Il derby della Capitale si avvicina: “quel” fatidico giorno…

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Il fatidico giorno si avvicina. E ogni tifoso che si rispetti, sa di che giorno sto parlando. A Roma, infatti, “quel” giorno è qualcosa che va ben oltre ogni circostanza, ogni limite di spazio e tempo, oltre ogni impegno o ricorrenza che cada in quella determinata data. Il derby, per i romani e ancor di più per i romanisti, è caratterizzato da un intrinseco investimento emotivo piuttosto difficile da trascrivere.

A questo proposito vorrei tornare indietro di qualche anno; esattamente a quel Lazio-Roma di una domenica di metà aprile: il 18 aprile. Correva l’anno 2010, in panchina il signor Claudio Ranieri. Al termine del primo tempo, la squadra casalinga era in vantaggio sulla Roma per una rete a zero. Inizia la seconda parte della gara e l’allenatore romano decide di rientrare in campo senza due dei capisaldi che a quel tempo costituivano ancora la romanità della squadra giallorossa: i due capitani, quello attuale e quello “futuro”: Totti e De Rossi. Nella ripresa Julio Sergio neutralizza il rigore di Floccari concessogli da Tagliavento al 2’ minuto; Vucinic invece  realizza quello assegnato alla Roma all’8’. Al 18’ ci pensa di nuovo il montenegrino: la punizione del numero 9 passa attraverso la barriera, Muslera resta immobile e la sfera si insacca prepotentemente alle spalle del portiere laziale, ribaltando così il risultato, che rimarrà immutato fino alla fine del match.

Questo fu il mio primo derby allo stadio, vissuto all’età di 14 anni. E proprio in “quel” giorno ho potuto assaporare tutte le emozioni che solo durante un derby si provano: l’amarezza del gol subito, la felicità per il pareggio, il fervore del vantaggio, la concretezza della vittoria. E poi c’erano i tifosi: quella domenica l’Olimpico ospitava circa 70.000 spettatori: sold out. C’erano le bandiere. C’erano i cori. C’erano gli striscioni.

Domenica, invece, che derby aspettarsi? E perché citare quello del 2010?

Non solo perché fu il mio primo allo stadio; infatti, la messa a confronto mi risulta evidente anche per alcuni dati che sembrano somigliarsi con quelli di 6 anni fa, e per altri, che invece, si contrastano a pieno. Il primo, evidente: il mese. E’ lo stesso, aprile. Il secondo: sarà la Lazio ad ospitare la Roma. Il terzo: l’euforia per un allenatore – Luciano Spalletti – che sta apportando numerose note positive alla squadra giallorossa. Lo stesso allenatore, che lasciò il posto a Ranieri nella stagione 2009/2010. Un Ranieri in voga, pronto a rilanciare la squadra, a fare risultati utili, ad accrescere l’armonia che si era rotta all’interno dello spogliatoio: azioni che in questo momento stanno caratterizzando proprio l’operato di Luciano Spalletti. Altre somiglianze? Forse ne resta una. Nel derby dell’aprile del 2010 Totti e De Rossi furono messi fuori dal 1’ minuto del secondo tempo. Erano nervosi, e quindi non considerati “utili” per ribaltare il risultato. E quest’anno invece? Cosa ne sarà dei due patroni giallorossi? Ancora ignota è la decisione del mister: non si sa infatti se questi verranno schierati dal primo minuto o meno.

Ad essere certa, invece, è un’altra cosa: l’assenza di tifo, da entrambe le schiere. Essa infatti, oltre a fare la differenza tra il derby passato e quello in programma il 3 aprile prossimo, sarà determinante per una partita che, come da prassi, non vede né precedenti, né classifica, né schemi. E allora, cosa ci resta? Creare quest’atmosfera come meglio si può; e come meglio, in questo momento, la si può vivere.

Claudia Lilli

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