Il gol dell’ex: da Amadei a Destro, da Ago al Bomber

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“Quando passai all’Inter e poi al Napoli misi subito le cose in chiaro: il giorno che incontreremo la Roma io non giocherò, dovesse pur essere una partita decisiva per lo scudetto. Non potete pretendere che io pugnali mia madre”Amedeo Amadei

In realtà Amadei contro la Roma giocò, e non solo… Il 9 maggio del 1954 allo Stadio della Liberazione del Vomero di Napoli fu proprio una rete del fornaretto a regalare ai partenopei il successo per 1-0 sulla Roma. Queste le sue dichiarazioni al termine del match: “Dopo la partita tornai a casa con la mia macchina targata Roma, e paradossalmente dovetti subire gli insulti dei tifosi napoletani prima che si rendessero conto che invece ero stato l’artefice del successo della loro squadra”

Di solito chi va via da Roma lo fa con il dente avvelenato, ma perché? Per essersene andato via dalla città più bella del mondo? Per non essere stato capito dalla piazza? Per dimostrare di non essere “bollito”? Forse per tutto questo, fatto sta che il caso della rete di Destro di domenica scorsa non è il primo e probabilmente non sarà nemmeno l’ultimo episodio di un gol dell’ex subito dai giallorossi. Va sottolineato comunque che l’attaccante marchigiano non si è lasciato andare ad un’esultanza scomposta nei confronti della sua ex squadra, limitandosi a dedicare il gol al nonno indicando il cielo.

Andando indietro negli anni c’è da dire che il primo vero sgarbo subito dai tifosi della Roma arrivò non da un gol, non da un assist, ma dal passaggio alla Lazio del capitano per eccellenza, il primo, Attilio Ferraris IV, che sull’altra sponda del Tevere andò per il troppo amore che lo legava ai giallorossi. E’ vero, il concetto è un po’ forzato e un po’ difficile da capire, ma fu una pura e semplice ripicca d’amore.

A proposito di derby, i più non avranno ancora dimenticato e somatizzato il gol di Fabrizio Di Mauro, che con la casacca biancoceleste rispose all’unico gol romanista della carriera di Giovanni Piacentini nella stracittadina del “Doppo che pe’ tanto hai rosicato”.

Ricollegandoci al “bravo nazionale e capitano” passiamo ad un altro che con la fascia al braccio ci è nato: Agostino Di Bartolomei. Nella stagione successiva alla fantastica e drammatica cavalcata in Coppa dei Campioni, il trascinatore del secondo scudetto della storia romanista fu ceduto al Milan, in circostanze che non stiamo qui a specificare, in una storia fatta di presidenti, allenatori e calciatori che oggi purtroppo non sono più tra di noi. Fatto sta che alla prima occasione utile Ago punì la sua ex squadra. Ancora oggi fa uno strano effetto vederlo esultare con le braccia levate al cielo sotto un settore che non era il suo, che non era il nostro.

Alberto Di Chiara invece segnò un gol che alla Roma fece davvero tanto male. Romano del Quadraro segnò contro la squadra che lo aveva lanciato al grande calcio in quell’ormai famoso Roma-Lecce che ancora oggi resta l’unica vittoria salentina contro i giallorossi, ai quali quella sconfitta costò lo scudetto ad una giornata dalla fine. Per onor di cronaca Di Chiara non esultò alla rete del pareggio (la Roma era in vantaggio grazie alla rete di Graziani).

Chi chiese addirittura scusa alla Curva dopo aver segnato proprio sotto il settore più caldo del tifo romanista fu Marco Delvecchio. L’attaccante meneghino, campione d’Italia 2001 e per 10 stagioni nella capitale, nel 2006/2007 segnò all’Olimpico come aveva fatto spesso, ma questa volta con la maglia sbagliata, quella dell’Ascoli.

Da un attaccante a un altro, da un campione d’Italia a uno che lo diventò prima di lui: Roberto Pruzzo. Come Delvecchio anche Pruzzo giocò 10 anni in maglia giallorossa e come il primo anche lui divenne campione d’Italia. Membro della Hall of Fame della Roma (al pari di Di Bartolomei e Amadei), per molti anni, prima dell’avvento di Francesco Totti, fu il recordman all-time di reti segnate in giallorosso. Il 30 giugno del 1989, la Roma e la Fiorentina, appaiate alla fine del campionato, si giocavano una qualificazione all’allora Coppa Uefa in uno spareggio disputato sul neutro di Perugia, e Pruzzo quel giorno giocò in maglia viola la sua ultima partita prima del ritiro. Risultato finale: Fiorentina-Roma 1-0 grazie ad una rete proprio di “O Rey di Crocefieschi”. Da segnalare che il cross sul quale Pruzzo trafisse Tancredi arrivò da quell’Alberto Di Chiara che qualche hanno prima gli aveva tolto la gioia del bis scudetto con la Roma.

Anche Ruggiero Rizzitelli punì la sua ex squadra alla prima occasione presentatagli. Nella stagione 1994/95, dopo aver passato gli ultimi sei anni nella capitale, l’attaccante pugliese segnò sotto la Curva Sud il gol del momentaneo vantaggio del Torino (pareggiò i conti Daniel Fonseca per l’1-1 finale). Come promesso alla vigilia Rizzitelli non esultò.

Qualche volta però anche i calciatori in maglia giallorossa sono riusciti a segnare alle loro ex squadre, e l’episodio che ricordiamo con piacere è quello che riguarda Gabriel Omar Batistuta. Dopo 9 anni alla Fiorentina e 167 reti in maglia viola, fu proprio il Re Leone a segnare il gol vittoria nel match vinto 1-0 dalla Roma nell’ottava giornata del campionato 2000/2001. Il suo pianto dopo la rete realizzata alla sua ex squadra e al suo amico Toldo fu commovente, ma alla fine dell’anno per noi volle dire tricolore.

Osvaldo si presenta a Roma addirittura da Campione d’Italia con la maglia della Juve nell’ultima partita casalinga della scorsa stagione. Il suo gol non era nemmeno quotato dai bookmakers ed arrivò puntuale e inevitabile come il sorgere del sole a pochi secondi dalla fine.

La palma dell’ex “più avvelenato” della storia della Roma spetta però a Daniele Conti. Il figlio di “marazico”, con la maglia del Cagliari ha segnato ben 5 gol alla sua ex squadra, dopo 3 stagioni passate all’ombra del papà con 5 presenze e un gol segnato proprio sotto la Curva Sud. A parte i gol le prestazioni di Conti contro la Roma sono sempre state segnate da un acceso agonismo e da una “tigna” figlia di un mix sardo-romano.

Passando inoltre per Cassano e Vucinic, da Tavano a Assunçao (che si tolse lo sfizio in amichevole), quella tra Roma e I suoi “ex figli” è una storia che potrebbe occupare un intero libro, ma forse i “peggiori” che potevamo ricordare, quelli più significativi, sono tutti qui.

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