Il derby lunedì 25 maggio alle 18.00. E chi lavora che fa?

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Nel calcio pantomima dei nostri tempi succede anche che un derby importante come quello della Capitale, valido per la conquista del secondo posto e il relativo accesso alla Champions e originariamente programmato per domenica 24 maggio alle 15.00, venga spostato d’autorità dal Prefetto Gabrielli a lunedì 25 maggio alle 18.00. Con buona pace, ovviamente, dei tifosi delle due squadre che a quell’ora lavorano e di tutti coloro che hanno la sventura di abitare nelle vicinanze dello Stadio Olimpico, per i quali si prevede un lunedì da “blindati in casa”.

La richiesta ufficiale di posticipare la gara a lunedì è arrivata dalla Lazio, che non vuole giocarsi la decisiva stracittadina appena quattro giorni dopo dalla finale di Coppa Italia con la Juventus, prevista per dopodomani, mercoledì 20 maggio. Pur di guadagnare un giorno in più di riposo la società biancoceleste si è assunta l’onere dell’eventuale rimborso dei biglietti, precondizione considerata necessaria dalla Lega per esaminare la richiesta. E poiché il derby non si può giocare in notturna per motivi di ordine pubblico eccoci arrivati alla scelta delle 18.00 di lunedì 25 maggio.

Il posticipo, ovviamente, non piace alla Roma, che ha sottolineato di non aver usufruito di tali favori in occasione delle gare infrasettimanali disputate in Champions nel corso della stagione. Ma soprattutto non piace a tutti coloro che per motivi di lavoro non potranno vederlo e a chi dovrà sopportarne le conseguenze negative, come gli abitanti della zona e negozianti loro vicini di casa e non, che con la partita alle 18.00 potranno anche chiudere bottega alle 17.00. Tanto da quel momento in poi starebbero a negozio solo per pagare luce e stipendi ai dipendenti.

Ottimo così, continuiamo a pensare che si vive di solo calcio e a fregarcene dei diritti dei cittadini e dei tifosi, che dovrebbero capire, una volta per tutte, di lascira perdere la loro antica passione, perché per i padroni del pallone dei giorni nostri sono solo “clienti”. Come li definì tempo addietro lo stesso Lotito, che con ottenendo questo posticipo ha dimostrato con i fatti (e non a parole) chi comanda davvero il nostro calcio.

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