Il centrocampista maliano sta diventando sempre più un giocatore inamovibile dello scacchiere giallorosso. Da quando è arrivato Spalletti, complice anche l’infortunio di De Rossi, è stato sempre, o quasi, schierato titolare davanti la difesa. In un’intervista rilasciata al quotidiano la Repubblica, ecco le parole di Keita:
Keita, due mesi fa lei giocava poco e la Roma faticava, ora le vince tutte: cosa è cambiato?
“La fiducia. Ma è stato decisivo soprattutto il modo di lavorare di Spalletti. Quando le cose vanno male la colpa è dell’allenatore, ora che vanno bene il merito è suo. Vuole che i calciatori facciano quello che lui dice e se non lo fanno diventa caliente, grida. Ma è anche simpatico, ti fa gli scherzi.”
Con Garcia cosa s’era rotto?
“Qualcosa di rotto c’era, ma è complicato dire cosa. E quando le cose non funzionano, qui a Roma la pressione è fortissima.”
È davvero così difficile Roma?
“In realtà ricordo una cosa bellissima: contro la Samp perdevamo 2-0 e mi hanno espulso. Pensavo che i tifosi mi fischiassero, invece mi hanno applaudito. Se lavori bene la gente lo capisce.”
Poi vi hanno fischiato dopo la qualificazione contro il Bate…
“È passato e non possiamo cambiarlo. Ma ora in trasferta vengono a vederci in tre o quattromila. Bisogna guardare avanti, solo così si può vincere.”
Come capirà quando sarà ora di smettere?
“Con questo lavoro sono diventato una persona migliore. Posso solo ringraziare Dio. Ma senza calcio non morirò, finito quello inizierà un’altra vita. Ora sto bene ma a fine anno potrei anche smettere.”
E Totti dovrebbe smettere?
“Francesco è fantastico, ha dato la sua vita alla Roma. Qui la gente fa troppo rumore per nulla. A me piace il calcio, parliamo di quello.“