Se la Juve vince 1-0 è cinica, se lo fa la Roma è fortuna e non si andrà lontano..

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Quando Rizzoli ha mandato tutti a prendere un tè caldo, Totti e compagni erano ad un punto dalla vetta e il Napoli era stato riportato ad una corretta distanza. Dopo giorni di mal tempo e freddo, il sole riappariva tra la nuvole e scaldava la città eterna.

Eppure quando il week end calcistico è terminato, la parte alta della classifica era rimasta invariata.

Hanno vinto tutte. L’ultima giornata del girone di andata non verrà dunque ricordata come quella che riapre il discorso scudetto, ma qualche dettaglio importante lo lascia.

Ad esempio durante il periodo natalizio era stata elogiata la serie di vittorie tra le mura amiche della Roma da inizio stagione e i suoi 86 punti raccolti nel corso dell’ultimo anno solare. La squadra giallorossa dunque batteva quasi se stessa.

Eppure ieri al triplice fischio finale dell’arbitro Mariani allo Juventus Stadium si scopre che la Vecchia Signora ha raggiunto il 26esimo successo consecutivo in casa. Sentendo tali statistiche, se interpretate nella maniera errata, si rischierebbe di perdere la fiducia e di rinunciare in partenza alla rincorsa, ma non è questo il senso di tale paragone. Ma si vuole semplicemente far notare che per puntare alla vetta, non bisogna specchiarsi troppo in se stessi, ma ci si deve impegnare ancora di più, perché chi sta davanti corre e non si ferma quasi mai.

Come hanno fatto ieri i giallorossi sul campo Marassi di Genova. Prima di cominciare in molti ricordavano come sia la Juventus che la Fiorentina che il Milan, avessero perso punti in Liguria, come se le statistiche entrassero sul terreno di gioco. Era difficile e si sapeva, ma come ribadito giustamente dal Dg Baldissoni prima di cominciare:”Una grande non fa differenze tra match casalinghi e in trasferta.. Ma le vince tutte!”

Gli undici titolari hanno ascoltato il messaggio e i 3 punti si sono sommati ai 38 conquistati precedentemente. 41 nel girone di andata, danno una proiezione di 82 a fine maggio. Un numero consistente, ma non sufficiente per pensare di disturbare chi da anni si fa beffa della Serie A.

Ma nessuno pensi a gettare la spugna, nessuno rinunci, nessuno si mostri triste o desolato. Ma che si tirino fuori gli artigli, che ci sia aria di guerra, che aumenti il sudore e la fatica. Come quella che mettono in campo Nainggolan o Strootman, per risultare banali, Fazio e Rudiger, per andare di moda o De Rossi per risultare nostalgici.

Il capitano di giornata però oltre a mostrare una buona prestazione, ha tuonato ed indicato, al triplice fischio finale, la via da percorrere:”Ci volevano gli scarponi di lavoro e li abbiamo indossati. Le dobbiamo vincere tutte!

Baldissoni apre, dunque, De Rossi conclude e la Roma non molla un centimetro!

Questo quindi deve essere l’input da qui alla fine. Poco conta se ieri, per larghi tratti, sembrava più un team di Trapattoni o i tanto elogiati bianconeri nel corso degli anni, per il loro essere cinici, piuttosto che una squadra di Spalletti. Uscire con il massimo bottino da Genova era l’obiettivo, ed è stato raggiunto.

Senza Salah infatti la Roma fa fatica in avanti e gioca in maniera più lenta e a volte prevedibile, ma pian piano le occasioni create iniziano ad essere numerose, come le partite con la porta inviolata (Santo Szczesny), e se una cosa dai penta campione d’Italia l’abbiamo imparata è che questa è la formula perfetta per arrivare in alto!

 

Edoardo Albanese

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