“E’ incredibile, con il suo ingresso in campo cambia sempre qualcosa”.
A 23 anni alcuni di voi saranno già padri o madri, alcuni addirittura avranno già portato i propri figli allo stadio a vedere la Roma dagli spalti, anche solo per il gusto di farli stare lì e poterglielo raccontare un giorno. A 23 anni nessuno di voi ha mai visto una Roma senza Totti e forse non riesce nemmeno ad immaginarla.
Poi c’è chi la Roma senza Totti l’ha vista, tifata, ha pianto (spesso) e gioito (forse meno) anche prima di lui, e tutti noi continueremo a farlo anche quando lui non ci sarà più. Ma risparmiateci le frasi fatte, non diteci che i calciatori passano e la Roma resta perché è scontato, ma sarà una Roma diversa, si chiuderà forse la fase più bella per ognuno di noi, quella del fanciullino che ancora riesce ad affacciarsi alla finestra della nostra anima. Noi cresciamo e quel fanciullino che è dentro di noi resta piccolo, con “lagrime ancora e tripudi suoi”.
Se quella finestra esiste ancora è merito di chi ormai è l’unico che mi fa vivere il calcio in bianco e nero, la Roma in bianco e nero, quella delle radioline, quella di 90° minuto e di Domenica Sprint, quella di Sandro Ciotti, quella che da quando si è aperta mi ha fatto vivere 3 Papi, 4 Presidenti della Repubblica, 13 governi, 11 presentatori del Festival di San Remo, 22 conduttori della Domenica Sportiva, 9 presidenti federali, 16 allenatori, 7 presidenti dell’As Roma, ma un solo Francesco Totti.
Quel giorno, che James permettendo sarà lontano almeno altri 12 mesi, quella finestra si chiuderà, almeno la mia, perché se è vero che, come dice David Trueba, “La giovinezza finisce quando il tuo calciatore preferito ha meno anni di te”, allora quel giorno finirà anche la mia.
Domenico Rimedio
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