appare adatto e calato nella serata, con un centrocampo versione monster fatto di muscoli e testa, a proteggere la difesa, che a volte sbanda e offre occasioni. Come quelle create dal duo offensivo Salah e Dzeko, ma peccato che nessuna venga concretizzata. I due partono alla grande e si trovano, ma con il tempo, si faranno notare solo per la fase di recupero e di gestione del pallone per far respirare i compagni.
Tornando però al primo tempo, nel momento di massima spinta, la fortuna assiste la squadra di Pallotta, con Felipe, il Paolo Negro di turno, che fa esultare il piacevolmente sorpreso tifoso giallorosso.
Neanche il tempo di crogiolarsi per aver sbloccato il risultato, che dopo venti o trenta secondi, il Porto ha già ribaltato il fronte, ma la mira, come in molte altre occasioni, non è delle migliori. Come l’intervento scomposto di Vermaelen e la successiva sostituzione con l’ingresso del terzino, versione Beach volley, Emerson Palmieri.
I primi palloni toccati dall’ex Palermo fanno rabbrividire, forse influenzato dalle Olimpiadi di Rio, ma due su due avvengono con le mani. Il primo passa inosservato, il secondo no.
Sfortuna ma anche un po’ di inesperienza. Come quella avuta forse dal tecnico Spalletti che poteva aspettare i due minuti che mancavano alla fine della prima frazione per riflettere meglio sul giocatore da inserire e riorganizzare nel miglior modo possibile la poco registrata retroguardia. Da pochi giorni infatti si sono aggiunti Vermaelen e Fazio, Mario Rui è infortunato e Bruno Peres conoscerà il gruppo nella giornata di oggi. Troppo poco tempo dunque per oliare i meccanismi.
Ipotesi e idee che ogni telespettatore ha fatto davanti la propria tv, ma che non avranno mai una controprova.
Come quella che invece avranno Spalletti e i suoi uomini, tra meno di una settimana allo Stadio Olimpico. La sfida di andata ha mostrato dunque, segnali di ottimismo, di speranza che fanno credere nel passaggio del turno. La prima parte giocata a buoni livelli, dovrà essere estesa per un minutaggio maggiore, magari unita ad alcune qualità mostrate nei secondi 45′.
Il secondo tempo di pressione e sofferenza, infatti, ha evidenziato delle note positive come la forte unità di intenti e una completa concentrazione, con solo alcune piccole ma fisiologiche sbavature dettate dal periodo della stagione e dalla stanchezza di giocare per larga parte del match in inferiorità numerica, ma ha sottolineato anche l’approccio diverso di alcuni giocatori che sembrano rinati, come il commovente Dzeko e l’olandese ruba palloni Strootman, e altri in versione europeo come il baluardo De Rossi e lo straripante Nainggolan.
Segnali, indicazioni positive, ma che dovranno ripetersi e migliorarsi nella decisiva quanto milionaria gara di ritorno.
Edoardo Albanese